Un balzo indietro dal punto di vista della civiltà e del diritto
Sarebbe questo, per Silvio Cuffaro, lo stop al vitalizio per il fratello ex governatore siciliano condannato per favoreggiamento alla mafia
"Sia per Cuffaro che per altri 11 ex parlamentari regionali è in atto la procedura di sospensione dell'assegno vitalizio. Gli uffici, dopo che è stata approvata la legge a gennaio, hanno scritto a tutti gli ex deputati e aventi causa in caso di reversibilità di produrre un'autocertificazione con cui dichiarano se sono interdetti dai pubblici uffici".
Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone ha spiegato che gli uffici dell'Assemblea "hanno avviato la procedura di sospensione in via cautelativa il 3 febbraio, dopo la approvazione della norma regionale e prima delle polemiche. L'Assemblea ha avviato un'interlocuzione con la Corte di Appello di Palermo e non solo, perché ci posso essere persone che sono state riabilitate e dunque riacquistano il diritto". "Cioè - ha aggiunto - per verificare i reati per i quali i singoli parlamentari sono stati condannati e se c'è stata riabilitazione o meno, indipendentemente dal caso Cuffaro. Gli uffici stanno andando avanti - ha concluso - nel rispetto della legge".
Ma la decisione ha amareggiato il fratello dell'ex governatore condannato per favoreggiamento alla mafia e rivelazione di segreto d'ufficio e per questo interdetto dai pubblici uffici.
"La condanna di mio fratello per rivelazione di segreto d'ufficio è di 18 mesi di cui 6 indultati. L'interdizione dai pubblici uffici è prevista per condanne oltre i tre anni. Poi mi pare strano che dirigenti dell'Ars che prendono anche 300 mila euro di stipendio invece di chiedere le sentenze alle corti di appello chiedano una atto notorio agli ex deputati o ai loro familiari. Le norme le devono applicare loro perché sono retribuiti, anche in modo esagerato, per farlo".
Silvio Cuffaro sostiene che "ad oggi non è arrivato alcuna comunicazione sull'inizio di un procedimento amministrativo per sospendere il vitalizio ma solo una richiesta di un atto notorio in cui il deputato doveva dichiarare se avesse subito interdizione dai pubblici uffici per i reati di cui al titolo secondo etc etc".
"Mio fratello percepisce - aggiunge - 4.400 euro di vitalizio al mese su cui poi paga anche le tasse in sede di dichiarazione dei redditi e la somma scende a circa 3.400 euro. Ha pagato i contributi come tutti per avere questa somma. La corte dei conti nel 2007, pronunciandosi sul caso di un altro parlamentare regionale, ha sentenziato chiaramente che le norme non hanno applicazione retroattiva ma per il futuro. Totò prende il vitalizio da tre anni. Se glielo togliessero sarebbe un balzo indietro dal punto di vista della civiltà e del diritto".
- Ma a Totò Cuffaro glielo hanno tolto il vitalizio? (Guidasicilia.it, 02/06/14)