Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Un bambino ogni 4 mila

A Gela è nato un bimbo dal sesso "poco chiaro". Un caso raro, ma visto che è successo nella città del petrolchimico...

03 febbraio 2014

Succede in media una volta su ogni 4mila bambini. L’altro ieri è successo a Gela: un caso di malformazione neonatale agli organi genitali. E’ nato un bambino dal sesso "poco chiaro". Il piccolo, figlio di una giovane coppia, gode di buona salute e per conoscerne il sesso bisognerà attendere l’esito dell’esame di laboratorio.
Il piccolo, dal reparto di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, è stato trasferito in un centro specialistico di Palermo.
Secondo i medici del punto nascita, il bimbo è nato con genitali ambigui. Una malformazione rarissima. Ogni 4mila bambini ne nasce uno che ha i genitali esterni femminili ma i cromosomi maschili, o viceversa. Bebè all’apparenza maschi, ma femmine per Dna. Una patologia estremamente complessa non solo dal punto di vista medico-scientifico.

Giovanni Corsello, direttore della Clinica pediatrica e del dipartimento materno infantile del Policlinico di Palermo, che ospita anche il centro di riferimento regionale per i neonati con malformazioni genetiche dove il bimbo di Gela è stato portato, dice che ogni anno in Sicilia nascono una decina di bambini dal sesso non chiaro. "Il neonato sta bene - afferma il professore Corsello - e non ha problemi clinici. Ma dovremo effettuare degli esami approfonditi per chiarirne il sesso. Servirà circa una settimana e poi decideremo se intervenire chirurgicamente o con specifiche terapie". Corsello spiega che "ogni anno si registrano circa cento casi simili in Italia. Di questi, mediamente, dieci si registrano in Sicilia. Ovviamente in forme e quadri diversi tra loro".

Il fatto specifico, però, impressiona particolarmente perché, trattandosi di Gela, là dove le ciminiere sputano fiamme assassine, è facile pensare all’ennesimo orrore germogliato a Gela. Nella città che 50 anni fa sognava con i suoi giacimenti e le sue trivelle fa i conti con una realtà da brividi. Qui nascono tanti bambini malformati: e Gela, secondo gli ultimi dati dell’Oms Europa è in testa nella speciale classifica europea.
Il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, Michele Palmeri, ha confermato la rarità del caso emerso ma, sembra siano trenta le famiglie gelesi che hanno denunciato questo fenomeno ed è in corso un’inchiesta della Procura. La città del golfo ha il più alto tasso di malformazione sugli organi genitali.

Il caso, intanto, ha colpito il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che ha annunciato l’intenzione di disporre un'ispezione per verificare se ci sono state "violazioni della privacy" nella diffusione delle notizie sulla malformazione neonatale molto rara registrata nel presidio gelese.
Crocetta pone una questione etica: "Mi chiedo se sia stato corretto, visto il caso così delicato e soprattutto per il futuro del bimbo, divulgare la notizia. Sarebbe stato certamente meglio mantenere l'assoluta riservatezza". Il presidente pone anche un problema di portata ben più vasta: "Spero che non venga fatta violenza su questo bambino, nell'ipotesi in cui - dice Crocetta - si riscontri che si tratta di un ermafrodita (ovvero con i genitali di entrambi i sessi). Dovrà essere lui, quando sarà in grado di capirlo, a decidere se essere maschio o femmina. Ricordo che una sentenza della corte costituzionale colombiano ha stabilito che la volontà del bambino prevale anche rispetto a quella dei genitori".

Ma il dottor Palmeri frena: "Per ora stiamo parlando un'anomalia esterna, seppur piuttosto rara: la conformazione dei genitali è tale che non permette una corretta valutazione. In pratica stiamo dicendo che è difficile identificare il sesso del bambino. L'ermafroditismo è un'altra cosa: non si può escludere, ma è solo una delle possibilità. Io assolutamente non andrei troppo avanti con le ipotesi, proprio nell'interesse del bambino e della famiglia. Quanto alla privacy - dice il primario di Ostetricia e Ginecologia del presidio gelese - io non so chi abbia fatto trapelare le notizie. Ricordo che del caso si è cominciato a parlare dopo che la madre è stata dimessa e che in ospedale ci sono altri pazienti: chi può impedire, in queste situazioni, la fuga di notizie?".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, SiciliaInformazioni.com, Repubblica/Palermo]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

03 febbraio 2014
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia