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Un boato per la libertà

Via libera della Camera al provvedimento di indulto. E nelle carceri è esplosa la felicità.

28 luglio 2006

I sì sono stati 460, i no 94, gli astenuti 18. Ieri la Camera ha dato il via libera al provvedimento di indulto che domani mattina - come annunciato dal presidente Marini - passa all'esame del Senato.
A votare contro l'indulto sono stati i partiti dell'Italia dei Valori, della Lega e di An. Si sono astenuti i Comunisti italiani. A favore gli altri gruppi di maggioranza e opposizione.

Amaro e durissimo il primo commento del ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro, grande protagonista del dissenso interno alla maggioranza, sceso in piazza nei giorni scorsi per manifestare contro la misura di clemenza elargita anche ad alcuni specifici reati (quello, per esempio, di ''voto di scambio'') e che aveva anche minacciato le sue possibili dimissioni: ''Questo indulto è stato un voto di scambio politico parlamentare con cui l'Unione ha svenduto la propria dignità politica cedendo al ricatto della Cdl e, in particolare, di Fi''.
L'emendamento presentato dall'ex pm, quello che puntava a escludere dall'indulto il voto di scambio, è stato bocciato dall'aula della Camera, con 408 no, 57 sì e 53 astensioni. L'Ulivo, Forza Italia e il Prc hanno votato contro, la Lega nord e l'Idv a favore, mentre An si è astenuta. In particolare hanno votato a favore tutti i deputati dell'IDV e della Lega, 12 deputati dei Comunisti italiani, 5 esponenti di An, tra cui Teodoro Buontempo. In più è arrivato il sì di Enrico La Loggia (Forza Italia), Maurizio Zipponi (PRC) e di due deputati dell'Ulivo, Antonio Misiani e Antonio Rotondo. Luciano Violante, invece, ha preferito abbandonare l'aula. L'emendamento è stato bocciato con il no dell'Ulivo, di Forza Italia, di Rifondazione comunista e di 6 deputati di An.

Comunque, anche se la giornata è stata segnata da numerose polemiche, i commenti del presidente della Camera, Fausto Bertinotti e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella sono stati all'insegna della soddisfazione e dell'ottimismo. Per il presidente della Camera quella di ieri è stata una ''bella giornata'' perché ''quando le istituzioni sono capaci di atti di clemenza che alleviano anche una pena supplementare a quella comminata dal giudice, visto il sovraffollamento delle carceri, è la dimostrazione che vince la natura dello stato di diritto''. Il ministro Mastella, dopo aver minacciato anche lui le proprie dimissione, alla fine si è detto sicuro che comunque ''con Di Pietro non ci saranno strascichi''.
Domani tocca al Senato dove la discussione, secondo quanto annunciato dal presidente Marini, inizierà al mattino per concludersi forse già la sera con il voto.

Dall'Ucciardone a Poggioreale un'esplosione di gioia
Il boato è stato simile a quello risuonato dopo il rigore di Grosso che ha permesso all'Italia di vincere i mondiali. Ma questa volta a fare letteralmente ''tremare'' alcuni istituti penitenziari è stata l'approvazione del disegno di legge sull'indulto. L'Ucciardone e il Pagliarelli a Palermo, Poggioreale a Napoli, Lauro ad Avellino, sono stati scossi dalle urla di felicità dei detenuti.
A Palermo, le stesse guardie penitenziarie dell'Ucciardone e del Pagliarelli hanno raccontato l'incredibile boato che ha riempito i corridoi segnati dalle ombre delle sbarre. Urla di felicità, oggetti sbattuti contro le sbarre delle celle hanno accolto la notizia del sì della Camera all'indulto.
''Se non avessi saputo cosa stava accadendo - ha raccontato Laura Brancato, direttore del carcere Pagliarelli, nuovo istituto di pena palermitano, in cui sono attualmente detenute 1300 persone - avrei pensato che era scoppiata una rivolta''.
Secondo le stime fatte dall'ufficio Matricola, solo al Pagliarelli l'approvazione definitiva del disegno di legge aprirebbe le porte del carcere a circa 350 persone. E in 150 lascerebbero, invece, lo storico carcere dell'Ucciardone. ''Si tratta delle prime valutazioni - ha detto Maurizio Veneziano, direttore dell'Ucciardone in cui al momento sono detenute 700 persone -. Non conosciamo ancora il testo definitivo del provvedimento e non avremo certezze fino all'approvazione da parte del Senato. Oltre alle scarcerazioni, dovremo, poi, accertare anche gli effetti indiretti dell'indulto: molti detenuti, infatti, grazie allo sconto di pena avranno diritto alle misure alternative alla detenzione come l'affidamento ai servizi sociali o la semilibertà''.

Una enorme mole di lavoro, dunque, sta per abbattersi sugli uffici penitenziari che, dopo l'input dell'autorità giudiziaria, che ordinerà le liberazioni, dovrà valutare le singole posizioni giuridiche. Sempre secondo le prime stime a beneficiare del provvedimento dovrebbero essere, per la maggior parte, coloro che scontano condanne per spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio come il furto. Ma all'ottimismo dei detenuti palermitani non corrisponde quello dei due direttori degli istituti di pena. ''Tanta fibrillazione - commenta Brancato - è umanamente comprensibile. Il timore, però, è che tra qualche mese molte delle persone liberate incapperanno di nuovo nelle maglie della giustizia. Per reati simili il rischio di recidiva è molto alto. Il problema del sovraffollamento delle carceri dovrebbe essere risolto in altro modo''.

- Il testo integrale del provvedimento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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28 luglio 2006
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