Un brindisi in onore dell'anarcoenogastronauta Luigi Veronelli
E' morto, all'età di 78 anni l'anarchico da palato buono, l'inventore del mangiar e bere bene all'italiana
Il famoso enogastronomo Luigi Veronelli è morto ieri a Bergamo, all'età di 78 anni.
Veronelli era nato a Milano nel 1926: per quasi 50 anni ha rappresentato il critico enogastronomico per eccellenza. Uomo di battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della cultura del mangiar e del bere bene e dell'agricoltura italiane.
Se oggi i vini, la cucina e ''i giacimenti gastronomici'' d'Italia - come li aveva definiti - stanno avendo il successo che meritano, gran parte è stata opera sua. Scrittore brillante, battutista tagliente e creatore di un lessico tutto suo, Veronelli era uomo di grandi polemiche. Basti ricordare, ad esempio, il contrasto (e la penalizzazione a livello di giudizio) con un grande chef come Vissani, reo di non usare l'olio extra vergine di oliva nel fritto.
Le sue Guide - le ultime sui ristoranti, sul vino e sugli alberghi sono appena uscite - hanno fatto scuola e tendenza.
Luigi Veronelli non classificava solo i ristoranti ma premiava i piatti che più lo avevano affascinato, descrivendoli con una prosa smagliante e sontuosa. Le sue idee sui cru, sui barrique, la spinta a considerare in un ettaro coltivato più la qualità che la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la classificazione dei vini e molte altre intuizioni hanno fatto di Veronelli un critico che - come è stato detto - non ''assaggiava'' i vini ma ci ''dialogava''. E le sue descrizioni sono rimaste celebri: da "Bocca piena e calda", a "Vino da meditazione", al recente "prime wine".
Assistente in gioventù del filosofo Giovanni Emanuele Bariè e collaboratore di Lelio Basso, come editore, nel 1956 pubblica tre riviste, ciascuna leader nel proprio campo: "I Problemi del Socialismo" (con preciso riferimento alla linea politica di Lelio Basso), "Il Pensiero" (rivista filosofica neotrascendentalista di Giovanni Emanuele Bariè) e "Il Gastronomo" (filosofico-gastronomica). Il successo di quest'ultima lo conferma nella sua attività di enogastronomo, suggellata dal decisivo incontro con Luigi Carnacina, maître di fama e bravura leggendaria. Si forma alla sua "scuola" e collabora strettamente con lui per più di dieci anni.
Oltre alla grande amicizia con Carnacina, con il quale ha scritto grandi testi (''La grande cucina'', ''Mangiare e bere all'italiana'', ''La cucina rustica regionale'') ricordiamo l'amicizia con Gianni Brera (con cui è stato autore di ''La pacciada''), con Mario Soldati che di lui scrisse: ''se Brera è il Gadda dello sport, Veronelli è il Gadda dell'enogastronomia''. Ma anche amico di Giangiacono Feltrinelli e dell'architetto design Silvio Coppola.
Tanto battagliero da essere condannato anche a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi per protesta contro i grandi monopoli. E a tre mesi per aver pubblicato un libro di De Sade.
Negli anni Sessanta e Settanta è stato autore di trasmissioni televisive sulla cultura dei vini e dei cibi. Nei primi anni 80 crea L'Etichetta, il periodico più lussuoso e graficamente impegnato d'Italia, che si è proposto come "vera e propria guida alla vita materiale", attraverso l'incontro estetico con le "cose" - non solo gastronomiche - della vita di ogni giorno.
A 78 anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una miniera di idee per difendere la qualità, come le battaglie condotte con il sostegno dell'ANCI a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti gastronomici e dell'olio d'oliva. Collaboratore di 'Carta', del 'Corsera' e di 'Class', Veronelli dirigeva la rivista 'VERONELLI EV. Vini, cibi, intelligenze'.
Tra i suoi libri più recenti: ''Le parole della terra'' (con Pablo Echaurren), ''Viaggio in Italia per le Città del Vino'', ''Vietato Vietare'', ''Breviario Libertino'', ''Il San Domenico di Imola''.
- www.veronelli.com