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Un brutto, bruttissimo film per Gigi Burruano, che dopo il carcere vuole lasciare la sua Palermo

08 settembre 2006

''Voglio andarmene via, portare con me mia figlia e i miei tre nipoti per cominciare un'altra vita e lasciarmi alle spalle tutto questo''.
L'attore Luigi Maria Burruano, per tutti Gigi, se ne vuole andare dalla sua Palermo, dopo essere stato arrestato per il tentato omicidio dell'ex genero Fabio Guida, accusato di perseguitare e maltrattare la figlia.
E' successo martedì scorso, il fatto, nella piazza di Mondello verso le ore 19.30. Gigi Burruano, dopo l'ennesimo diverbio con il genero, gli si è avventato contro brandendo un coltello a serramanico e colpendolo con un unico fendente al torace che gli ha procurato una brutta ferita.

Ha fatto una ''palermitanata'' Burruano, un colpo di scena teatrale, solo che non era cinematografo, eppure se lui e un'attore bravo (perché Gigi Burruano è un'attore bravissimo), l'uomo che ha accoltellato era vero e poteva morire veramente.
''Il fatto - hanno spiegato i carabinieri- trae origine dai difficili rapporti tra il genero e la figlia, separati dallo scorso mese di maggio. Rapporti che si sono deteriorati nel tempo''. Il genero dell'attore, malgrado la separazione, avrebbe continuato a tormentare la moglie, dalla quale ha avuto tre figli, con insulti e minacce già abbondantemente descritti nelle denunce che la donna ha presentato alla Stazione Carabinieri di Partanna Mondello che è competente per territorio. L'esasperazione della figlia ha, con buona probabilità, come risulta dai primi accertamenti svolti dal Comando di via Perpignano, generato l'aggressività del padre che è mancato poco si trasformasse in irrimediabile tragedia.
Una ''palermitanata'', appunto, con un epilogo degno di questa. Dopo aver colpito la vittima, infatti, Burruano si è allontanato dalla scena del crimine appena commesso per fermarsi a bere una birra con gli amici. Quando sono arrivati i carabinieri, che non hanno faticato a trovarlo - Burruano non era nascosto -, l'attore senza scomporsi è andato loro incontro e con questi è uscito dal locale.

Quando questa maledetta storia, Burruano se ne andrà a vivere a Roma. Ne soffrirà Gigi, perché nonostante i successi continui sia nel cinema che nel teatro, ha continuato a viverci a Palermo, in mezzo alla sua gente, con il suo dialetto, nella sua città.
Per il momento è rinchiuso in una cella dell'Ucciardone. L'altro ieri il gip Donatella Puleo ha respinto l'istanza di scarcerazione. Per il giudice, infatti, l'attore è pericoloso perché ''può commettere nuovamente lo stesso reato. Può colpire ancora''. L'accusa è di tentato omicidio premeditato. L'indagato, spiega il giudice ''non ha ancora spiegato il motivo per cui aveva il coltello in tasca'' e ''non ha fornito alcuna collaborazione per il ritrovamento dell'arma del delitto'', scrive nelle quattro cartelle con cui motiva la decisione di tenere Burruano in carcere come aveva chiesto il pubblico ministero Ambrogio Cartosio.

L'ex genero di Burruano, che adesso sta meglio, alla ''palermitanata'' dell'attore ha risposto con un atteggiamento altrettanto tipico. Vittima innocente, infatti, ha annunciato che si costituirà parte civile contro di lui: ''Voglio giustizia - ha detto -, anche a nome dei miei figli. Non lo perdono per quello che ha fatto e non perdono nemmeno mia moglie che gli ha riferito cose false e ha finito per istigarlo a tanta violenza''. ''Hanno scritto che ero un cattivo padre, che picchiavo mia moglie e i miei figli - ha aggiunto -. Chiedetelo a tutti nella piazza di Mondello... i miei tre bambini mi cercano continuamente al bar dove lavoro. Anche soltanto per avere una carezza''.

Magari ci sbagliamo, e comunque la ''palermitanata'' che ha fatto Gigi Burruano non è giustificabile, però noi stiamo con lui...

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08 settembre 2006
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