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Un buco nell'acqua

L'acqua è un ''bisogno fondamentale'' ma l'accesso ad essa non è ancora un ''diritto inalienabile''

23 marzo 2009

Ieri, domenica 22 Marzo 2009, si è celebrata la Giornata Mondiale dell'Acqua per il diciassettesimo anno consecutivo, era infatti il 22 marzo del 1992 quando, con decisione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si decise di dedicare questo giorno ad uno dei beni fondamentali e imprescindibili dell'Uomo: l'Acqua.

Questo diciassettesimo anno si chiude però, purtroppo, con un fallimento. Ieri si è concluso ad Istanbul il 5° Forum Mondiale sull'Acqua (organizzatata dall'UNESCO con il supporto della FAO e della UNECE, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Europa), dedicato al tema "Costruire dei Ponti tra le Divergenze" (Bridging Divides for Water), che ha posto sul tavolo della discussione l'importanza di intensificare il dibattito sulle risorse idriche mondiali e convincere i decisori politici a inserire le tematiche legate all'acqua nell'agenda politica nonché formulare delle proposte costruttive per migliorare la situazione. Ebbene, in coclusione si è soltanto riusciti a ribadire che l'acqua è sicuramente un bisogno fondamentale, ma non si è riusciti nell'intento di far sottoscrivere a tutti i Paesi presenti, senza indugi ed ulteriori discussioni, che l'accesso all'acqua deve essere un diritto fondamentale per tutti.

Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, dal 2030 metà della popolazione mondiale potrebbe essere al di sotto della soglia minima rispetto al fabbisogno giornaliero di acqua (LEGGI). Ma a Istanbul i rappresentanti degli Stati non sono riusciti a raggiungere un accordo su un documento comune. In tanti chiedevano che si affermasse un "diritto all'acqua", ma la dichiarazione finale è stata più generica. Il testo conclusivo del Forum enumera un certo numero di impegni: necessità di fare economia di acqua, in particolare nel settore agricolo, di contrastare l'inquinamento, sia nei corsi d'acqua che nelle falde freatiche, e l'impegno per meglio gestire la richiesta di acqua e per favorire l'accesso ai servizi igienico-sanitari di cui 2,5 miliardi di persone sono ancora del tutto prive. Ma la dichiarazione finale afferma che l'accesso all'acqua potabile e alla bonifica è una "necessità umana fondamentale", ma non un "diritto".
Francia, Spagna e molti paesi dell'America latina e del continente africano hanno tentato, senza riuscirci, di modificare il testo. "Siamo rattristati. Ci è stato impedito di apportare modifiche al documento", ha detto un delegato etiope. Da parte sua, il Partenariato francese per l'acqua (Pfe), che riunisce rappresentanti dello Stato, delle comunità locali, delle imprese e delle ong, ha "deplorato" l'assenza del "diritto all'acqua" nel documento. Venerdì scorso, il ministro francese per l'Ambiente, Chantal Jouanno, aveva chiaramente chiesto che il testo fosse rafforzato in tale direzione: "Come si può parlare di diritti dell'uomo se non si parla di diritto all'accesso all'acqua? E' il diritto che condiziona tutti gli altri".

Al V° Forum mondiale sull'acqua, meeting a cadenza triennale, hanno partecipato oltre 30 mila congressisti, insieme a una ventina di capi di Stato e circa 180 ministri dell'Ambiente. Fuori dalle stanze dove i potenti hanno discusso c'erano i non invitati: le associazioni ambientaliste e i gruppi d'interesse che si battono contro la 'mercificazione' dell'acqua e hanno trovato un modo per farsi ascoltare attraverso un forum alternativo e varie iniziative. "La mancanza d'intervento sulle questioni che riguardano l'acqua non è un'opzione. L'acqua è una risorsa naturale limitata che può unire o dividere le comunità, è anche essenziale per garantire i diritti dei bambini", ha detto Clarissa Brocklehurst, referente Unicef per acqua, servizi sanitari e igiene.
Secondo il presidente dell'Unicef Italia Vincenzo Spadafora la buona notizia è che "l'87% della popolazione mondiale, circa 5,7 miliardi di persone, sta oggi utilizzando acqua potabile proveniente da fonti migliorate". Ma, "al mondo più di 125 milioni di bambini sotto i cinque anni vivono in famiglie senza accesso a acqua potabile". Un numero maggiore è "senza servizi igienici, un totale di 2,5 miliardi di persone nel mondo".

Le cifre dell'emergenza - Secondo i dati dell'Onu, più di un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso sufficiente alle fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi di esseri umani vivono senza servizi igienici. La situazione è solo destinata a peggiorare se non si prenderanno provvedimenti rapidi, se è vero che, come stima l'Ocse, entro il 2030 saranno 3,9 miliardi le persone che vivranno in grave carenza di acqua e per la metà del secolo, quando si passerà dagli attuali sei miliardi e mezzo di abitanti a nove, questo problema riguarderà quasi la metà della popolazione mondiale, per lo più in Cina e nel sud dell'Asia.
Sono otto milioni i decessi annui attribuiti alla carenza di acqua e servizi igienico-sanitari, 3.900 i bambini che muoiono quotidianamente a causa della mancanza di acqua.
E mentre il tempo corre e il riscaldamento globale altera le sorgenti mondiali, c'è sempre più bisogno di agire in fretta, altrimenti il rischio è di veder sparire il futuro in un piccolo rivolo d'acqua tra le sabbie di un arido deserto.

Un ulteriore allarme è stato lanciato dalla Coldiretti, nel corso del "G8 Farmers Meeting" organizzato proprio in occasione della Giornata dell'acqua: nonostante un aumento della domanda di cibo dell'1,5% l'anno, un quarto della produzione alimentare mondiale potrebbe andar perso entro il 2050, proprio per l'impatto combinato del cambiamento climatico, il degrado dei suoli, la scarsità di acqua e le specie infestanti. "Di fronte alla crisi e ai cambiamenti climatici, se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, alle agricolture di tutto il mondo - sottolinea la Coldiretti - devono essere garantiti credito ed investimenti adeguati, anche per la raccolta e distribuzione dell'acqua, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose e occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori sui prezzi e sulle caratteristiche degli alimenti".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it, Rainews24.it]

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23 marzo 2009
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