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Un condannato è andato in carcere...

Il contegno e la dignità di Totò Cuffaro hanno molto colpito ma, dice Di Pietro, "Poveraccio quel Paese in cui..."

24 gennaio 2011

Dunque la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell'ambito del processo 'Talpe alla Dda di Palermo' nei confronti di Salvatore Cuffaro, ex governatore della Sicilia (LEGGI). In particolare, la seconda sezione penale presieduta da Antonio Esposito ha rigettato il ricorso di Cuffaro confermando così il verdetto emesso lo scorso 23 gennaio dalla corte di Appello di Palermo.
Una sentenza quella della Cassazione che "conferma l'impianto accusatorio sostenuto dalla procura in primo grado" ha detto il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. "In primo grado il nostro impianto accusatorio era stato accolto dai giudici solo parzialmente - ha aggiunto Messineo - la Corte d'Appello lo confermò e adesso arriva la sentenza definitiva. In ogni caso, non voglio aggiungere di più, perché le sentenze non si commentano ma si rispettano".

Come già detto, Cuffaro venuto a conoscenza della sentenza si è subito andato a costituire nel carcere di Rebibbia, a Roma, dove si trovava sabato scorso insieme ai suoi familiari. "Sono stato un uomo delle istituzioni - ha detto Cuffaro, intrattenutosi per qualche istante con i giornalisti appena uscito di casa, prima di andare al carcere a costituirsi - e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova - ha aggiunto - che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede". "Se ho saputo resistere in questi anni difficili è soprattutto perché ho avuto tanta fede e la protezione della Madonna, adesso affronterò la pena come è giusto che affronti un uomo delle istituzioni ed ora viene chiamato a sopportare una prova. Lo lascerò come insegnamento ai miei figli, devono avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni".

Il contegno di Totò Cuffaro è stato molto apprezzato, anche dal presidente della seconda sezione penale della Cassazione Antonio Esposito. "L'imputato Cuffaro, pur investito di importanti cariche pubbliche, si è sottoposto al giudizio dei giudici. Si è difeso nel processo, ha accettato con rispetto, come egli stesso ha affermato, il verdetto emesso dai magistrati. Gli si deve dare meritoriamente atto". "Dare atto di un merito - ha proseguito - il verdetto accettato con rispetto, non significa cancellare sentenza e reati. E' anche una lezione per tutti, in tempi così burrascosi intorno alla giustizia". Riguardo poi a coloro che hanno contestato la sentenza il magistrato ha detto "credo che sia opportuno oltre che doveroso attendere la motivazione della sentenza, poi l'opinione pubblica può liberamente approvarla o criticarla".
Infine, sul motivo che ha indotto il collegio a confermare la condanna dei giudici di Palermo Esposito ha aggiunto "i magistrati parlano dei processi esclusivamente attraverso i provvedimenti. Rispetto alle valutazioni espresse emotivamente a caldo, è opportuno che plauso e censura siano esternati dopo la lettura dei motivi. Resta l'amara constatazione che infedeli servitori dello Stato - ha concluso - hanno tradito il giuramento di fedeltà e la fiducia di magistrati inquirenti con i quali lavoravano a stretto contatto".


Contegno e compostezza che l'ex governatore siciliano non ha perso nemmeno dopo la prima notte passata in cella. Secondo alcuni amici che sono andati a trovarlo ieri mattina, Cuffaro ha trascorso una notte serena. L'ex governatore si trova al piano terra del penitenziario romano, in una cella singola nel reparto 'Prima accoglienza', in attesa di una sistemazione definitiva. "Ha passato una notte tranquilla. Ieri ci aveva detto che avrebbe partecipato alla prima messa della mattina, quindi sarà stato di sicuro anche nella cappella del carcere", hanno riferito gli amici. Cuffaro ha voluto ringraziare tutti per l’affetto dimostrato ma è distaccato dal mondo, consapevole che quello di ieri è stato il primo giorno di una nuova vita. Chi è andato a trovare Totò Cuffaro a Rebibbia lo descrive così. Con una grande forza interiore, ma anche con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una "grande prova di dolore". "Ho la dignità per affrontare tutto questo, ce la farò, lo devo fare per i miei figli, ma anche per quello che ho rappresentato per le istituzioni", ha ripetuto Cuffaro al senatore Luigi Compagna che si è recato in carcere. "Non merito questa condanna, ma non mi voglio sottrarre a tutto questo, ho la forza per vincere anche questa battaglia", ha detto Cuffaro.
Cuffaro ha portato con sé in carcere l'immagine della Madonna di Santa Rosalia, patrona della città di Palermo, il Vangelo secondo Matteo e qualche libro da leggere, come 'La fattoria degli animali' di Orwell.
L'ex-governatore potrà avere i primi colloqui con i familiari la prossima settimana. "Già ieri (sabato per chi legge, ndr) Cuffaro aveva lasciato ai parenti un elenco di libri, soprattutto romanzi, che intende leggere", hanno riferito gli stessi amici.

Ha voluto commentare il contegno e la dignità dell'ex presidente della Regione Siciliana anche il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Poveraccio quel Paese in cui ci si deve stupire se un politico condannato, invece di gridare che i magistrati sono dei farabutti e di denunciare complotti contro di lui, ha dichiarato, dopo aver appreso della condanna definitiva a 7 anni di reclusione per favoreggiamento alla mafia, di rispettare la magistratura e, invece di darsi alla fuga si è andato a costituire al carcere di Regina Coeli", ha Di Pietro sul suo blog  . "Non sappiamo se Cuffaro si sia comportato in tal modo - ha aggiunto Di Pietro - per chiudere con uno scatto di dignità ed orgoglio la sua carriera politica (ma glielo auguriamo) oppure se sia solo un’ennesima trovata per confondere le acque e per poter usufruire prima, e più rapidamente, di qualche sconto di pena o beneficio carcerario. Sappiamo, però, che il carcere per i condannati definitivi per fatti gravi (come quelli per cui è accusato Cuffaro, ma anche per altri reati come la prostituzione minorile o la concussione, reati per i quali è accusato Berlusconi) dovrebbe essere la norma. Invece, è un caso eccezionale e per questo, in attesa di verificare la bontà delle intenzioni di Cuffaro, bisogna riconoscergli un rispetto delle istituzioni che è mancato e manca ad altri politici pure finiti sotto inchiesta e soprattutto manca al Presidente del Consiglio Berlusconi".

Indignato per la condanna, invece, il fratello di Totò, Silvio Cuffaro, sindaco di Raffadali (Ag) da tre anni e mezzo. "Il nuovo procedimento? Ormai è tutto finito, ciò che vogliono fare facciano, hanno distrutto la famiglia, l’uomo. Vogliono continuare a infierire lo facciano pure. Non cambia nulla". Queste le sue parole parlando dell'altro processo, sempre a Palermo, dove Salvatore Cuffaro risponde di concorso esterno in associazione mafiosa. Il 28 giugno scorso in questo dibattimento i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, a conclusione di una requisitoria durata per quattro udienze, ne hanno chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. La richiesta di 10 anni è comprensiva dello sconto di un terzo della pena previsto per il rito abbreviato scelto da Cuffaro. Tra le vicende oggetto di questo processo, noto come "Cuffaro bis", quella delle candidature di Mimmo Miceli e Giuseppe Acanto (detto Piero), nelle liste del Cdu e del Biancofiore alle elezioni regionali del 2001. Entrambi, secondo l'accusa, furono sponsorizzati da Cosa nostra e Cuffaro per questo motivo li accettò come candidati nelle liste a lui collegate. "Mio fratello – ha aggiunto Silvio Cuffaro – lo ha detto e lo ha fatto: le sentenze vanno rispettate. E’ un uomo delle istituzioni. Lo è sempre stato. Ieri è stato in chiesa in raccoglimento poi l’avvocato gli ha comunicato la notizia della conferma della condanna a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato ed è voluto andare subito dai carabinieri. Si è costituito a Roma, penso, per poter stare più vicino a suo figlio che vive nella Capitale".
Lui, Silvio, ha trascorso le ore della tensione, prima della decisione della Cassazione, accanto al fratello Totò. Lo ha abbracciato forte prima che andasse dai carabinieri per farsi portare a Rebibbia. "Un momento di grande dolore - ha raccontato - L’amarezza di chi conosce mio fratello Totò è grande. La gente sa perfettamente, a differenza di chi si pronuncia a nome del popolo italiano, che non è un mafioso e non ha mai avuto a che fare con la mafia. Io penso che coloro che lo conoscono a prescindere dal colore politico non possono che essere consapevoli di ciò". Silvio Cuffaro ha raccontato ancora di aver ricevuto manifestazioni di affetto da centinaia di persone. "Hanno telefonato piangendo – ha detto – Molti non hanno avuto la forza di dire ciò che volevano esprimere perché scoppiavano in lacrime durante il dialogo. So solo che ci sono persone con quattro ergastoli che sono libere e mio fratello è in carcere e non so la ragione".

E in tanti si chiedono se Totò Cuffaro veramente sconterà tutti e sette gli anni di pena che gli sono stati inflitti. La fine della pena è prevista per il 2018, ma l'ex governatore uscirà dal carcere molto prima. Innanzitutto la condanna reale, per effetto dell'indulto sarà di sei anni e sei mesi. Ma non solo: ci sono anche gli sconti previsti per la "liberazione anticipata", dunque se manterrà una buona condotta in carcere potrà ottenere una riduzione di tre mesi all'anno. Dunque, la fine della pena potrebbe arrivare nel luglio del 2016. L'aggravante di mafia non prevede altri sconti, ad eccezione di gravi motivi di salute o di famiglia che potrebbero giustificare la detenzione domiciliare o altre misure.

La politica e i "suoi" voti - A Salvatore Cuffaro al Senato subentrerà Maria Pia Castiglione. La geografia politica però non muta. Candidata nella lista dell'Udc, anche lei ha aderito al Pid, Popolari di Italia Domani, promosso dal gruppo siciliano in rotta con Casini. Nata 55 anni anni fa a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, Maria Pia Castiglione è medico neurologo che svolge attività specialistica ambulatoriale a Trapani, Pantelleria e Castellammare del Golfo. E' in politica da molti anni. Tra il 1991 e il 1993 è stata sindaco di San Vito Lo Capo, poi consigliere provinciale di Trapani, infine consigliere comunale del suo paese. Fino al settembre dell'anno scorso è stata presidente provinciale dell'Udc a Trapani. Ha ufficializzato la sua adesione al Pid il 3 gennaio durante un'assemblea presieduta da Calogero Mannino. Sposata con un ingegnere, una figlia, si dichiara grande amica di Totò Cuffaro. "Provo per lui - ha detto - un grande dispiacere. Per me resta un amico dotato di grande umanità, disponibilità e generosità. Tutti gli dobbiamo tanto". Alle politiche del 2008 gli unici tre senatori dell'Udc sono stati eletti in Sicilia. Ora il gruppo è diviso. Con Casini è rimasto Gianpiero D'Alia, eletto nella circoscrizione orientale; Cuffaro e Aparo Burgaretta (subentrato ad Antonello Antinoro che aveva optato per il seggio di eurodeputato) sono passati al Pid. Ora la Castiglione rimpiazza Cuffaro senza alterare gli equilibri in Senato.

Per quanto riguarda i voti che Salvatore Cuffaro aveva, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano è sicuro che andranno al Pdl. "I voti di Cuffaro resteranno al centrodestra di Berlusconi". Intervistato da Sky Tg24 Alfano ha poi sottolineato "la dignità del contegno di Cuffaro in tutti questi anni e da ultimo proprio il giorno in cui dopo la sentenza della Cassazione ha accettato la via del carcere". Quanto al futuro politico della Sicilia, Alfano ha affermato: "Ritengo sia una regione con una profonda convinzione moderata, di centrodestra, che sta subendo in questa fase una violenza politica senza precedenti con il presidente Lombardo che ha preso i voti dal centrodestra e che ha portato la sinistra, sempre sconfitta in Sicilia al governo. E’ una cosa di una gravità inaudita e la reazione popolare alla prima occasione, cioè le elezioni, si farà sentire. I voti di Cuffaro credo resteranno in area moderata, verso il centrodestra di Berlusconi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Repubblica/Palermo.it, Lasiciliaweb.it]

- E' la condanna più pesante inflitta ad un uomo politico nella storia della Repubblica di Salvatore Parlagreco

 

 

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24 gennaio 2011
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