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Un continuo esodo di migranti

Dall'inizio dell'anno soccorse nel canale di Sicilia e nelle acque di Puglia e Calabria 5.611 persone

05 marzo 2014

Dall'inizio dell'anno sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia e nelle acque di Puglia e Calabria 5.611 migranti, vale a dire undici volte di più di quanti ne furono soccorsi nello stesso periodo l'anno scorso (476). E' quanto ha rilevato in un'audizione alla Commissione Schengen il direttore centrale dell'immigrazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Giovanni Pinto, spiegando che questi numeri "pongono un problema di asilo e assistenza" e che proprio per questo "si sta lavorando per creare ulteriori seimila posti" nei Centri di accoglienza.
Pinto ha poi sottolineato che sia Frontex, l'operazione dell'Ue per il soccorso dei migranti, sia Mare Nostrum, l'intervento voluta dal governo italiano dopo il naufragio del 3 ottobre scorso davanti a Lampedusa costato la vita a 366 migranti, hanno lo stesso scopo. "Al di là delle sterili polemiche, non c'è una gran differenza tra le due operazioni, perché in entrambi i casi si salvano delle vite". Dunque "bisogna spostare l'attenzione" nei paesi di partenza e di transito. Anche perché non è possibile respingere i migranti: "questo è un principio da cui non possiamo derogare".

Ecco, dunque, che diventano fondamentali gli accordi per i rimpatri assistiti con i paesi dall'altra sponda del Mediterraneo. Al momento quelli che funzionano meglio sono con Tunisia, Egitto e Nigeria e non è un caso che più della metà degli oltre 300 migranti rimpatriati dall'inizio dell'anno siano rientrati nei due paesi del nord Africa. 147 sono invece gli immigrati irregolari che sono stati rimpatriati in altri paesi con 133 voli di linea. E anche nel 2013, su quasi 4.500 migranti espulsi dall'Italia, oltre tremila sono egiziani e tunisini (202 sono invece nigeriani e altri 1.129 provengono da altri paesi dove sono rientrati con 943 voli di linea).

Pinto ha poi spiegato che la stragrande maggioranza dei migranti arrivati in questi primi tre mesi dell'anno, è partita dalla Libia. E la causa è, ancora una volta, l'instabilità della situazione nel paese e la difficoltà per l'Italia di avere rapporti con le autorità locali. In Libia tra l'altro operano "organizzazioni criminali sempre più sofisticate" che sono ormai in grado di gestire i traffici di esseri umani dalla Somalia all'Africa occidentale. [ANSA]

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05 marzo 2014
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