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Un decalogo per liberare gli appalti da sprechi, mafie e corruzione

Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil presentano un piano al Governo affinché siano prese tutte le misure necessarie

08 aprile 2015

L'obiettivo è quello di "sollecitare il Governo affinché siano prese tutte le misure necessarie affinché i cantieri delle opere pubbliche in Italia siano liberati dalla corruzione e dalle mafie, per rendere possibile la realizzazione di infrastrutture davvero utili per tutti, fondate su innovazione, qualità, trasparenza, sviluppo, occupazione, tutela del lavoro, dell'ambiente e del territorio".
"L'Italia ha bisogno di nuovi investimenti nelle infrastrutture per rendere il Paese più moderno, con città più vivibili e sostenibili. Occorre garantire strutture di comunicazione funzionali, impianti idrici e di depurazione efficienti, solo per fare alcuni esempi, indispensabili per far ripartire davvero l'economia. I ritardi che caratterizzano il Paese, troppo spesso frutto di corruzione e opacità, possono essere recuperati solo attraverso scelte radicali, che passano innanzitutto per l'individuazione di opere realmente utili e coerenti con questa visione".
E’ questo il contenuto delle dichiarazioni del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, Luigi Ciotti, presidente di Libera, Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil, Annamaria Furlan, Segretario Generale della Cisl e Carmelo Barbagallo, Segretario Generale della Uil, "ma per questo serve una nuova programmazione, un confronto pubblico trasparente e delle serie e indipendenti analisi di costi e benefici".

Per sradicare la corruzione che pervade il settore dei lavori pubblici su cui, dal Mose all'Expo, è intervenuta a più riprese la magistratura, occorre cambiare in modo radicale il sistema che governa appalti e lavori.
Già nel 1996 il Rapporto Cassese aveva fatto suonare allarmi che non sono stati ascoltati: a quasi venti anni da quel documento ancora troppo poco è cambiato.
"Su 33 grandi opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010, il costo sostenuto dalle casse pubbliche era passato da 574 milioni di euro dell'assegnazione iniziale a 834 milioni di euro: si tratta di un onere aggiuntivo per i cittadini pari al 45% del valore iniziale di aggiudicazione. È necessario stabilire regole chiare e responsabilità", hanno concluso Cogliati Dezza, Ciotti e Camusso, Furlan e Barbagallo "ma è altrettanto indispensabile innovare il settore delle costruzioni in Italia, per elevare finalmente la qualità della progettazione attraverso i concorsi, riducendo gli impatti e contribuendo alla lotta ai disastri ambientali con serie valutazioni preliminari, garantendo un trasparente confronto con i territori e la più ampia informazione dei cittadini, tutelando i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici".

Di seguito, dalle regole ai controlli, le dieci priorità indicate da Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil.
1. Rendere più efficace il quadro normativo: recepire le Direttive comunitarie in tema di appalti e procedere a una rapida riscrizione del nuovo codice degli appalti; snellire il codice dei contratti pubblici per evitare il ricorso all’urgenza o all’azione in deroga delle norme; ridurre il numero dei centri decisionali; riformare l’istituto dell’arbitrato;

2. Assegnare appalti di lavori, servizi e concessioni pubbliche solo tramite gare standardizzate: abolire la trattativa privata e ridurre le strutture parastatali e quelle con struttura privatistica; standardizzare e semplificare contratti del medesimo genere, prevedendo l'indicazione in fase di gara del contratto applicato per profilo merceologico prevalente e l'utilizzo del documento di gara unico europeo; attivare concorsi per tutte le opere pubbliche;

3. Rafforzare i corpi tecnici dello Stato per eliminare il ricorso a professionisti esterni in progettazione e direzione lavori; abolire l’anomalo istituto del general contractor per evitare che la direzione lavori sia in carico alla stessa stazione appaltante; organizzare corpi stato separati e autonomi da influenze politiche; prevedere subappalti controllati, divieto di attribuzione del sub appalto ad imprese che hanno partecipato alla gara;

4. Affidare lavori solo sulla base di progettazioni esecutive: permettere l’affidamento per le concessioni di lavori e di project financing solo sulla base di progettazioni definitive; condizionare l’esecuzione della gara alla sussistenza di finanziamenti sufficienti a coprire l’intera durata della prestazione;

5. Implementare e migliorare il sistema delle whitelist: premiare nelle gara le imprese che non siano coinvolte in vicende di corruzione e di mafia; rendere obbligatorio, per le categorie di lavori sensibili, l'iscrizione alle whiteslist, preferire le imprese con buoni e certificati risultati nelle loro precedenti attività contrattuali e controllare la certificazione fiscale e contributiva;

6. Attuare il miglior controllo istituzionale: ampliare i poteri di intervento, vigilanza e sanzione dell'Autorità nazionale anticorruzione per tutte le opere pubbliche; definire indicatori certi e quantificabili sia di processo che di risultato, in modo da poter tempestivamente misurare l’efficienza della prestazione dei contraenti privati;

7. Rendere efficace il controllo tecnico per ogni appalto: scegliere collaudatori indipendenti sulla base di criteri definiti dall'Autorità nazionale anticorruzione e solo alla fine dei lavori; fornire incentivi economici per quei funzionari che conseguono buoni risultati ed inchieste interne volte ad accertare le cause di procedure con esiti scadenti;

8. Garantire completa trasparenza e incoraggiare il controllo civico: adottare il Freedom Of Information Act anche in Italia, per rendere massimamente trasparente qualunque opera pubblica nazionale e locale; introdurre il Debat Public per tutte le opere pubbliche nazionali, con garanzie su informazioni e risposte ai cittadini, sui tempi del confronto e delle decisioni;

9. Proteggere l’ambiente: attraverso la Valutazione di impatto ambientale sul progetto preliminare, con verifiche nelle fasi successive e introduzione di Linee guida per le mitigazioni e compensazioni ambientali; utilizzare materiali provenienti dal recupero nei capitolati di appalto, per ridurre il prelievo da cava, attraverso il recepimento delle Direttive europee e fissando standard minimi obbligatori;

10. Tutelare i lavoratori, contrastando la pratica del massimo ribasso; reintrodurre il rispetto della clausola sociale vincolante nei campi di appalto; escludere dalle procedure di appalto le imprese che abbiano violato gli obblighi contrattuali verso i lavoratori, assicurando la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro; rendere obbligatorio il pagamento diretto del subappaltante da parte della stazione appaltante e in caso di inadempienza dell'impresa appaltatrice, il pagamento diretto dei lavoratori da parte della stazione appaltante. [Aise]

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08 aprile 2015
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