Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Un'ecatombe sfiorata

La tragedia dello Stretto di Messina poteva essere più grave. Adesso si cercano i responsabili

17 gennaio 2007

Un'impressionante squarcio e tanta ferraglia. E' quello che rimane del 'Segesta Jet' l'aliscafo coinvolto, insieme alla nave portaconteiner 'Susan Borchard', nel tragico incidente dell'altro ieri mentre le due imbarcazioni navigavano sulle acque dello Stretto di Messina. Ancora stamane i vigili del fuoco hanno ripreso le ricerche tra le lamiere per accertarsi che sull'aliscafo non ci sia più nessuno, ma il bilancio sembra possa dirsi definitivo. Quattro vittime, tutti membri dell'equipaggio: il comandante Sebastiano Mafodda, 52 anni, il direttore di macchina Marcello Sposito, di 41, il motorista Domenico Zona, di 34 anni, e il marinaio Lauro Palmiro, di 54.
Quindi continuano le ricerche delle persone come continuano le operazioni di messa in sicurezza dell'aliscafo, perché, nonostante l'imbracatura che i vigili del fuoco hanno già posizionato per reggere quel che resta del natante, il pericolo che questo affondi rimane.
Per quanto riguarda le decine di feriti, 68 ricoverati a Messina (22 al Policlinico, 26 al Papardo e 20 al Piemonte), poco più di venti ancora ricoverati agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, i casi più gravi si trovano al Policlinico messinese, e due nel reparto di rianimazione del nosocomio reggino.

E c'è una prima ricostruzione della dinamica della collissione navale. L'ha fatta l'ammiraglio Luciano Dassatti, comandante generale delle Capitanerie di porto. ''Dai sistemi radar e di bordo, da una prima analisi - ha affermato Dassatti - abbiamo potuto stabilire che la portacontainer ''Susan Borchard'' navigava nello Stretto da Nord verso Sud. Sappiamo che ha dovuto compiere una manovra, a quanto pare di poppa, per evitare il traghetto ''Zancle'' del gruppo Tourist Caronte. Poco dopo, ma saranno i tecnici a stabilire quanto dopo, c'è stato l'impatto con il ''Segesta Jet''. Nei prossimi giorni verrà istituita una commissione che, io credo, prima dei due mesi canonici possa darci risposte su quanto avvenuto''.
Quindi, l'ipotesi di una terza nave sembra ormai acclarata, e si tratterebbe del traghetto ''Zancle'' della compagnia privata Caronte&Tourist, in servizio tra il porto di Villa San Giovanni e quello di Tremestieri in Sicilia. Tra l'altro, la presenza dello ''Zancle'' è stata confermata in una nota dalla stessa compagnia Caronte, che ha subito avviato un'indagine conoscitiva interna ''per determinare la posizione della propria flotta in servizio al momento dell'impatto, composta da sette unità''.

Certo si tratta della prima, ipotetica ricostruzione, ciò sottintende che fino a quando non vi saranno tutti, nessuno il traghetto ''Zancle''escluso, gli elementi utili, ci si può muovere solo e soltanto nel campo delle ipotesi pure.
Per esempio, un'ipotesi è che il traghetto ''Zancle'' abbia potuto coprire la visuale al comandante della ''Segesta''. Un'altra fa riferimento ad una manovra errata della nave straniera. Senza dimenticare infine che ci possono essere stati errori anche da parte del comandante, deceduto nell'impatto insieme agli altri uomini dell'equipaggio con compiti di comando, dell'aliscafo appartenente alle Fs.
Secondo la ''Caronte & Tourist'' il proprio traghetto ''aveva visto sfilare normalmente alla propria poppa la 'Segesta' prima del momento dell'incidente''. Dai dati del sistema satellitare Ais, sempre secondo le informazioni diffuse dalla Caronte& Tourist, ''emerge chiaramente che Segesta non ha modificato la propria rotta e velocità, rimasta praticamente costante dall'uscita dal Porto di Reggio Calabria, per poter sfilare in sicurezza di davanti alla Zancle''. Tutte le informazioni Ais trasmesse dai transponder ''sono state immediatamente consegnate alla Capitaneria di Porto''.

Intanto la Procura di Messina ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di disastro colposo contro ignoti. Il sostituto procuratore di Messina Angelo Cavallo, uno dei titolari dell'indagine sull'incidente, ha detto: ''Ci interessa preservare i dati oggettivi''. Il procuratore e il pm Francesca Ciranna, hanno poi concluso un sopralluogo sull'imbarcazione delle Fs devastata.
Il pm Cavallo ha detto di non avere ancora interrogato il comandante del mercantile: ''Lo faremo presto - dice - adesso siamo concentrati sulla salvaguardia dei dati oggettivi, sull'esame di tutti gli elementi importanti come quelle che possiamo chiamare scatole nere. Secondo quanto ci risulta - ha anche detto - in base anche alla posizione delle navi, la competenza dell'inchiesta dovrebbe essere della procura di Messina. Da parte nostra, comunque c'è la massima disponibilità a collaborare con i magistrati calabresi''.
Anche la Procura di Reggio Calabia ha aperto un'inchiesta. Naufragio colposo ed omicidio colposo plurimo: sono questi i reati per i quali il sostituto procuratore Francesco Mollace, ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, sulla collisione nello Stretto di Messina.
''L'inchiesta mia e quella aperta dai colleghi della Procura di Messina - ha detto Mollace - possono, per il momento, tranquillamente coesistere fino a quando non sarà definita la questione della competenza. A tal fine ciò che occorre accertare in primo luogo è il punto di collisione tra la nave e l'aliscafo. Il che potrà avvenire dopo la conclusione dei relativi accertamenti peritali''.

Il ministro dei Trasporti Bianchi a MessinaE ieri mattina a Messina e Reggio Calabria è arrivato anche il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. ''Se solo il punto di impatto tra la Borchard e la Segesta fosse stato qualche metro più a poppa ci saremmo trovati dinanzi ad una vera e propria ecatombe''. Ha detto, tra le altre cose, il ministro durante una conferenza stampa negli uffici della Prefettura di Reggio Calabria. ''I problemi della sicurezza erano noti da qualche decennio'' ha affermato inoltre il ministro. ''I problemi di quest'area così particolare - ha aggiunto Bianchi - devono diventare, dopo tutto quello che è successo, un punto di forza di una nuova politica dei trasporti che tenga conto di tutte le grandi novità di questi anni, tra cui l'incremento dei traffici dovuto all'operatività di Gioia Tauro''.
Prima della conferenza Bianchi aveva visitato i feriti ricoverati nei due capoluoghi dello Stretto.
In particolare, Bianchi ha affermato che ''le strutture sanitarie delle due sponde dello stretto e i soccorsi partiti dai due porti, di Reggio e di Messina, si sono dimostrati assolutamente efficaci e pronti all'emergenza, altrimenti tutto sarebbe stato più tragico. Tenete conto - ha sottolineato il ministro - che buona parte dell'equipaggio del Segesta è deceduto sul colpo e le circa 150 persone a bordo sono state salvate proprio grazie all'ottimo funzionamento dei soccorsi''.

E già stamattina il ministro dei Trasporti ha riferito in Parlamento sulla tragedia.''E' necessario potenziare la sicurezza nello Stretto di Messina'', ha detto in primis il ministro. ''Non possiamo dire generalmente che le misure di sicurezza nello Stretto di Messina siano inadeguate; il sistema generale è di un elevato livello di efficienza - ha precisato Bianchi -. Ma si tratta di un sistema che è stato pensato precedentemente all'aumento tumultuoso del traffico di attraversamento che si è raggiunto in questi anni''. E quindi, ha concluso il ministro, ''forse è necessario adeguare i sistemi di sicurezza a questi più elevati livelli di traffico''.
Poi ha nuovamente lodato ''l'assoluta prontezza e professionalità dei soccorsi'', assicurando che è stata ''determinante'' nello scongiurare perdite maggiori di quelle che ci sono state. ''Subito dopo l'incidente - ha ripetuto il ministro in Parlamento - i passeggeri dell'aliscafo si sono trovati praticamente senza alcuna assistenza da parte dell'equipaggio: solo l'arrivo tempestivo dei soccorsi ha evitato conseguenze peggiori''.

Intanto, è anche arrivata la versione del comandante della nave mercantile che ha sventrato l'aliscafo, la nave mercantile ''Susan Borchard''che ha chiaramente affermato di aver fatto tutto il possibile per evitare lo scontro. ''Abbiamo visto sul radar il 'Segesta Jet' e ci siamo accorti che era in rotta di collisione. Abbiamo ridotto subito la velocità, in modo brusco - ha raccontato il comandante Maksym Poludnjev, 38 anni, ucraino - da 9 a 2 nodi, abbiamo azionato le sirene e i segnali di luce. Abbiamo fatto il possibile ma non c'è stato nulla da fare''. Il portacontainer è ancora ormeggiato al molo Colapesce a pochi metri dal 'Segesta Jet' che, ha aggiunto Poludnjev, ''non si è evidentemente accorto di noi perché non ha mai ridotto la velocità. L'imbarcazione andava almeno a 20 miglia l'ora''. Il comandante ricorda anche la presenza di un'altra nave che ''ha incrociato le nostre rotte così che ci siamo trovati di fronte al traghetto veloce''. Erano le 17.53 quando a quel punto ha inviato l'allarme. Maksym Poludnjev ricorda ancora che l'aliscafo si era incastrato nella prua della sua nave che ha trascinato per alcune miglia il Segesta Jet. In attesa che arrivassero i soccorsi l'equipaggio del cargo ha assistito i passeggeri del traghetto: ''Abbiamo fatto il possibile, ci siamo prodigati al massimo per dare il nostro aiuto in quei primi frangenti di questa tremenda tragedia rispetto alla quale mi sento di dire che non abbiamo nessuna colpa''.

- La torre radar sullo Stretto? Chiude alle 17, di Felice Cavallaro (Corriere.it)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

17 gennaio 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia