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Un ecomostro chiamato Playa Bonita

Blitz di Goletta Verde all'ex stabilimento balneare a Barcarello. "La Costa non si tocca: abbattiamo l’ecomostro!"

12 luglio 2017
Un ecomostro chiamato Playa Bonita

Abbattere subito quello che resta dell'ex stabilimento balneare Playa Bonita nella zona Barcarello a Sferracavallo e rimettere in sicurezza l’intera aree per garantire sicurezza ai cittadini e ridare dignità a una delle aree più caratteristiche del litorale palermitano che si affaccia sull’area marina protetta di Capo Gallo - Isola delle femmine.
È quanto chiede Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a tutela dei mari e delle coste italiane, che ieri pomeriggio è arrivata a Palermo. Gli attivisti di Legambiente si sono recati nei pressi dell’area dell’ex stabilimento balneare, oggi ridotto a uno scheletro, esponendo lo striscione "La Costa non si tocca: abbattiamo l’ecomostro!".
La struttura in questione è attualmente sotto sequestro, con un’intricata vicenda giudiziaria che dura ormai da diversi anni e ne complica ulteriormente la risoluzione. Una struttura è stata anche più volte incendiata da quando è caduta in disuso e che sta lentamente cedendo sotto l’erosione costante del mare, l’incuria e l’abbandono. Negli anni è divenuta così l’emblema del degrado, in una zona che invece potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello dell’area. La stessa passeggiata in legno che conduce sino alla punta della riserva protetta è stata solo in parte ristrutturata.

«C’è un’unica soluzione, che vede già schierati comitati, associazioni e cittadini: abbatterlo. - commenta Francesco Liotti, Circolo Legambiente "Mesogeo" Palermo - Non solo per dare un segnale chiaro di rottura con il passato e di una nuova visione di sviluppo e tutela della costa, ma anche e soprattutto per ridare dignità e decoro a questi luoghi. Chiediamo quindi alle autorità competenti di procedere immediatamente all’abbattimento di questo ecomostro e alla contemporanea messa in sicurezza dell’area, perché non si può accettare che vengano lasciate all’abbandono risorse territoriali di eccellenza che potrebbero invece rappresentare un elemento di pregio del nostro territorio».

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12 luglio 2017
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