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Un'emergenza a cadenza mensile...

Mentre Palermo è di nuovo invasa dalla spazzatura dall'Amia fanno sapere che per loro è impossibile intervenire

01 ottobre 2009

Purtroppo non è né una sorpresa né tanto meno un'"anomalia", quanto sta accadendo in questi giorni a Palermo. Tutti sapevano che sarebbe stato solo una questioni di mesi o settimane, e l'immondizia avrebbe nuovamente invaso le strade del capoluogo siciliano. Sì perché l'emergenza, da due anni a questa parte, in realtà, non è mai veramente finita. O meglio, non si può parlare di cessata emergenza quando si sà chiaramente che il problema dello smaltimento dei rifiuti a Palermo, e più in generale in tutta l'isola, non è stato assolutamente risolto. Oggi tutto è uguale a sempre, quindi, dopo che saranno accorsi per l'ennesima volta i militari dell'esercito e i volenterosi volontari della Protezione civile, Palermo, oppure un'altra città, dopo qualche tempo ricadrà nuovamente nel "caospazzatura".

Le cronache ci dicono: "A Palermo la raccolta della spazzatura va a rilento e le strade sono di nuovo ricoperte dall'immondizia. Ritorna così l'emergenza rifiuti a Palermo anche se non con un quadro grave come quello del maggio-giugno scorsi (LEGGI), con la città invasa ai rifiuti e cassonetti incendiati in tutti i quartieri. I cumuli di sacchetti sono visibili in più punti della città e i cassonetti sono stracolmi: questo perché, come confermano dall'Amia, i trenta autocompattatori disponibili non sono sufficienti per raccogliere e smaltire tutta l'immondizia e completare i giri previsti anche se è stato introdotto un terzo turno in aggiunta ai due abituali. La situazione è grave in tutta la città, sia nelle cosidette zone del salotto palermitano, sia in periferia come Arenella, Sperone, Villaggio Santa Rosalia, Brancaccio e Bonagia dove tra l'altro nei giorni scorsi i residenti hanno incendiato i cassonetti e l'immondizia per strada. Dall'Amia ribadiscono che fino all'approvazione del bilancio in Consiglio comunale, non ci saranno dei cambiamenti visto che le ditte di manutenzione degli autocompattatori, non sono più disposte a fare credito all'azienda".

Dunque, la situazione a Palermo è grave in tutta la città, perché si accumulano rifiuti da circa un mese e la popolazione inizia a dare fuoco alle mini discariche, però, dicono le cronao primo ottobre che (o meglio, dice qualche cronaca) la situazione non è tanto grave come quella del maggio-giugno scorsi; l'Amia, azienda divenuta emblema negativo di malamministrazione, disastrata era a maggio-giugno e disastrata è ancora oggi, giorno primo ottobre 2009, l'azienda comunale, infatti, non riesce a risollevarsi dal deficit benché il Comune nell'ultimo anno abbia aumentato del 175% la Tarsu, oggi tra le più alte d'Italia. Insomma, all'orizzonte non si vede alcuna luce di speranza...
Come si esce da una situazione del genere? Pensare di nuovo all'Esercito? Probabilmente "arrivranno i nostri" ancora una volta, ma la situazione in toto è così annichilente che sembra impossibile articolare qualsiasi ipotetica soluzione.

I rifiuti siciliani e il "rischio Campania" - In ordine di tempo, l'ultima persona a paventare per la Sicilia una deriva simile (se non peggiore) di quella campana, è stato Gaetano Pecorella, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti.
Un menagramo? Una Cassandra? Un portattasso? Niente di tutto ciò. Semplicemente qualcuno che ha ripetuto qualcosa che si sa da diverso tempo (LEGGI).
"In Sicilia c'è un'emergenza rifiuti significativa". Questa, in sintesi, la valutazione di Pecorella, che ieri a Catania ha tracciato un bilancio delle audizioni nell'Isola (LEGGI), e ha rilevato "l'assenza di un organico Piano di intervento per lo smaltimento di rifiuti".
"In Sicilia non ci sono termovalorizzatori, le capacità di raccolta delle discariche stanno per esaurirsi, Ato e Comuni sono in difficoltà economiche, con un debito complessivo di un miliardo di euro, la criminalità organizzata è presente - ha osservato il senatore del Pdl - mi sembra che davanti a questa situazione è difficile dire che c'è normalità".
A proposito del rischio infiltrazioni della criminalità organizzata Pecorella ha definito "strano che in Sicilia ci siano indagati per concorso esterno all'associazione mafiosa che sono ai vertici di società miste, a maggioranza pubblica, che si occupano di smaltimento dei rifiuti. Le disfunzioni nella cosa pubblica - ha osservato - aiutano la mafia che riesce a smaltire i rifiuti a prezzi più bassi dei 120 euro a tonnellata, per esempio, che costa a Catania".

"La situazione in Sicilia è molto grave" hanno detto gli altri componenti della delegazione. Per Giovanni Fava (Lega nord) che è stato il relatore "la situazione è peggiore di quella che ci si aspettava" visto che sono stati evidenziati "cattiva amministrazione e illeciti. Il colpevole ritardo della politica - ha aggiunto - può fare implodere la vicenda da più versanti".
Gennaro Coronella (Pdl) ha invitato "la Regione a darsi subito da fare" perché "là dove ci sono vuoti c'è il rischio che si infiltri la mafia. Ci vuole - ha rilevato - una legislazione chiara e occorre agire sapendo che tra un anno e mezzo le discariche rischiano di chiudere perchè sature. Senza programmazione c'è il rischio Campania per la Sicilia".
Secondo Alessandro Bratti (Pd) "la situazione è molto grave" anche perché "non può esserci soltanto la discarica per smaltire i rifiuti. Per il Pd - conclude - è un tema che governo Regione devono affrontare urgentemente".

"Attorno al problema dei rifiuti ho la sensazione che ci sia qualcosa di molto grande che non va - ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo - Da quando è saltata la gara sui termovalorizzatori per l'illegalità del bando riscontrata dall'Unione europea, con impianti che tra l'altro avrebbero avuto una capacità ben al di sopra della spazzatura prodotta nell'isola e senza raccolta differenziata all'improvviso è esplosa l'emergenza rifiuti e il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella s'è di fatto trasferito in Sicilia". E ha aggiunto: "Abbiamo ereditato una situazione disastrosa, per quanto ci riguarda abbiamo già ridotto gli Ato (ambiti territoriali ottimali, ndr) e vogliamo fare un piano rifiuti per il popolo siciliano e non per interesse".

[Informzioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it, Corriere.it, La Siciliaweb.it]

 

 

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01 ottobre 2009
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