Un fatto che non costituisce reato...
In tempi di crisi, se l'imprenditore evade, c'è qualche giudice pronto a perdonarlo
L'accusa era quella di non aver versato 66 mila euro di Iva. Il reo è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato"... Dopo altri casi nel nord Italia, tra i primi un imprenditore milanese, anche a Palermo un giudice riconosce che lo stato di crisi economica in cui versa il nostro Paese può giustificare il mancato pagamento dell'Iva.
"Il bilancio della società era stato chiuso in perdita - spiega l'avvocato Giuseppe Botta - di fatto non c'era stato un valore aggiunto che potesse essere sottoposto a tassazione. E soprattutto l'imprenditore si era trovato davanti a un bivio: pagare i dipendenti o lo Stato". La signora Sonia Balsano, legale rappresentante della "Overcook srl" in liquidazione, aveva fatto la sua scelta: pagare i dipendenti. Poi, però, durante un controllo della Guardia di finanza era scattata l'irregolarità e la conseguente denuncia.
Al processo, la Procura aveva chiesto la condanna a quattro mesi per l'imprenditrice. Ma il giudice Maria D'Antonio ha pronunciato sentenza di assoluzione. E ha fissato un termine di 90 giorni, il massimo, per il deposito delle motivazioni della sentenza. E' segno che la questione è particolarmente delicata e complessa, anche perché fino ad oggi la Corte di Cassazione ha sempre respinto questo orientamento che porta a giustificare gli imprenditori in difficoltà. Ma è un orientamento che invece si sta diffondendo in diversi tribunali italiani.
"Questa sentenza ha dissolto un tabù", dice ancora l'avvocato Giuseppe Botta: "Bisogna ragionare sull'elemento soggettivo e oggettivo. L'imprenditrice non voleva sottrarsi all'imperativo legislativo, ma non ha potuto pagare". Così, le recenti sentenze hanno già fatto nascere una nuova categoria, quella degli evasori per necessità, che "non hanno volontà di omettere il versamento", come ha scritto di recente un giudice di Milano assolvendo un imprenditore del settore informatico che non aveva pagato Iva per 180 mila euro.
Dice Roberto Helg, presidente di Confcommercio: "Questa sentenza è una prova di sensibilità e maturità, anche a Palermo la magistratura dimostra di conoscere a pieno la realtà sociale ed economica, che è attraversata da una profonda crisi. Proprio oggi, sono stati diffusi i dati sui fallimenti in Italia: nei primi nove mesi dell'anno è stato registrato un incremento del 12 per cento, è un dato che fotografa in modo chiaro la situazione. L'ultima sentenza della magistratura palermitana - conclude Roberto Helg - interpreta in modo preciso ciò che stiamo vivendo". [Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it]