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Un fatturato da 17 miliardi di euro

Mentre l’economia legale viene stritolata dalla crisi, quella ecomafiosa prospera alla grande

19 giugno 2013

Strangolata dalla pressione fiscale, dalla burocrazia e dalla stretta creditizia, l'economia legale precipita. Quella ecomafiosa invece prospera: viaggia in nero, non ha problemi di liquidità e le decisioni sono rapide. Senza un netto cambio di rotta, che dia fiato a chi rispetta le leggi e aumenti la pressione contro le cosche, i segnali negativi rischiano di moltiplicarsi.
Un fatturato di 16,7 miliardi di euro, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri. Aumentano i clan coinvolti, passando da 296 a 302, quadruplicano i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose che passano da 6 a 25, salgono gli incendi boschivi, cresce l'incidenza dell'abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti.

E’ una fotografia dalle tinte fosche quella mostrata dal rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente, realizzato grazie al contributo delle forze dell'ordine.
"Va sviluppata la più attenta vigilanza da parte delle istituzioni affinché, attraverso il ricorso a tutti i più efficaci mezzi di indagine e coordinamento investigativo, sia assicurato il massimo contrasto delle attività illecite contro l'ambiente" ha affermato Giorgio Napolitano in un messaggio in occasione del rapporto di Legambiente. Il presidente della Repubblica sottolinea inoltre la necessità di far crescere, a partire dai giovani, la cultura del rispetto dell'ambiente.

I numeri degli illeciti ambientali accertati lo scorso anno delineano una situazione di particolare gravità. Il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio, con un numero di reati in crescita rispetto al 2011 (+13,2%) e dalla Toscana, che sale al sesto posto, con 2.524 illeciti (+15,4%).
"Quella delle ecomafie - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - è l'unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale. Semplicemente perché conviene e, tutto sommato, si corrono pochi rischi. Le pene per i reati ambientali continuano ad essere quasi esclusivamente contravvenzioni, un po' come le multe per chi passa con il rosso, e di abbattimento degli edifici quasi sempre non si parla. Anzi, agli ultimi 18 tentativi di riaprire i termini del condono edilizio si è aggiunta la sciagurata idea di sottrarre alle procure il potere di demolire le costruzioni abusive".

Per quanto riguarda la Sicilia, particolarmente importante, in quest'ultimo anno, l'attività di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore delle rinnovabili che ha avuto il suo momento più importante nella confisca dei beni all'imprenditore Vito Nicastri. "Le rinnovabili - commenta Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia - non devono essere un'occasione mancata per lo sviluppo della nostra regione, per cui è fondamentale contrastarne l'inquinamento con fondi illegali".
Non meno importante, come si evidenzia nel rapporto, è il ciclo del cemento. "L'inchiesta di Trapani - ricorda Fontana - ci ha dato ragione: dietro ai lavori della Louis Vuitton Cup, cui ci siamo opposti, c'erano gli interessi della mafia, quelli di Messina Denaro".

Per quanto riguarda l'abusivismo, va sottolineato che mentre il mercato legale della casa si è praticamente dimezzato, a causa della crisi, quello illegale non ha avuto alcune flessione: in Italia ogni anno si continuano a realizzare 26 mila nuove case. "In questo ambito - dice Fontana - sottolineiamo con grande soddisfazione l'impegno assunto dall'assessore regionale Lo Bello per contrastare il fenomeno dell'abusivismo. Imporre, infatti, ai Comuni la demolizione degli abusi è l'unico modo concreto per frenare un fenomeno che continua a devastare il territorio siciliano".

"Sulle ecomafie è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti: inasprire tutte le pene per i reati contro ambientali; migliorare il sistema della tracciabilità dei rifiuti speciali; garantire la demolizione degli immobili abusivi. Sono questi alcuni dei provvedimenti concreti su cui incalzeremo il governo ed il parlamento, per tutelare l'ambiente in cui viviamo e colpire le organizzazioni criminali che sull'inquinamento hanno costruito un business da capogiro a scapito della salute e del benessere di tutti i cittadini". Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in Commissione giustizia, commentando il Rapporto Ecomafie 2013.

[Informazioni tratte da Legambiente.it, Adnkronos/Ign, ANSA, Italpress]

- Ecomafia 2013. Nomi e numeri dell’illegalità ambientale (Legambiente)

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19 giugno 2013
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