Un fiasco totale!
Il "One man show" del governatore Crocetta ieri all'Ars è stato un flop. Per molti sul governo dovrebbe calare il sipario
"Non sono un santo, ma vorrei governare come un santo, vorrei che governassimo tutti insieme. Non ho alcuna intenzione di andare a casa, ho una percezione del dolore molto alta e un livello di resistenza inimmaginabile. Mi piacerebbe molto che le divisioni che ci sono in tutti i partiti, a destra e a sinistra, rimanessero fuori all'aula e che non pesassero nei rapporti tra forze politiche e governo".
Con toni pacati e predicando per un’ora e 41 minuti l’unità trasversale e la comunità politica d’intenti, il governatore siciliano Rosario Crocetta, ieri nell'aula dell'Ars, non ha avuto un gran successo (LEGGI).
Forza Italia ha chiuso al dialogo sulle riforme annunciando una mozione di sfiducia al presidente; i cuperliani, per bocca di Antonello Cracolici, sono rimasti fermi nella richiesta di "una svolta radicale altrimenti ci fermiamo qui"; ai due gruppi si è aggiunto l'intervento inaspettatamente duro di Lino Leanza (Art.4), azionista di peso della coalizione di governo, che ha definito le parole del governatore e il conseguente dibattito d'aula "una occasione perduta", criticando "il clima di conflitto permanente".
In aula, dunque, non c'è stato né la condivisione del patto per le riforme né la resa dei conti.
Il Movimento 5 Stelle ha invitato Crocetta ad andare via e liberare la Sicilia dalla sua presenza. "Il tempo è scaduto. Crocetta vada via, liberi la nostra terra. La Sicilia non può trascinarsi nell'eterna attesa di provvedimenti che non arriveranno mai. Noi diciamo basta, e basta al governatore lo diranno sopratutto i siciliani che il prossimo 26 ottobre, al compimento dei 2 anni di legislatura, saranno chiamati ad esprimere il loro malcontento contro questo disastroso governo con una mozione di sfiducia popolare".
Il gruppo parlamentare pentastellato ha annunciato in aula la seconda sfiducia al presidente della Regione. L'annuncio è arrivato a corredo di "un piccolo e non esaustivo" resoconto dei fallimenti del "Re Mida al contrario", che "ha prodotto disastri praticamente ovunque ha messo le mani: dal Muos, alla Formazione, alle trivelle, passando per le partecipate, il mutuo miliardario, il caso Terna, l'accordo con lo Stato per la rinuncia ai contenziosi, fino al clamoroso flop del click day, per non parlare dei continui rimpasti e delle leggi finanziarie falcidiate a ripetizione dal Commissario dello Stato".
Lo sfiducia-day vedrà il coinvolgimento della piazza con una mega raccolta di firme, che andranno a corredo di quelle raccolte dalla mozione Cinquestelle. "La mozione di sfiducia annunciata da Falcone (FI) - hanno detto i deputati - siamo pronti a firmarla, ma non ci fidiamo. Ormai abbiamo capito quali sono i giochi di Palazzo e siamo convinti che quest'aula non voterà mai il proprio scioglimento".
Irrispettosa è stata giudicata l'assenza dall'Aula del presidente per la durata di quasi tutto il dibattito. Per protesta i deputati del Movimento hanno abbandonato sala d'Ercole durante la replica del governatore.
Prima dell'attesa seduta parlamentare, durante un incontro casuale alla buvette di Palazzo dei Normanni, un abbraccio e bacio tra Rosario Crocetta e il cuperliano Antonello Cracolici, sembrava potesse significare un riavvicinamento visto che i due sono stati protagonisti, nelle ultime settimane, di polemiche e accuse incrociate. Ma così non è stato. L’intervento in Aula di Cracolici, infatti, è stato durissimo. "Capisco che questa situazione ha fatto rinascere persino i morti. Sono molto avvilito di questa discussione tra sordi. Si continua a parlare di assessori anziché di una svolta. Solo i ciechi non vedono la difficoltà ed il disagio di questa situazione. La crisi economica ha origini globali, ma i siciliani pensano che questo governo sia adeguato ai problemi? La sregolatezza di Crocetta ha avuto un fascino iniziale, ma la luna di miele è finita presto. Mai staff è stato più precario dell’esperienza Crocetta con una turnazione di ventuno assessori, cinque capi di gabinetto nella struttura di vertice del presidente della Regione. Consiglierei a tutti di affrontare i problemi e di non girarci attorno. Ci raccontano una Sicilia che non c’è. Alcuni di noi frequentano un’altra Sicilia".
"Nelle scorse europee Crocetta - ha continuato Cracolici - ha voluto un referendum sul governo, con la candidatura di Michela Stancheris, e lo ha perso. Il flop del piano giovani poteva succedere a chiunque, ma il tutto contro tutti ha fornito la triste pagina tra assessore e direttore che se ne sono dette di tutti i colori. Si definisce scherzetto sventolare un foglio in una conferenza stampa come fosse l’ultimo gesto di un criminale? La doppia morale non può funzionare, la politica ha bisogno di serietà e rigore. Siamo al racconto dei bravi di manzoniana memoria. A qualcuno però si è rotto l’orologio, aveva dato dieci giorni e sono passati mesi. Sulle larghe intese Crocetta ha fatto un mezzo passo indietro, ma è quindi in grado di immaginare un governo autorevole. Se non lo è, tanto vale chiuderla qui. Nel baratro con Crocetta non ci vado, ho avuto la responsabilità di averlo scelto insieme ad altri, ma non intendo certo arrivare al punto di suicidarmi. Anche noi abbiamo la nostra onorabilità e la nostra storia politica".
Dalla parte opposta al Governo, ovviamente, gli interventi non potevano essere certo migliori. Il capogruppo di Pid, Grande Sud, verso Forza Italia, Toto Cordaro, ha detto: "Già due anni fa Crocetta iniziò una indegna campagna acquisti, mantenendo nonostante i suoi bluff ed i suoi annunci, la ribalta mediatica, fatta di spot e di flop. Nel tempo Crocetta è scomparso dai talk show, ma , quel che è peggio, la Sicilia è uscita dall’agenda di governo. Il baratro verso il quale corre, Presidente, è il baratro della Sicilia. Le imprese scappano, si preferisce andare in Andalusia. Crocetta è stato smentito da tutto e da tutti. All’Udc chiedo di tornare a parlare con noi, il linguaggio delle cose da fare, oggi invece sappiatelo, siete responsabili". Nei confronti del partito democratico Cordaro si è poi espresso con le dure parole riprese dal giudizio dei leader di Cisl e Cgil: "Il Pd è ridicolo e causa del disastro".
Poi è arrivato il turno di Nello Musumeci: "Io non so se il presidente della Regione Crocetta ci fa o c’è, Crocetta non è la causa, bensì il risultato di una operazione elettorale portata avanti con il soccorso di tanti, anche impensabili. Crocetta è il personaggio sbagliato nel momento sbagliato. Questo è il fallimento della sinistra che governa ormai da cinque anni. Abbiamo voluto spegnere il fuoco buttando benzina. Con il sangue del precariato si è fatto mercato nero in questi due anni. Per non parlare della stravagante riforma delle province, avete rispolverato una norma del 1946. Non sono tutti mafiosi quelli che non la pensano come lei, la verità che lei presidente è un buono a nulla, ma capace di tutto. Si può chiamare il piromane per spegnere l’incendio?"