Un fine settimana senza TV: ''Spegni la TV e vivi la città''. Parte lo Sciopero nazionale dei Telespettatori
L'11 e il 12 dicembre la televisione non esiste più
L'11 e il 12 dicembre la televisione non esiste più. I telespettatori si riprendono il tempo e lo spazio, riscoprono le persone, la città e tutte le cose che si possono fare fuori orario, provano che lontano dallo schermo si conquista tempo, si risparmia energia e si recupera su molti fronti.
Insomma ''Spegni la TV e vivi la città'', questo è l'appello lanciato per il prossimo sciopero dei telespettatori indetto per il fine settimana del l'11 e 12 dicembre (a partire dalla mezzanotte di venerdì 10). L'iniziativa, che nel giugno scorso aveva trascinato fuori di casa 700mila italiani, torna per coinvolgere un milione e mezzo di persone.
La televisione è uno dei principali artefici di ottundimento e isolamento: tutti lo dicono, molti lo scrivono, ma la situazione peggiora in diretta. Stando all'auditel, la televisione è anche una grande ladra di tempo, un bene insostituibile attualmente in forte rivalutazione.
Al di là di polemiche e schieramenti, contro l'uso sconsiderato di tv, l'atteggiamento passivo nei suoi confronti, il suo potere devastante e l'effetto-alone su altri media, per i quali siamo soprattutto telespettatori, il Gruppo culturale Esterni propone l'esercizio dell'astinenza: basta guardarla, limitiamo anche il parlarne, guardiamo fuori.
La protesta vuole dimostrare, dati alla mano, che si può scalfire il potere della televisione con un ''dato di non ascolto'' che man mano si avvicina, raggiunge e supera il dato auditel. Il giorno in cui gli indici di ascolto dovessero precipitare, verrebbe tecnicamente dimostrata la vulnerabilità della televisione.
Non è impossibile? Basta non accenderla e sincronizzare i tempi.
Il Gruppo Esterni si appella ai singoli, alle famiglie, alle associazioni, alle città di tutta Italia, chiede adesioni e proposte mentre lancia le prime idee: il telecomando come unità di misura nazionale di baratto; una carta dei diritti dei telespettatori e dei non telespettatori; il buio regolamentato o vuoto periodico nelle trasmissioni; un gesto di autocritica o auto-sospensione da parte di autori, giornalisti e conduttori di programmi televisivi; messaggi in sovrimpressione, nel corso delle trasmissioni, che avvertono della dannosità del mezzo; oggetti, strumenti e letteratura di dissuasione, luoghi privilegiati per non tele-vedenti...
Adesioni e Modalità
Il dato di non ascolto dello Sciopero dei Telespettatori si fonda su concrete possibilità di successo dal momento che le adesioni che arrivano da tutto il paese non sono solo di singoli cittadini, ma anche di collettività, enti, associazioni culturali e di consumatori, musei, cinema, teatri, biblioteche...
E' un universo che cresce di giorno in giorno, si organizza e invita a uscire tutti insieme con il telecomando, segno distintivo di riconoscimento e di socializzazione, per partecipare alle agitazioni culturali d'Italia: cortei che toccano teatri, cinema, parchi, piazze, librerie, spettacoli, feste, cene, biciclettate, visite alle città e a mostre. Sono già consultabili sul sito i luoghi e i programmi delle prime 20 città-cellule dell'agitazione - destinate ad aumentare sensibilmente nell'arco delle 48 ore - con tutte le informazioni sul tipo di adesione, orari e picchetti contro la televisione.
Il dato di non ascolto
Verrà misurato in prime time, sabato 11 dicembre dalle 20,30 alle 22.30, sulla base delle adesioni pervenute al sito www.sciopero.tv
L'obiettivo della protesta percorre una strada che porta sistematicamente a un abbattimento del dato di ascolto, con 15 milioni di telespettatori sottratti entro il dicembre 2006. Sabato 11 dicembre 1.500.000 di telespettatori verranno sottratti agli oltre 25 milioni del dato auditel, una quota che rasenta un buon 6%. E se per caso i 5.101 meter auditel dovessero rimanere accesi, quale sarà il dato ufficiale degli ascolti? Continuerà ad essere un dato reale?
Investimenti pubblicitari
Chissà se i dati auditel di sabato 11 dicembre saranno attendibili. Gli investitori potranno sempre scegliere tra continuare a pianificare sul mezzo televisivo o investire su altri mezzi o in altri progetti. Come in azioni culturali, per esempio.