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UN FOCUS SU TRE REGIONI, CON UN OCCHIO ALLE OASI DEL WWF IN FIAMME

26 luglio 2007

SICILIA
Le fiamme stanno divorando migliaia di ettari in tutta la Sicilia, Nessuna zona risparmiata, dai Peloritani al Golfo di Trapani e dall'Etana agli Iblei. Tante le zone ricadenti nelle aree della Rete Natura 2000, ove sono compresi SIC e ZPS, e le zone ricadenti in riserve naturali e parchi regionali.
Il Wwf ritiene che siano insufficienti i mezzi necessari per fronteggiare la sempre crescente delinquenza che colpisce mortalmente il nostro preziosissimo patrimonio ambientale e naturalistico.
Dovrebbe essere, infatti, implementato e ammodernato tutto il sistema dei mezzi antincendio (autobotti, Canadair, elicotteri); dovrebbero essere applicate e rispettate alla lettera le leggi vigenti relative alle aree incendiate, ovvero: divieto di pascolo, di caccia, di costruzione e di rimboschimento;dovrebbe essere tenuto sempre aggiornato, attraverso continuo monitoraggio, l'elenco delle aree incendiate, comprese quelle aree inferiori a 10 ettari di ampiezza.

L'Oasi di Torre Salsa (Agrigento)
Il 24 Luglio, alle 16 anche all'interno della Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa, nei pressi del torrente ''Cannicella'', è stato appiccato un fuoco nell'area antistante il canneto, nei pressi di uno degli ingressi della riserva
Fino alle 18.30 la forestale non è potuta intervenire perché impegnata su altri fronti, poi partendo dal monte ''Cupolone'' si è fermato il fuoco che minacciava il bosco di Monte Stella. Nonostante l'intervento, il fuoco ha attraversato circa 110 ettari di superficie, di cui oltre 90 in zona ''A'', interessando soprattutto macchia mediterranea, alcuni uliveti e un'abitazione rurale della parte sud della riserva.
Un danno enorme che non si può quantificare prendendo unicamente come parametro gli ettari andati a fumo. La Riserva di Torre Salsa conserva specie relitte o uniche al mondo, fungendo da riserva in cui riprodursi e mantenere integra la catena ecosistemica.
Si pensi all'Emys Trinacris, la specie di testuggine palustre siciliana presente solamente nell'isola. Questa specie scoperta da pochi mesi è vive in poche aree umide della Sicilia, tra cui alcune zone della riserva di Torre Salsa, e ieri l'incendio è partito proprio dal torrente 'Cannicella'.
La flora poi ha subito dei danni incommensurabili, con molti ettari di macchia mediterranea andati a fuoco e numerose specie di Ginepro Fenicio (Juniperus phoenicea L) morte per le fiamme. Anche se il danno maggiore a una singola specie è da reputarsi per la Palma nana (Chamaerops humilis), unica specie di palma europea, di cui sono andate perdute diverse centinaia di esemplari.
Fortunatamente si è salvata la costa e l'ambiente dunale, che a Torre salsa presenta uno delle 10 spiagge più selvagge d'Italia e quindi da salvaguardare ad ogni costo.
- www.wwftorresalsa.it

CALABRIA
L'Oasi dell'Angitola (Vibo Valentia)
Le fiamme che stanno divorando migliaia di ettari in tutta la provincia, non hanno risparmiato l'oasi di protezione della fauna del lago Angitola, facente parte del Parco Regionale delle Serre e dichiarata Sito di Importanza Comunitaria.
Già nella giornata di domenica il fuoco aveva destato non poca preoccupazione a causa dei numerosi roghi che venivano appiccati. La situazione è però degenerata nella mattinata di lunedì, quando gli incendi hanno interessato la pineta che circonda l’oasi nel tratto parallelo alla statale 110.
Danni ingenti hanno riportato i boschi di Sughera di località Bufalariana, tra Pizzo e Maierato e la collina di Pizzo a monte della Statale 18: diversi ettari di pregiato vigneto e di uliveti sono andati distrutti nel corso della notte, insieme a vaste aree di querceto e  macchia mediterranea alta, creando forte apprensione e rabbia tra gli agricoltori della zona che hanno visto andare in fumo il frutto del loro lavoro.
Nonostante l'impegno e l'abnegazione degli operai forestali, che spesso si trovano ad operare in condizioni di forte pericolo, il Wwf denuncia la vergognosa carenza di mezzi (autobotti, Canadair, elicotteri) e soprattutto la mancanza di una seria politica di prevenzione e di repressione degli incendi, così come richiesto da anni, mediante l'istituzione di una rete di vedette fisse, durante il periodo estivo, in grado di segnalare subito i focolai e intervenire prima che l'incendio diventi incontrollabile.
- www.wwf.it/Calabria/

PUGLIA
Il Parco del Gargano: una catastrofe annunciata
L'immenso rogo che sta percorrendo il Gargano, in quasi tutti i comuni del Parco, rappresenta un catastrofe di proporzioni enormi in quanto ha messo a rischio la vita sia degli abitanti sia dei turisti, causando purtroppo anche delle vittime, e ha mandato in fumo centinaia e centinaia d'ettari di uno dei più grandi patrimoni naturalistici del mondo. 
Ma  l'aggressione cementizia senza interruzione che il Gargano sta subendo deve essere considerata parte fondamentale negli eventi drammatici di questi giorni. La maggior parte degli incendi di questi giorni è di natura dolosa ed è noto che il fuoco, quasi sempre, serve a sgomberare il campo da alberi, o altri fastidiosi impedimenti naturali, a vantaggio di nuovi alberghi, ville, pascoli.
Peschici è il comune con il rogo più ampio e disastroso ma contemporaneamente è il territorio da cui le associazioni ricevono il maggior numero di segnalazioni: cementificazioni spregiudicate e aggressive come le lottizzazioni e centri alberghieri sulla costa vanno ad affiancarsi agli innumerevoli abusi edilizi di piccola e media entità, spesso in aree boscate o su suolo comunale.
Un disordine urbanistico sempre più evidente che rappresenta uno dei principali effetti e al tempo stesso una delle cause degli incendi dolosi. E' noto, infatti, che la speculazione edilizia e gli interventi di sfruttamento del territorio dopo l'incendio costituiscono una delle ipotesi fondamentali riguardo alle cause dei roghi. Poi il disordine urbanistico contribuisce a sua volta a moltiplicare i fattori di rischio con attività antropiche parcellizzate e fuori da pianificazione e controllo.
La Legge non consente costruzioni o destinazioni diverse (ad esempio pascolo) da quelle in atto prima dell'incendio per almeno quindici anni ed impone, pertanto, ai sindaci di trasmettere, ogni anno, alla Regione e al Ministero dell'ambiente una planimetria del territorio comunale percorso dal fuoco. La stessa legge, peraltro, impone che in tutti gli atti di compravendita d'aree ricadenti nei territori boschivi distrutti o danneggiati dal fuoco tale vincolo deve essere espressamente richiamato, pena la nullità dell'atto.
Un atto concreto che il Parco può fare per contribuire ad evitare futuri drammatici incendi è di sollecitare i comuni circa l'obbligo di perimetrare e comunicare le aree che hanno subito incendi; evitare giustificazioni pubbliche dell’abusivismo edilizio; promuovere una moratoria sui pareri di competenza circa i progetti di lottizzazione costiera che, proprio nell’ultimo periodo, ''premono'' per arrivare prima del Piano del Parco che ''rischierebbe'' di arginare la deregulation urbanistica.
- www.parcogargano.it

L'Oasi di Le Cesine
La Riserva Naturale dello Stato Le Cesine se l'è cavata senza danni, ma aveva subito un incendio di origine dolosa non più tardi di tre settimane fa, probabilmente per arrecare un danno alla gestione dell'area.

L'Oasi di Monte Sant'Elia
Un fiume di fuoco ha sfiorato Monte Sant'Elia con un incendio proveniente da molto lontano e che nessuno è riuscito a fermare.
Le fiamme hanno lambito la parte sud dell'oasi (terreni affittati, coltivi di poco pregio ambientale) ma miracolosamente, grazie ad una inversione della direzione del vento, hanno deviato e si sono allontanate dagli edifici e dal bosco.
- www.wwf.it/Puglia/

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26 luglio 2007
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