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Un gay non può diventare sacerdote

Nessuna novità nel nuovo documento Vaticano sull'educazione e la formazione al sacerdozio

03 novembre 2008

No all'ingresso nei seminari degli omosessuali, sì al rispetto del celibato, attenzione all'aspetto psicologico dei futuri sacerdoti spesso messi in crisi da una società consumistica, da relativismo morale e instabilità affettiva.
Non contiene sostanziali novità rispetto al magistero tradizionale della Chiesa il documento presentato la scorsa settimana in Vaticano dal titolo "Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio", redatto dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica guidata dal cardinale Zenon Gorchelewski.

Il testo di fatto riprende gli orientamenti già affermati in un altro testo pubblicato nel 2005 e cerca di precisare alcuni punti. In ogni caso il sacerdozio rimane precluso alle persone con "tendenze omosessuali fortemente radicate".
Fra gli aspetti che hanno trovato un approfondimento c'è quello relativo al sostengo psicologico dei seminaristi: insomma la Chiesa accetta l'aiuto e il sostegno di Freud per gestire i problemi di solitudine e le carenze affettive dei sacerdoti: "Il cammino formativo dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato - afferma il documento - nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità ad affrontare realisticamente, sia pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate, ecc)". "Lo stesso deve valere - si spiega ancora - anche nel caso in cui risultasse evidente la difficoltà a vivere nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromettere l'equilibrio affettivo e relazionale".

Grillini: "Vaticano razista" - "Il Vaticano dice no ai preti gay? Verrebbe da dire 'e chi se ne frega...' se non fossimo in presenza di un vero e proprio razzismo e della solita ossessione omofoba propria degli apparati clericali". A dirlo è Franco Grillini, presidente di Gaynet, Associazione omosessuale d'informazione. "Se per fare il prete il requisito principale è la castità - ha aggiunto Grillini - ovvero la (impossibile) rinuncia a qualsiasi attività di carattere genitale l'orientamento sessuale dovrebbe essere irrilevante e invece no, se uno è gay niente sacerdozio. Siamo qui di di fronte ad una brutale discriminaione che contribuisce a diffondere il veleno dell'esclusione e del razzismo omofobico". Con ogni probabilità, ha spiegato Grillini, "l'intento è quello di fugare il sospetto di essere un'organizzazione omosessuale di massa come accade inevitabilmente alle strutture monosessuali coatte basate sulla rigida separazione tra donne e uomini. La conseguenza sarà quel crollo nel numero dei preti cattolici che è già un dato di fatto sotto gli occhi di tutti perchè il celibato è, quello sì, decisamente e incontrovertibilmente contronatura".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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03 novembre 2008
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