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Un giorno di grandi sequestri

Messina, Caltanissetta e Palermo: Polizia e Guardia di Finanza ha sequestrato beni per più di 460 milioni di euro

13 ottobre 2011

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza ha sequestrato oggi, in tre diverse operazioni che si sono svolte a Messina, Caltanissetta e Palermo, beni per un valore di oltre 460 milioni di euro.

MESSINA. MAXI SEQUESTRO DI 450 MILIONI DI EURO - La Polizia di Stato di Messina ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni a carico di 4 persone e dei loro familiari, appartenenti alle famiglie Bonaffini-Chiofalo. Si tratta di un imponente patrimonio, del valore stimato in circa 450 milioni di euro, ottenuti grazie al reimpiego di proventi illeciti in diversi settori economici di Messina. Il sequestro - hanno precisato gli investigatori in una nota - "costituisce il risultato di complesse indagini di natura patrimoniale che hanno consentito di ricostruire l'ascesa economica del gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo", avvenuta anche grazie ai "suoi legami con alcuni sodalizi criminali mafiosi di elevatissima pericolosità sociale che controllano le aree di insediamento imprenditoriale di Messina".
Sequestrati, fra l'altro, 430 unità immobiliari, 9 società, una flotta navale costituita da 5 motopescherecci e 3 yacht di lusso, 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari. Tra i beni sequestrati anche un terreno a Castel Gandolfo (Roma), ben 9 società riconducibili alle due famiglie, tre yacht, decine di mezzi pesanti, di auto e centinaia di rapporti bancari.
Le famiglie Bonaffini e Chiofalo sono conosciute a Messina per la loro azienda specializzata nella vendita di pesce, tanto da essere soprannominati i 're del pesce' dello Stretto. Secondo gli inquirenti, negli anni '90 sarebbero diventati imprenditori edili, riciclando i soldi delle famiglie mafiose a loro legate.

CALTANISSETTA. COLPO AL "RE DEI VIDEOGIOCHI" - Beni per sette milioni di euro, di sospetta provenienza illecita, sono stati sequestrati dalla squadra mobile di Caltanissetta alla famiglia di un imprenditore nisseno che opera nel settore del noleggio di videogiochi e slot-machine.
Il provvedimento, eseguito su ordine della sezione misure di prevenzione del Tribunale nisseno, nell'ambito di una operazione denominata "Les jeux sont faits", ha permesso di apporre i sigilli ad alcune società commerciali, depositi bancari, appartamenti, auto di lusso e appezzamenti di terreno.
Appartengono all'imprenditore Matteo Allegro, 31 anni, ad alcuni suoi familiari. I sette indagati sono accusati, a vario titolo, di illecita concorrenza, peculato e frode informatica. Tre di loro sono indagati anche di associazione mafiosa perché ritenuti vicini a "Cosa Nostra".
Con ruoli differenti, avrebbero messo in piedi un sofisticato sistema informatico che riusciva a sottrarre ingenti risorse ai Monopoli di Stato, attraverso software per il gioco d'azzardo e telecomandi che servivano a cambiare la schermata nei videogiochi all'arrivo delle forze dell'ordine. Matteo Allegro e un suo dipendente, Marco Angotti, furono arrestati lo scorso 15 marzo.
I sette indagati dell'operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e coordinata dal vice questore aggiunto, Giovanni Giudice, avrebbero messo in piedi un lucroso giro di macchinette per giochi elettronici taroccate, che permettevano di alzare le puntate massime consentite e di frodare i Monopoli di Stato, con falsi software e finte interruzioni di corrente. Slot-machine e videogiochi venivano imposti a bar circoli privati e sale ricreative della provincia di Caltanissetta da Matteo e Salvatore Allegro e da Marco Angotti, i quali, per essere più convincenti, vantavano la loro appartenenza a Cosa Nostra. I proventi illeciti del ricco giro d'affari venivano reinvestiti nello stesso settore, con la complicità del boss Giuseppe D'Asta, del cognato di questi, Salvatore Di Marca, e di altri esponenti della cosca, come Pietro Riggio, tutti indagati in un procedimento separato.
Tra i beni sequestrati ieri alla famiglia Allegro e ai suoi prestanome: tre aziende commerciali del settore dei giochi elettronici, una villa, un negozio, quattro appartamenti, tre autorimesse e due appezzamenti di terreno nel territorio di Caltanissetta. A Campofelice di Roccella (PA) sono stati sequestrati due appartamenti, undici quote di usufrutto e 23 di nuda proprietà su immobili vari. Requisiti anche dodici automobili di grossa cilindrata, sei motocicli e tre depositi di conto corrente bancario.

PALERMO. SEQUESTRO DI BENI AD UN ESPONENTE DEL CLAN DI BRANCACCIO - Il Gico della Guardia di finanza di Palermo, su disposizione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale, ha sequestrato un patrimonio di oltre quattro milioni di euro a una persona già condannata per associazione mafiosa, perché ritenuta esponente del clan di Brancaccio (Pa), con un ruolo soprattutto nel campo delle estorsioni a vari imprenditori e commercianti.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, l'uomo, che ha precedenti penali anche per rapina, ricettazione, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco, aveva effettuato consistenti investimenti patrimoniali negli ultimi anni, spesso intestati o attribuiti a suoi familiari e non giustificati dalle esigue disponibilità finanziarie dichiarate.
Tra i beni sequestrati, due ditte individuali di distribuzione di carburante, del valore complessivo di 2.250.000, una in zona Oreto e l'altra nel quartiere Libertà di Palermo, con unità operative nella zona di corso Calatafimi, ma anche una moto, una villetta a Roccella-Acqua dei Corsari del valore di 700 mila euro, tre auto (tra cui una Bmw X6, del valore di 60 mila euro).

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA]

 

 

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13 ottobre 2011
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