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Un giro di droga "istituzionale"

Sgominato un giro di droga nell'agrigentino: coinvolti un noto avvocato e il sindaco di Racalmuto

07 ottobre 2010

La polizia di Stato ha eseguito nell'agrigentino 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere e quattro agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta su reati commessi in materia di spaccio di sostanze stupefacenti e contro la pubblica amministrazione. Al centro delle indagini, eseguite dalla squadra mobile della Questura di Agrigento, ci sarebbe il consorzio idrico Tre sorgenti di Canicattì, dove sarebbero state effettuate intercettazioni audio e video. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip Alberto Davico su richiesta del procuratore capo Renato Di Natale, dell'aggiunto Ignazio Fonzo e dei sostituti Giacomo Forte e Andrea Bianchi.
Tra gli arrestati figura anche un professionista molto noto nell'agrigentino, l'avvocato Calogero Mattina, 54 anni, presidente di 'Tre sorgenti', al quale sono stati concessi i domiciliari. Secondo gli investigatori, gli indagati sarebbero coinvolti in un vasto giro di spaccio di hashish e cocaina in diversi paesi della provincia.

L'inchiesta sullo spaccio di stupefacenti ruota anche attorno a Racalmuto, il comune dell'agrigentino definito "il paese della ragione" per avere dato i natali allo scrittore Leonardo Sciascia. La droga, soprattutto cocaina purissima, veniva venduta anche a 75 euro a dose. L'avvocato Calogero Mattina è accusato d'aver ceduto, nel febbraio del 2009, cocaina al sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto. Nel maggio scorso Petrotto ammise pubblicamente d'aver fatto uso di droga, parlando di un "momento difficile" della sua vita. Petrotto, eletto nelle liste di Italia dei valori, ma di recente avvicinatosi prima all'Mpa e poi al Pd, dopo aver fatto la rivelazione choc, ha chiesto "scusa" ai suoi concittadini.
I carabinieri, un anno fa, nell'ambito di una operazione antidroga denominata "House Delivery" arrestarono anche un assessore della giunta Petrotto, Luigi Di Naro di 33 anni. Secondo l'accusa avrebbe fatto parte di una organizzazione che importava cocaina dal Sudamerica nascondendola nelle batterie dei cellulari.
Il sindaco di Racalmuto è anche indagato, in stato di libertà, per un presunto caso di tentativo di corruzione. Secondo l'accusa Petrotto assieme all'avvocato Mattina avrebbe chiesto all'amministratore delegato di una società idrica di versargli dei soldi per non danneggiarla con iniziative legali. Secondo la ricostruzione della Procura di Agrigento, grazie alle indagini della polizia di Stato, il reato non si sarebbe consumato per l'opposizione della vittima a queste richieste.

E ci sarebbe anche il sindaco in 'esilio' di Licata, Angelo Graci, 60 anni, tra gli indagati dell'inchiesta nell'ambito di un'operazione antidroga, alla quale è però estraneo. Al sindaco non è infatti contestato alcun reato in materia di stupefacenti ma l'istigazione alla corruzione. Secondo l'accusa, utilizzando il suo ruolo istituzionale, avrebbe permesso la stipula di un accordo tra l'Ato di Agrigento e una società idrica chiedendo a quest'ultima come contropartita l'assunzione dei suoi due figli. Secondo quanto si è appreso, nei suoi confronti la polizia di Stato avrebbe eseguito una perquisizione.
Angelo Graci è noto come il sindaco in esilio perché amministra il Comune di cui è primo cittadino, Licata, dalla sua casa al mare di San Leone, ad Agrigento, dove si trova dal 30 novembre del 2009, da quando cioé il Gip gli ha imposto il divieto di dimora dopo avergli revocato gli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto nell'ambito di un'inchiesta su una presunta tangente intascata per autorizzare uno spettacolo musicale per la festa del Patrono, Sant'Angelo. Il divieto di dimora è stato poi confermato dalla Cassazione. Per questo reato è pendente un processo davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Agrigento. Del caso del sindaco in 'esilio' si è occupata nei giorni scorsi la Giunta della Regione Siciliana che sta varando un disegno di legge che dispone siano sospesi dalla carica anche gli amministratori ai quali la magistratura ha disposto, l'obbligo di dimora, i divieti di soggiorno, di espatrio o l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (LEGGI).

Gli arrestati nell'operazione di oggi sono: Sergio Condello, Carmelo Giardina, Fabio Corbo e Vincenzo Guagenti, tutti di 25 anni; Francesco Gallo di 26; Fabio Li Vigni di 34; Carmelo Corbo di 32, tutti di Canicattì (AG); Calogero Messina, 28 anni, di Caltanissetta; Angelo Brunetto, di 23 anni, e Salvatore Puma, di 33, di Racalmuto (AG); Eleonora Salamone, detta "Lola", 22 anni, e Mario Fucà, 25 anni, di Agrigento; Diego Sciascia, 45 anni, Vincenzo Di Franco, 55 anni, e Salvatore Gettino, 29 anni, di Canicattì. Quattro le persone poste agli arresti domiciliari: l'avvocato Calogero Mattina, 54 anni, di Racalmuto, presidente del consorzio acquedottistico "Tre Sorgenti" di Canicattì; Marco Ragusa, 20 anni, Giacinto Piazza, 19 anni, e Ivan Luca Alaimo, 24 anni, tutti di Canicattì. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del tribunale di Agrigento, Alberto Davico.

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

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07 ottobre 2010
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