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Un governicchio va a casa

Le idee chiare del presidente eletto Rosario Crocetta: "Senza maggioranza si torna al voto"

09 novembre 2012

"Se cominciassi a fare esattamente come si è sempre fatto cercando di fare l'accordo con un partito o con un altro che ha perso le elezioni, farei una cosa profondamente deleteria. A me un 'governicchio' non interessa. A me interessa un grande governo". "Rosario Crocetta ha vinto, e ha vinto su una scelta ben precisa: la lotta alla mafia, la lotta allo spreco, la solidarietà per i deboli. Su questo è possibile un patto con l'Assemblea per il risanamento sociale, senza macelleria sociale? Se così non sarà, vuol dire che l'Assemblea si prenderà la responsabilità di andare alle elezioni anticipate".
Sono le parole di Rosario Crocetta, presidente eletto della Regione Sicilia, dette a "24 Mattino" su Radio 24.
"Io non intendo cedere rispetto al programma, non ho posizioni personali da mantenere - ha anche detto - O si governa con senso di responsabilità oppure si va a casa e se dovesse accadere sono convinto che i cittadini a quel punto mi rivoterebbero con il 60% delle preferenze. Non rinuncio ai miei valori per una maggioranza".

"I miei primi atti - ha aggiunto Crocetta - saranno improntati a una spending review. Sto pensando per esempio alle auto blu in sharing. Colpirò gli sprechi: uno che sta nel Cda di una società fantasma che fa? Sarebbe più di uno spreco, sarebbe anche un crimine". "Come primo atto - ha aggiunto - ho chiesto di autoridurmi lo stipendio. Farò il primo giorno una richiesta all'Ars di avere un tavolo congiunto Giunta-Parlamento sulla spending review. Non so neanche quanto guadagno ma mi piace il metodo del Parlamento europeo. Lì c'è uno stipendio di 6150 euro, poi se uno non partecipa alla fine dell'anno ad almeno il 51% di sedute, lo stipendio è azzerato". "Però se mi dicono che un politico deve guadagnare meno dell'usciere è sbagliato, a meno che non si voglia considerare il Parlamento un posto di lavoro per disoccupati. Lei ce lo vede un parlamentare che guadagna 2500 euro al mese quando deve spendere almeno 1.000 euro di telefono per tutti i contatti che deve prendere? Non è sugli stipendi dei parlamentari che faremo rientrare i conti della Sicilia, ma va dato un segnale etico. Però senza demagogia, sennò non troveremo più un tecnico, un quadro, un docente universitario che accetti di lavorare in politica".

Ancora, c'è da sciogliere il nodo degli assessori. Secondo indiscrezioni Concetta Raia e Linda Vanchieri potrebbero entrare nella squadra di governo di Crocetta. Raia, ex Cgil, è stata riconfermata deputato regionale ottenendo oltre novemila voti nel collegio di Catania, ed è la donna più votata alle regionali. Il suo nome era stato proposto dal Movimento Cinque Stelle per la carica di presidente dell' Assemblea regionale. Vanchieri è una funzionaria della Confindustria di Caltanissetta impegnata sul fronte dell'internazionalizzazione delle imprese. I due nomi si aggiungono a quelli di Mariella Maggio, ex segretario della Cgil siciliana, e Nicolò Marino, magistrato della Dda di Caltanissetta, anche loro assessori in pectore. Al momento gli unici nominativi ufficiali sono quelli di Lucia Borsellino, figlia del magistrato assassinato nella strage di via D'Amelio, e del cantautore Franco Battiato.

Crocetta ha detto che il ruolo di assessore all'Economia sta pensando a "un grande tecnico di fama nazionale o internazionale. Sto verificando, al momento c'è una terna di nomi tra cui scegliere". Nella "wish list" del presidente c'è anche il procuratore antimafia della Dda di Caltanissetta, Nicolò Marino, che Crocetta ha incontrato ieri sera per chiedergli di fare parte della squadra di governo come assessore, in un ruolo strategico.

Da parte sua Marino, non ha assolutamente dubbi "sul fatto che il presidente Crocetta non metterà in giunta persone sfiorate da problemi giudiziari, è una condizione essenziale ma, conoscendo Crocetta, non occorre neanche chiederlo. Lui, comunque, mi ha dato assicurazioni sotto questo profilo - ha detto il pm antimafia dopo l’incontro - la prima cosa importante è dare un'immagine completamente nuova. Ci deve essere un cambio di marcia totale. E Crocetta non è uno stupido. Questa condizione è stata discussa". Alla domanda se mettere un magistrato in giunta è una moda oppure una garanzia contro la mafia, Niccolò Marino ha replicato: "In un momento in cui si deve investire per la crescita della Sicilia in settori importanti come l'eolico o i rifiuti, così come i termovalorizzatori, settori di grande interesse per la criminalità organizzata, un'esperienza sul campo aiuta. Secondo me bisogna dare l'idea, dopo le inchieste che hanno coinvolto i vertici della Regione Siciliana che bisogna sapere rappresentare le istituzioni, chiamando anche chi sa cosa vuol dire far parte delle istituzioni, come i magistrati".
Il magistrato, scioglierà oggi la riserva, ma, secondo quanto si apprende, il suo orientamento sarebbe quello di accettare. "Sarebbe una grande sfida e un passo importante - ha detto ancora Marino - e per questo deve essere fatto con grande convinzione, ma non posso attendere molto, non lo può la Sicilia".

Crocetta, nelle sue scelte, agisce in autonomia. "Ho avuto carta bianca" dopo aver incontrato a Roma Pier Luigi Bersani e, prima, Pier Ferdinando Casini. "Saremo l'unico governo in Italia - assicura Crocetta lasciando la sede del Pd - formato al 50% da donne, Bersani e Casini hanno condiviso le mie scelte. Si parla tanto di governi politici o tecnici, ma io dico perché non un governo di intellettuali? Io vorrei valorizzare gli intellettuali, quando hanno capacità di analisi e di parlare con la gente. Perché si governa con la gente", ha detto ancora il governatore della Sicilia che sulle alleanze ha spiegato: "Io proporrò un patto per il rigore, chiaro, per salvare la Sicilia. Chi ci sta lo potrà dire chiaramente, altrimenti andremo tutti a casa".

Intanto potrebbe slittare ancora la proclamazione del nuovo presidente, prevista in un primo moneto per oggi. Per completare la verifica dei voti, mancano ancora i dati del Tribunale di Agrigento, relativi alle liste provinciali. Subito dopo in Corte d'appello gli uffici elettorali procederanno alla verifica dei listini, quindi potrà avvenire la proclamazione di governatore e deputati. Il ritardo nelle operazioni è stato determinato dallo stop dello straordinario al personale dei Tribunali, che ha provveduto alle verifiche nel normale turno di lavoro. In Sicilia si è votato il 28 ottobre, i dati definitivi sono stati comunicati nella notte tra il 29 e il 30 ottobre.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

 

 

 

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09 novembre 2012
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