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Un governo di impegno nazionale

Il neo-premier al Senato annuncia tante riforme e tre linee guida: rigore, crescita ed equità

17 novembre 2011

Una "missione non facilissima". Mario Monti ha preso la parola per la prima volta al Senato per le dichiarazioni programmatiche e ribadisce la delicatezza del momento in cui versa il Paese e l'inderogabilità del lavoro che lo attende. Proprio per questo piace al neo-premier piace definire il suo esecutivo un "governo di impegno nazionale".
Tante le riforme annunciate o solo accennate da Monti ("con esse lo spread calerà") e tre le linee guida: rigore, crescita e equità. Più di tutti, nel suo discorso, il capo dell'esecutivo ha insistito sull'ultimo punto. "I sacrifici per risanare il debito e far ripartire la crescita saranno equi", ha detto, convinto del fatto che "più le riforme saranno eque, più saranno efficaci". "Se falliremo, se non raggiungeremo le riforme che servono, saremo tutti sottoposti a condizioni ben più dure", l'avvertimento del numero uno dell'esecutivo.
Il riscatto del Paese avverrà restando uniti, è la convinzione di Monti. "I margini di successo sono ridotti, ma se fosse altrimenti non sarei qui", ha detto. "Abbiamo degli obiettivi ambiziosi sul pareggio di bilancio e sul rapporto debito-pil ma non saremo credibili nel perseguimento di tali obiettivi se non ricominceremo a crescere".

Come previsto, il nuovo governo si preoccuperà di mettere mano al sistema pensionistico, penalizzato, secondo Monti, "da ampie disparità di trattamento tra generazioni, categorie e aree di privilegi". L'esecutivo valuterà poi l'opportunità di ulteriori correttivi delle misure economiche varate questa estate e da completare con le misure contenute nella lettera inviata in Europa. Una delle priorità del nuovo esecutivo sarà poi la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità: non servirà solo "per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. Una lotta vera servirà per ridurre in maniera incisiva il peso per i contribuenti". Solo nel tempo, è la promessa, "sarà possibile programmare una riduzione graduale della pressione fiscale". Una attenzione particolare il presidente del Consiglio l'ha riservata alle donne: per Monti, infatti, è "indifferibile l'inserimento e la permanenza al lavoro delle donne. Bisogna conciliare le esigenze del lavoro e della famiglia oltre che di sostegno alla natalità". Per questo il governo studierà tra le altre cose "una tassazione preferenziale per le donne". Quanto all'Ici, Monti ha sottolineato che "l'esenzione delle abitazioni principali è una peculiarità se non un'anomalia del nostro ordinamento". Sarà necessario "riesaminare il peso del prelievo sulla ricchezza immobiliare".
"Riconciliazione" è una delle parole d'ordine usate dal nuovo presidente del Consiglio nel suo discorso. "Spero che il mio governo ed io potremo contribuire in modo rispettoso a riconciliare maggiormente i cittadini e le istituzioni, i cittadini e la politica", ha detto Monti. "Non avrò certo la supponenza di chi è tecnico", ha poi assicurato.

La corsa di Monti è dunque già iniziata. Il professore che mercoledì ha giurato al Quirinale, diventando ufficialmente il nuovo capo dell'esecutivo, si è recato al Senato per presentare le sue misure. Per il neo-premier è il primo test in Parlamento. Dopo l'intervento di Monti a Palazzo Madama ci sarà una discussione di quattro ore, quindi la replica del capo del governo.
Dopo l'intervento in Senato, il premier, come da prassi, si è recato alla Camera a consegnare il testo con le misure programmatiche. Venerdì la seduta a Montecitorio inizierà alle 9,45. Alle 10 prenderà il via il dibattito sulle comunicazioni di Monti, poi ci sarà la replica del governo e da mezzogiorno le dichiarazioni di voto. Quindi, alle 14, prenderanno il via le operazioni dello scrutinio, che avviene per appello nominale; è prevedibile che la proclamazione del risultato ci sia circa un'ora e mezzo dopo. [Corriere.it]

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"Con Monti siamo in buone mani!"
Silvio Berlusconi passa il testimone a Mario Monti, e l'Italia e l'Europa stanno ad aspettare ...

Applausi, strette di mano e sorrisi. Silvio Berlusconi ha passato la campanella, quella che suona a inizio e fine del Consiglio dei ministri, a Mario Monti (LEGGI). "Auguri e in bocca al lupo", ha detto il premier uscente a quello che ha appena giurato al Quirinale. La scampanellata del nuovo presidente del Consiglio è stata sottolineata da un lungo applauso.
Dopo la cerimonia del passaggio di consegne a palazzo Chigi, Berlusconi è rientrato a palazzo Grazioli per presiedere l'ufficio di presidenza del Pdl. "Con il nuovo premier Mario Monti siamo in buone mani", sarebbe stato uno dei passaggi dell'intervento del Cavaliere nel corso dell'ufficio di presidenza. Quello che il partito dovrà tenere nei confronti del nuovo governo, avrebbe chiesto, è un atteggiamento di lealtà e collaborazione. E per una costante valutazione della situazione politica, l'ex premier avrebbe anche espresso la volontà di convocare l'ufficio di presidenza almeno una volta a settimana.

Nella residenza romana del premier si sono recati il segretario del Pdl Angelino Alfano, Mariastella Gelmini, Gianfranco Rotondi, Altero Matteoli, Carlo Giovanardi, Antonio Martino, Nitto Francesco Palma, Renato Brunetta; e ancora, Daniela Santanchè e Guido Crosetto; Gaetano Quagliariello, Gianni Letta, Fabrizio Cicchitto; i coordinatori nazionali Sandro Bondi e Ignazio La Russa, il governatore del Lazio Renata Polverini. Anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e Michela Vittoria Brambilla sono andati a palazzo Grazioli.

Berlusconi avrebbe inoltre assicurato che lui tornerà in campo a occuparsi del partito con la determinazione e il piglio dell'imprenditore. E secondo quanto si apprende avrebbe anche invitato i suoi a mantenere "buoni rapporti di alleanza e di vicinato" con la Lega.
E' stata dunque una riunione segnata dalla volontà di tenere ben salda la rotta del Pdl in questa fase di insediamento del nuovo governo, con la precisa intenzione di seguire passo dopo passo le scelte che Monti e la sua squadra faranno. A palazzo Grazioli Berlusconi avrebbe ipotizzato un vero e proprio 'monitoraggio' delle mosse dell'esecutivo. Una verifica sulla base delle competenze dei singoli ministri di quello che è stato il suo esecutivo.
Dalla riunione emerge poi un piccolo mistero su Giulio Tremonti. Guido Crosetto ha lasciato addirittura Palazzo Grazioli in polemica con l'ex ministro dell'Economia, mentre Antonio Martino (intenzionato, a quanto si apprende, a non dare la fiducia a Monti) avrebbe espresso esplicitamente il suo dissenso. Ma Gianni Alemanno getta acqua sul fuoco: "Non ho notato un clima nervoso". E Claudio Scajola taglia corto: "Tremonti è stato poco e non ha nemmeno parlato". Qualcuno poi torna a sollevare l'ipotesi di una manifestazione di piazza dei militanti Pdl ma è una questione sospesa, se ancora il sindaco di Roma afferma che non ci sarebbe un calendario preciso.

SUL NUOVO GOVERNO
Mentre Berlusconi si dice convinto di essere "in buone mani", e da Terzo Polo e Pd arrivano segnali di soddisfazione, la Lega parte si scaglia immediatamente contro il governo Monti.
Non passa mezz'ora dalla lettura della lista dei ministri che l'ex ministro Calderoli spara a zero: "La nascita di un ministero per la coesione territoriale significa aver creato il ministero del centralismo, ovvero che ancora una volta il Nord verrà spremuto per garantire a qualcuno di continuare a mangiare a sbafo...". Una durissima presa di posizione anche se l'ex ministro dimentica che un dicastero simile esisteva già nel governo Berlusconi: Raffaele Fitto infatti era a capo del ministero per gli Affari regionali e la coesione territoriale. Mancano gli Affari regionali, è vero, ma la denominazione della seconda parte è identica. "Se il buongiorno si vede dal mattino allora è notte fonda e sarò felice di votare contro la fiducia al prossimo esecutivo". E anche se Calderoli non ha "nulla da eccepire sulla qualità e sul livello delle singole persone nominate", attacca anche sul riformismo: "Un governo che non ha neanche un dicastero ad hoc per le riforme? Il Nord non potrà accettare questo ennesimo schiaffo".

In attesa della posizione ufficiale del Pdl, Berlusconi, durante l'ufficio di presidenza, fa sapere di sentirsi in buone mani e rassicura i suoi sulla possibilità di ricucire con la Lega. Questo il senso delle parole dell'ex premier: atteggiamento collaborativo ma anche attento sui provvedimenti che l'esecutivo intende adottare. Si fa sentire, però, Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati pidiellini: "Nel nuovo esecutivo ci sono impronte, chiare e visibili, del tecno-prodismo. E' un peccato originale che peserà molto sull'azione del governo. E non si dica più che Prodi ha lasciato la politica". Più cauto il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: "Una lista di ministri di alto livello qualitativo. Dalla prossima settimana in poi vedremo cosa farà il governo all'opera". Mentre il segretario Alfano, durante l'ufficio di presidenza, ha dettato la linea: un atteggiamento responsabile in Parlamento per contribuire alla ripresa del Paese. Ma, allo stesso tempo, l'inizio di fatto della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche.
Di tutt'altro tenore la reazione del Pd. Con Bersani che assicura che sosterrà il governo con la stessa generosità fin qui dimostrata anche quando si tratterà di varare provvedimenti con cui il Pd potrebbe essere non del tutto in linea. "Fin qui ci abbiamo messo generosità e siamo pronti a discutere con altrettanta generosità portando le nostre proposte" ha detto il segretario del Pd. "Se il Pd ragionasse pensando che vota sola misure con cui è d'accordo al cento per cento non staremo a fare tanta fatica - ha sottolineato Bersani - dobbiamo dare un segnale che stiamo facendo una cosa seria. A volte saremo d'accordo al centouno per cento, a volte al 50-60, ma questo è scontato.
Abbiamo chiesto che con rapidità si affrontasse l'emergenza con un governo di transizione e di emergenza a forte caratura tecnica e del tutto nuovo. Ovvio, siamo soddisfatti. Adesso bisogna mettersi al lavoro . Siamo pronti a dare tutta la nostra collaborazione e il sostegno attivo"
. Il Pd si impegnerà da subito "perchè in Parlamento si possano realizzare" non solo misure per l'emergenza economica ma anche altre riforme di cui il sistema ha bisogno. A cominciare dalla legge elettorale, la riduzione dei parlamentari e i costi della politica.

Da Gianfranco Fini arriva "un vivo apprezzamento per la capacità con cui Monti ha superato la prima impegnativa prova, dando vita ad un governo i cui componenti sono stati scelti unicamente in base alla loro grande competenza e al loro indiscusso valore professionale".
Questi ministri rappresentano una "eccellente premessa" per l'efficacia del governo, dice Benedetto della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera. Un governo "capace di salvare l'italia", dice il segretario Udc Lorenzo Cesa. Freddo, invece, Nichi Vendola: "Scorrendo la lista dei ministri, è difficile non percepire segni di continuità con il passato. Un passato che resiste, che dura, che potrebbe tornare a danzare, con le sue ombre, attorno al senatore Monti".

"Bisogna rimboccarsi le maniche, senza fronzoli, per rispondere a una situazione molto complicata". Il Servizio Informazione Religiosa promosso dalla Cei lo ha scritto in una nota a firma del professor Francesco Bonini, coordinatore del Progetto Culturale della Chiesa Italiana. "Quel che conta, più che le persone - si legge nel testo - sono i programmi, hanno ricordato dall'Unione europea. La compagine è comunque di livello" e ne fanno parte anche "tre ben noti esponenti del vasto mondo cattolico, il rettore dell'Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, e l'ex presidente del Meic, Renato Balduzzi". Dunque, per il Sir, si tratta di un "governo tecnico, necessariamente, con un passo indietro delle forze politiche" che "tuttavia fin d'ora sono chiamate ad accompagnare con serietà e senso di responsabilità il lavoro dei tecnici, ma nello stesso tempo a mettere in campo quelle linee che permettano di disegnare la nuova fase del sistema politico che si sta aprendo". Bisogna, conclude la nota, "coniugare rigore ed equità, sacrifici e crescita comporta da parte di tutti uno spirito di coesione e di collaborazione" e ciò "comporta anche forti e condivisi principi e valori". L'augurio di un buon lavoro per "una bella squadra" arriva dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano.
"Mi pare che il criterio che accompagna le nomine governative sia un criterio di competenze e professionalità" dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. "Monti è una persona che ha già dimostrato di essere capace e padrona della situazione, e di conseguenza credo che se si riuscirà ad avere più coesione e determinazione ci porterà fuori dalla crisi" commenta il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei.
"Auguri di buon lavoro al neoministro della giustizia Paola Severino. L'Anm è disponibile, ancor di più in questa fase, a fornire il proprio contributo per il miglioramento del servizio giustizia nell'interesse dei cittadini" ha dichiarato il presidente Luca Palamara.

Le impressioni dell'Europa - Francia, Germania e Gran Bretagna, il governo Monti trova sponde. La cancelliera Angela Merkel elogia l'"esperto" Monti, dicendosi felice di fronte a una "stretta" collaborazione con il neo premier italiano. Da Parigi Nicolas Sarkozy scrive a Monti: "Le prossime settimane saranno decisive, insieme ce la faremo". "I francesi - sottolinea Sarkozy - conoscono il suo impegno europeo e rispettano fortemente il lavoro che ha svolto come Commissario a Bruxelles per rendere più dinamico il mercato interno e la crescita europea. Conoscono la sua determinazione e apprezzano il contributo che ha dato alla riflessione sulla modernizzazione della Francia nell'ambito della Commissione presieduta da Jacques Attali". Il premier britannico David Cameron, sottolinea l'esperienza e la competenza che Monti porterà in questa veste. E concorda nel fatto che la stabilità e la messa in opera di dure riforme economiche "sono priorità immediate per l'Italia".

Il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker plaude al governo Monti: "La formazione di un nuovo governo italiano guidato da Mario Monti è una buona notizia per l'Italia e per l'eurozona". Juncker "saluta con particolare favore" la scelta di Monti di aver conervato l'interim all'economia. Secondo il premier lussemburghese, è infatti, "l'uomo della situazione".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

- Poveri noi! di Piergiorgio Odifreddi (Blog "Il non-senso della vita")

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17 novembre 2011
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