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Un Governo in MoVimento

Dalla riunione dei parlamentari 5 Stelle: "sono esclusi, in modo categorico, accordi con i partiti"

11 marzo 2013

"Al presidente Napolitano chiederemo un governo del M5S". Lo ha detto il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato Vito Crimi, nella conferenza stampa al termine della riunione dei parlamentari che si è svolta ieri a Roma.
Nonostante una apertura a una possibile alleanza col Pd, arrivata in giornata dal neodeputato Ivan Catalano, il M5S ha smentito qualsiasi possibilità di alleanze. "Non c'è stata una persona che si è alzata per sollevare la questione" ha assicurato il capogruppo alla Camera Roberta Lombardi. E quasi in contemporanea è arrivata la dura presa di posizione del leader del movimento, Beppe Grillo. "Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica" ha scritto Grillo su Twitter.
Quanto alla consultazione interna sul sostegno al Pd, Grillo ha ribadito quanto è stato affermato in contemporanea dai capigruppo M5S: "Non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l'appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico". "I partiti - ha aggiunto Grillo - cercano di addossare al M5S la responsabilità dello sfascio del Paese dopo aver inciuciato per 20 anni e sorretto insieme il governo di Rigor Mortis alla luce del sole. In campagna elettorale il nostro slogan è stato 'Mandiamoli tutti a casa!' e per questo il M5S è stato votato da più di 8 milioni di italiani. Nel 'Non Statuto' e negli impegni sottoscritti dai neo parlamentari del M5S sono esclusi in modo categorico accordi con i partiti".
Durante la riunione era spuntata una proposta di minoranza per dare l'appoggio a un governo guidato da Pier Luigi Bersani. Ad avanzarla è stato un gruppo minoritario di parlamentari 5S che ha proposto di sottoporre la questione a un referendum on line. Ieri mattina, arrivando alla riunione all'Eur, era stato Ivan Catalano, eletto alla Camera in Lombardia, ad annunciare che sulla questione il movimento "è in fermento da giorni". "Un governo va fatto se no non va avanti il Paese" ha sottolineato Catalano. ma poi i capigruppo in conferenza hanno ribadito la linea ufficiale del movimento.


Crimi e Lombardi hanno poi parlato delle selezioni per i collaboratori del M5S in Parlamento, aperte da Grillo che su Twitter si è rivolto a persone "pulite, trasparenti e oneste, competenti e volenterose". "In un giorno e mezzo sono già arrivati 1000 curricula. Li selezioneremo, devono essere i migliori" ha spiegato la Lombardi. "Sulla quantità dei collaboratori ci stiamo lavorando, uno per ogni ufficio più alcuni per la segreteria" ha detto Crimi.

E' stata bocciata invece la proposta avanzata da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle di esordire in Parlamento con una passeggiata al fianco dei cittadini, passata sui media come una vera e propria 'marcia' dei 'grillini'. A quanto hanno riferito fonti interne, la proposta è stata respinta da circa due terzi dei partecipanti. La proposta era stata illustrata da Alessandro Di Battista, eletto alla Camera nella circoscrizione laziale. Di Battista, nel corso della riunione, ha spiegato di esser stato in questura e di averne parlato con il questore, trovandolo sereno e aperto al dialogo. Quindi sulla proposta si è aperto il dibattito che ha visto contrario, tra gli altri, Vito Crimi, capogruppo in pectore dei 5S al Senato. Crimi si è detto contrario che passasse l'idea "di essere accompagnati come bambini al primo giorno di scuola", mentre gli eletti nelle file dei 5S "sono persone serie, con una dignità. Non dobbiamo dare immagine di una marcia della vittoria perché stiamo andando dentro" il Parlamento "per lavorare".
Alcuni eletti hanno poi sottolineato come la proposta sia stata comunicata in maniera errata, visto che già alcuni "hanno erroneamente accumunato i 5S al fascismo e a Casapound". Anche per questo la proposta avanzata da Stefano Vignaroli è stata 'bocciata' per alzata di mano.
I neoeletti hanno deciso di riunirsi nuovamente mercoledì alla Camera e al Senato per decidere su come e chi votare per le presidenze delle due assemblee.
Crimi intanto ha annunciato di essere stato contattato "da un esponente di rilievo del Pd per anticiparmi che lunedì (oggi, ndr) terranno una riunione congiunta dei gruppi da cui proporranno i loro nomi per le presidenze e nei giorni successivi incontreranno i gruppi per comunicarlo e confrontarsi". Più tardi, Crimi ha replicato a quanti hanno immediatamente parlato di inciucio. "E' un normalissimo e corretto passaggio istituzionale, che ci aspettavamo, e non è un tentativo di inciucio, neanche un invio di pontieri".

Durante la riunione a Roma, gli eletti del M5S hanno valutato anche altre 'sforbiciate', oltre al taglio degli stipendi, che tocchino le altre indennità spettanti ai parlamentari, diaria compresa. Fonti interne avrebbero riferito, infatti, che l'assemblea sta valutando di modificare il codice di comportamento degli eletti nelle fille dei 5S, che attualmente prevede riduzioni solo per gli stipendi. Per questo Crimi ha raccomandato agli altri eletti di non firmare i documenti che verranno sottoposti ai 'grillini' quando andranno a registrarsi in Parlamento. "Come avviene in un qualunque primo giorno di lavoro - ha spiegato - dovrete prendere le carte per accettazione e firmarle solo in seguito".
Tra gli interventi, c'è chi ha ricordato che i grillini sono arrivati in Parlamento dicendo: "Prenderemo2500 euro al mese"- Invece ora stiamo discutendo se tra rimborsi e tutto il resto arriveremo a 11mila". Per contro, c'è chi ha sottolineato: "Non bisogna rimetterci di tasca nostra". Una parlamentare ha raccontato: "In Sicilia hanno fatto un errore e hanno restituito più di quel che dovevano dare e ci hanno rimesso di tasca loro. Nessuno vuole arricchirsi, ma nemmeno rimetterci".
Nel dibattito, lungo cinque ore, più persone hanno sostenuto che bisogna spendere "quanto è necessario senza vivere però come universitari fuori sede, nelle case tutti insieme. Spendiamo quanto è necessario, rendicontiamo tutto e mettiamo tutto in Rete e la Rete controlla". Un altro parlamentare M5S ha aggiunto: "Grillo dice che non vuole a Roma 154 francescani. Noi spendiamo quanto è necessario e rendiamo indietro allo stato 410mila euro al mese, questo è il messaggio che deve passare all'opinione pubblica. Il resto lo spendiamo per fare politica". Tutti d'accordo sul fatto di non dover guadagnare più di 2500 euro netti al mese, ma da un altro neoeletto arriva il monito: "Non dobbiamo lucrare, ma dobbiamo essere equamente retribuiti oppure diventiamo integralisti".
Alla fine del dibattito, è passata la proposta della deputata Giulia Sarpi, che ha detto: "Su tutto deciderà la commissione indennità. Non usciamo da qui con una proposta, ma deleghiamo al gruppo indennità e poi votiamo". Infatti, il voto ha dato mandato ai gruppi di valutare tutte le questioni sollevate nel corso dell'assemblea di ieri.

A dirsi favorevole a un governo Pd-M5S è il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che dice invece no a esecutivi tecnici e al governissimo. Per Camusso non si sono alternative al dialogo con il movimento 5 stelle. Secondo il leader di corso d'Italia, intervenuta al programma di Rai3 'In mezz'ora', "il voto ha detto che c'è un partito maggioranza per numero di voti e un secondo partito, e quella è la volontà maggioritaria degli elettori" e "bisogna rispettare il voto degli elettori". Rispondendo alle domande di Lucia Annunziata sulla possibilità di arrivare a un 'governissimo', Camusso ha detto: "Penso che gli italiani abbiano già detto di no". E sull'ipotesi di un governo tecnico ha scherzato: "Non abbiamo già dato?". Secondo Camusso, inoltre, "non bisogna continuare a moltiplicare le ipotesi, ma concentrare l'attenzione" su una soluzione che "sia la più rispettosa della volontà popolare".

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11 marzo 2013
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