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Un governo ''nucleare''

Il ministro Scajola: ''Entro questa legislatura costuiremo nuove centrali nucleari''

23 maggio 2008

E' ritornato Berlusconi e con lui sono ritornati il Ponte sullo Stretto di Messina, la "salvaguardia" di Rete4, il nucleare... Ecco proprio sul nucleare...
"Entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione". E' quanto detto ieri dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, intervenendo all'assemblea di Confindustria. "Non è più eludibile - ha aggiunto tra gli applausi - un piano di azione per il ritorno al nucleare", chiarendo che non si tratta di affermazioni di principio ma di un "solenne impegno assunto da Berlusconi, con la fiducia, che onoreremo con convinzione e determinazione". "Solo gli impianti nucleari consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente", ha detto ancora il ministro rivolto alla platea degli imprenditori, ribadendo quindi la necessità di "ricostruire competenze e istituzioni di presidio, formando la necessaria filiera imprenditoriale e tecnica e prevedendo soluzioni credibili per i rifiuti radioattivi".

La richiesta di tornare a investire nell'energia nucleare era arrivata pochi minuti prima che Scajola intervenisse dal neopresidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo primo discorso all'assemblea degli industriali. "E' tempo di tornare a investire nell'energia nucleare, settore dal quale ci hanno escluso più di vent'anni fa decisioni emotive e poco mediatiche".
Ma non solo sul nucleare deve puntare l'Italia per abbassare i costi della propria bolletta energetica. Servono, ha detto Scajola, più infrastrutture come i rigassificatori e i siti di stoccaggio, sviluppo delle rinnovabili e carbone pulito. Scajola ha ricordato che "l'obiettivo della crescita non può essere conseguito senza affrontare con estrema risolutezza e senso di responsabilità" la questione energia, anche alla luce della "particolare vulnerabilità dell'Italia". Il Paese ha bisogno di energia "a costi competitivi, in quantità adeguate e in condizioni certe: la bolletta energetica pesa per 60 miliardi di euro e rende negativa la nostra bilancia commerciale".

L'annuncio del ministro ha suscitato subito reazioni contrastanti. Tra gli entusiasti Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel, che ha dato subito la disponibilità della sua azienda a fare la sua parte. "Siamo pronti ed effettivamente la durata della legislatura, pari a cinque anni, può essere un percorso realizzabile", ha spiegato. Simile la posizione espressa da Edison. "E' particolarmente condivisible l'apertura del nuovo governo al nucleare, e più in generale alla diversificazione del mix energetico", ha osservato l'amministratore delegato Umberto Quadrino. "Edison - ha proseguito - è pronta a fare la sua parte e a lavorare con il governo alla realizzazione del piano".
Di segno opposto il commento di Ermete Realacci, ministro ombra dell'Ambiente. "Non si può tornare al nucleare - ha sostenuto - perché è una scelta costosa e ideologica. E' come l'articolo 18, e sappiamo com'è finita quella battaglia".

"Ecco che riparte la favoletta del nucleare che risolve tutti i problemi energetici dell'Italia", ha commentato la notizia Legambiente. "Prima di sbandierare atomi a destra e a manca - ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - l'esecutivo dovrebbe chiarire dove pensa di recuperare i soldi per realizzare gli impianti. Per esempio: il primo e finora unico reattore nucleare commissionato nell'Europa occidentale dopo Cernobyl, quello finlandese sull'isola di Olkiluoto, ha già sforato il budget di spesa previsto del 35%. Inoltre l'Energy information administration degli Usa, non una setta di fanatici ecologisti dunque, afferma che l'elettricità proveniente da una nuova centrale nucleare è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta con il gas naturale, senza contare lo smaltimento delle scorie e i costi di dismissione della centrale stessa. Dire, come fa Scajola, "nuova generazione" si intende la quarta generazione, che è però ancora in una fase embrionale. Se tutto va bene impianti di questo tipo saranno disponibili tra 20-25 anni". Legambiente ha chiesto poi al governo di indicare anche dove vorrebbe aprire le nuove centrali.

Infine, secondo l'organizzazione internazionale ecologista Greenpeace, "l'annuncio del governo è inaccettabile e suona come una dichiarazione di guerra. Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avrà le risposte che merita", ha detto Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. "E' necessario rendere più facile il percorso autorizzativo delle fonti rinnovabili e lanciare un piano nazionale per l'efficienza energetica che può dare, a costi inferiori a quelli di produzione, l'equivalente di 15 centrali entro il 2020: è questa e non il nucleare la strada giusta".

[Informazioni tratte da Corriere.it, La Stampa.it, Repubblica.it]

- Solo il Sole potrà salvarci! (Guidasicilia.it, 16/04/2008)

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23 maggio 2008
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