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Un guazzabuglio di nodi politici da sciogliere nel centrodestra e nel centrosinista siciliano

13 febbraio 2008

Diciamocela tutta, questa stagione elettorale è proprio un bel manicomio. Se dalla parte nazionale sembra che le formazioni inizino a prendere forma e la nascita di gruppi politici unitari che vadano compatte in campagne elettorale pare essere largamente condivisa, dalla parte regionale non si possono fare gli stessi discorsi. Nel centrodestra sono tante le spaccature e le incognite da affrontare, così come nel centrosinistra. Disaccordi, prese di posizioni improvvise e autonome, controproposte fatte a muso duro, stanno già scandendo questi primissimi giorni di campagna elettorale, che non si sa come sarà fatta né tanto meno come si risolverà.  

A pesare sull'organizzazione della politica regionale sono anche i duelli nazionali, per esempio quello tra Berlusconi e Casini. Alcuni esponenti siciliani di Forza Italia, ad esempio, nei giorni scorsi hanno incontarto il leader del Partito del popolo della libertà, perché è chiaro a tutti che se le vicende nazionali riguardanti i rapporti tra Pdl e Udc non avranno una conclusione, sciogliere il nodo della candidatura siciliana sarà molto complicato. Infatti, se la frattura tra Berlusconi e Casini si ricompone, dicono, è probabile che la coalizione rimescoli le carte e scelga un nome che sia condiviso da tutti. Se si va alla rottura tra i centristi e il Cavaliere, Gianfranco Miccichè, che nei giorni scorsi ha avuto la benedizione di Berlusconi, rimarrà con molta probabilità il candidato del Pdl alla presidenza della Regione e si troverà come avversario un esponente centrista, e il nome che si continua a fare sempre con maggiore insistenza è quello del leader dell'Mpa Raffaele Lombardo.
Il nome e la persona di Lombardo, tra l'altro, è congeniale all'ex presidente condannato e dimesso, Salvatore Cuffaro, che lunedì sera, a margine del comitato regionale dell'Udc che si è tenuto a Palermo, ha confermato la sua posizione di netta contrarietà alla candidatura Miccichè, ribadendo che farà di tutto per impedire la sua elezione. Tra l'altro Lombardo si è dimesso ieri sera da presidente della provincia, anticipando di alcune settimane la scadenza naturale dall'incarico che ricopriva dal 2003. Quindi ha ribadito che si candiderà alla presidenza della Regione Siciliana "senza cercare alleanze" ma allo stesso tempo senza "accettare o subire condizionamenti o accordi".
Qundi, qualora il nodo Berlusconi-Casini si sciogliesse non è comunque detto che all'improvviso si potrà sciogliere anche quello siciliano.  

Inoltre, a Miccichè il chiaro invito di fare un passo indietro volontariamente e dare possibilità ad un altro candidato forzista per la guida della Regione, è arrivato non solo dall'Unione dei democratici cristiani, ma anche da Alleanza nazionale.
Saverio Romano, segretario regionale dell'Udc, ha spiegato che tale invito parte dall'analisi di quanto sta succedendo tra Berlusconi e Casini: “Noi stiamo aiutando Roma a fare in modo che si trovi un'intesa. Così diamo il nostro aiuto a trovare pure in Sicilia un accordo, che non può che passare da una candidatura comune e condivisa”. Ed è chiaro che le due caratteristiche, dopo l'anatema di Cuffaro, non si ritrovano affatto nella candidatura del presidente dell'Ars. Un discorso condiviso da An: “Abbiamo massimo rispetto per l'onorevole Micciché - ha detto Giuseppe Scalia, segretario regionale di An - per quanto egli ha rappresentato e continua a rappresentare per il centrodestra siciliano. Tuttavia riteniamo che sia arrivato il momento di porre fine alle aspirazioni personali, per creare nuovamente in Sicilia un clima di unità e coesione”Quindi il coordinatore di An ha chiesto a Micciché “di fare un passo indietro e di lavorare con noi per individuare un candidato presidente della Regione, che in nome dell'unità, possa riportare il centrodestra alla vittoria nelle prossime consultazioni elettorali regionali, amministrative e provinciali”.

Situazione di contrasto anche nel centrosinista, dove i nomi dei probabili candidati (Rita Borsellino, Anna Finocchiaro, Rosario Crocetta, per dirne tre) potrebbero... come dire, allettare un po' tutti i filoni della coalizioni, ma che invece sembra siano stati schierati in virtù di un gioco di forza che presuppone un disaccordo preoccupante.
Rita Borsellino ha confermato  la sua disponibilità a candidarsi, e finora viene appoggiata dalla Sinistra Arcobaleno, ad eccezione del Pdci che sostiene il sindaco di Gela Rosario Crocetta.
Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che si presenterà come leader della Sinistra Arcobaleno nella campagna nazionale, ha confermato che alla sorella del magistrato assassinato dalla mafia "è stata avanzata la richiesta" di un ticket con lui alla guida del partito (?) Arcobaleno.
"Rita Borsellino è molto impegnata nella realtà della Sicilia, e mi piacerebbe che fosse della partita”, ha detto Bertinotti.
Invece, non ha ancora sciolto la riserva la candidata del Pd Anna Finocchiaro, che qualora accettasse rimetterebbe in discussione la scelta della Borsellino, la quale insiste sulla necessità da parte del centrosinistra di trovare l'accordo su un solo nome.
Riserva che innervosisce quelli di Rifondazione. "La responsabilità di questo stallo è del Pd che da un lato va da solo alle politiche e dall'altro ritiene di potere semplicemente comunicare le candidature prescelte per Regioni e Province". Queste le affermazioni Rosario Rappa, segretario regionale di Rifondazione Comunista, che aggiunge: "Tale atteggiamento è ancora più grave in Sicilia perché la candidata naturale per la presidenza della Regione, legittimata dalle primarie due anni fa, è Rita Borsellino. Ci auspichiamo, quindi, che nell'isola il Pd riveda le proprie posizioni. In caso contrario - avverte - le forze della Sinistra Arcobaleno valuteranno la possibilità' di presentarsi con proprie candidature anche in tutte le province che andranno al voto".

Da parte sua Anna Finocchiaro a chi in questi giorni gli ha chiesto come andrà a finire con la candidatura alla presidenza della Regione siciliana ha risposto: "Stiamo decidendo cosa fare". La senatrice ha aggiunto che, per questa decisione, "non ci sono scadenze" e che quindi deciderà con calma anche perché "non è una decisione che prendiamo da soli ma anche con le altre forze del centrosinistra in Sicilia". Per quanto riguarda invece la ventilata doppia candidatura mossa da Rifondazione, la senatrice del Pd ha così detto: ''La Borsellino è una persona che io stimo ed amo ma di una doppia candidatura nel centrosinistra non se ne parla proprio. Se devo dire una cosa sola di buon senso, penso che faremmo molto male a noi e alla Sicilia se pensassimo di andare con candidature separate''. La Finocchiaro ha inoltre aggiunto che ''non si tratta della mia decisione. Non è tutto legato al fatto che io sciolga o no una riserva. E' in atto, in realtà, una discussione dentro il Pd nazionale e regionale. Stiamo valutando e non mi pare che ci siano molte certezze. Stiamo ragionando e i fatti evolvono di giorno in giorno''.

 

 

 

 

 

 

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13 febbraio 2008
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