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Un'inchiesta sui fondi pubblici dell'Ars

La Procura di Palermo ha aperto un'indagine sulle spese dei gruppi parlamentari siciliani

26 settembre 2012

La Procura di  Palermo ha aperto un'indagine conoscitiva sulle spese dei gruppi parlamentari all'Assemblea regionale siciliana. Al momento non ci sono indagati né reati contestati. Si tratta di un fascicolo aperto secondo il cosiddetto 'modello 45' per fatti non costituenti notizie di reato.
L'inchiesta è stata aperta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci in maniera autonoma e senza alcuna denuncia pervenuta, ma per approfondire i capitoli di spesa riguardanti i fondi pubblici utilizzati dai gruppi parlamentari. Insomma, la Procura si muove per capire se ci possano essere state "spese pazze" e ingiustificate come successo alla Regione Lazio. La Guardia di finanza e la Polizia giudiziaria acquisiranno il bilancio dell'Ars e i documenti relativi alle spese dei gruppi. Del fascicolo sono titolari, oltre al procuratore aggiunto Agueci, i sostituti Sergio Demontis e Maurizio Agnello.
L'inchiesta, a quanto trapela da ambienti giudiziari, non riguarda per ora i fondi riservati del Presidente della Regione siciliana. "Nell'indagine - spiegano gli inquirenti - non sono inclusi i fondi riservati di cui dispone il Governatore, tuttavia non è escluso che in futuro potremmo occuparcene ma in un altro contesto".

LE SPESE - Tra il 2000 e il 2009, mentre il Pil pro capite restava fermo, le spese delle regioni italiane sono esplose (LEGGI): in testa tra gli enti che più hanno accelerato c’è l’Umbria, dove gli esborsi sono cresciuti del 143%, seguita dall’Emilia-Romagna (+125%), e appunto la Sicilia (+125,7%) dove ora la procura vuole vederci chiaro.
Negli ultimi giorni alcuni esponenti politici avevano chiesto che venisse reso noto come sono stati spesi i fondi riservati del presidente della Regione e del presidente dell'Assemblea regionale siciliana. In particolare, il coordinatore regionale dei giovani di Grande Sud, Massimo Cusimano, ha chiesto al presidente dell'Ars, Francesco Cascio, di "rendere pubblico l'elenco delle spese effettuate con i fondi riservati a sua disposizione perché il presidente dell'Ars ha l'obbligo morale, prima che politico, di dire come spende i soldi dei cittadini".
Cascio ha risposto: "Posto che i fondi riservati essendo tali non necessitano di alcuna rendicontazione, non avendo però io nulla da nascondere e avendo sempre agito nella totale trasparenza, non ho alcuna problema a rendicontare le spese. Valuterò con gli uffici come farlo per non incorrere in una violazione dei diritti di privacy". "Ai giovani di Grande Sud - ha aggiunto Cascio - dico che sarebbe utile che facesse altrettanto il loro leader Gianfranco Miccichè, candidato alla presidenza della Regione, visto che per due anni anche lui è stato presidente dell'Ars".

La spesa fatta dal presidente Cascio, attraverso i fondi riservati, ammonta a 380 mila euro. Cascio, secondo quanto risulta dal rendiconto finanziario, nel 2010 ha utilizzato l'intero budget. Stessa cifra è stata appostata nel bilancio del 2011. Per il 2012 il Consiglio di presidenza ha ridotto i fondi riservati al presidente: 342 mila euro, 38 mila euro in meno rispetto agli anni precedenti.
"Sono strasicuro che l'utilizzo dei fondi pubblici 'modello Lazio' da noi all'Ars non c'è mai stato - ha detto ancora il presidente Cascio - Mi aspettavo che la Procura aprisse un'inchiesta dopo quello che è successo nel Lazio, ma noi offriremo la massima collaborazione agli inquirenti".
Sulla vicenda è inteventuo anche Raffaele Lombardo, che si è dimesso il 28 luglio dopo essere stato coinvolto in un'inchiesta antimafia. "Non ho fatto sprechi negli anni in cui sono stato presidente della Regione siciliana, il mio tenore di vita è stato molto sobrio. Non bevo champagne e le ostriche mi fanno male - ha detto Lombardo - Non ho organizzato né lauti pranzi né cene, ho fatto sempre tutto alla luce del sole. Sono pronto a collaborare con gli inquirenti".

I deputati più pagati d'Italia che si ritoccano lo stipendio all'insù - Tra i consiglieri regionali quelli siciliani (si chiamano deputati) non solo hanno l'indennità più alta, quasi 20 mila euro lordi al mese, ma vantano anche l'appartenenza ai gruppi assembleari più ricchi d'Italia.
Quest'anno l'Assemblea ha versato trasferimenti per 12,65 milioni di euro, soldi distribuiti ai vari gruppi parlamentari per la gestione delle attività in base al numero dei parlamentari e dei dipendenti. Una cifra destinata ad aumentare, nonostante il caso Lazio e il vento di antipolitica e astensionismo (oltre 45% non andrà a votare secondo i sondaggi) che soffia minaccioso sulle elezioni regionali di ottobre. Dal prossimo anno i gruppi parlamentari riceveranno 100 mila euro in più da spartirsi. L'incremento è previsto nel bilancio triennale dell'Ars. Il budget passerà dagli attuali 12,65 milioni a 12,75 mln.

A metà anno tra i tagli varati in periodo di spending review, l'Ars aveva deciso di ridurre i trasferimenti ai gruppi per il 2012, tagliando poco più di un milione di euro (da 13,71 mln a 12,65 mln): 950 mila euro in meno alla voce "contributo per le attività di supporto dei deputati" e 112 mila euro in meno per il "funzionamento dei gruppi e per il relativo personale". Contestualmente, nel bilancio triennale 2012-2014 però è stato inserito il piccolo ritocco al rialzo pari a 100 mila euro, che di fatto annulla il taglio di 112 mila euro del documento contabile del 2012.
La fetta più consistente di trasferimenti va al Pd, il gruppo più numeroso, che ha incassato circa 2,5 milioni di euro metà dei quali destinati agli stipendi dei dipendenti. Trecento mila euro, secondo quanto comunicato dai democratici, è andato a "iniziative territoriali", 20 mila euro per i rimborsi di pasti e caffè consumati dal personale alla buvette di Palazzo dei Normanni. Settecento mila euro ciascuno dichiarano di avere incassato Fli e Grande Sud, qualcosa in più l'Udc che ha utilizzato 200 mila euro per i "portaborse".
Bocche cucite invece nel Pdl. "Non saprei dire l'ammontare, il funzionario che si occupava del bilancio è stato fuori per motivi di salute", dice l'ex capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, ora transitato nel Pid. Che assicura: "I soldi sono stati spesi per finalità relative alle attività del gruppo".
L'80% dei fondi, sussurra un pidiellino anonimo, "è stato usato per pagare i dipendenti, alcuni dei quali guadagnano in maniera eccessiva". C'è chi a fine anno accumula 150 mila euro "solo per fare fotocopie", rivela il deputato.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

- Una spesa da 500 mila euro (Guidasicilia.it, 25/09/12)

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26 settembre 2012
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