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Un inferno di fuoco costato 115 milioni di euro

Gli incendi nell'estate siciliana, non ancora conclusasi, sono stati 4.300 ce ostati centinaia di milioni di euro

31 agosto 2011

115 milioni di euro. Tanto è costato, fino ad ora, l'inferno di fuoco che questa estate, non ancora conclusasi, ha interessato la Sicilia. Così da una parte all'altra dell'isola da Ferragosto in poi sono circa 100 gli incendi che hanno devastato le pinete e le zone boschive della Sicilia.
Ad essere colpite dalle fiamme, che nella maggior parte dei casi, si scoprono essere di natura dolosa o frutto della disattenzione, sono state le province di Palermo, di Caltanissetta ma anche Messina ed Enna. Una mappa che non lascia scampo e che solo nei boschi di Casaboli, San Martino, Giacalone ha fatto andare in fumo ben 150 ettari di boschi.
È troppo presto per fare bilanci ma le cifre sono destinate a crescere. Oltre ai danni per l'ambiente non mancano le ripercussioni economiche. È di 115 milioni, appunto, la cifra impiegata nelle operazioni di spegnimento: dal 15 giugno gli interventi del corpo forestale sono stati oltre 4.300 con l'impiego di canadair costati ben 3,5 milioni, tutto questo senza parlare dei costi di elicotteri e altri mezzi aerei.

Purtroppo una triste storia che si ripete ogni anno. Dalla Protezione Civile regionale si nota "un aumento degli incendi dolosi". Allora ci si interroga sui presunti colpevoli e a chi possa procurare un utile l'incendio di vasti territori, tante le voci che si inseguono diventando molto spesso un ritornello da leggenda metropolitana. Ma dalla forestale si tende a sgomberare il campo da ipotesi e a ribadire: "Se un incendio devasta un territorio in quella zona non ci si può lavorare per almeno cinque anni".

Dientro i tanti incendi di Monreale, invece, il vicesindaco Salvino Caputo è convinto che ci sia Cosa nostra. La giunta del comune del Palermitano nei giorni scorsi ha stabilito lo stato d'emergenza in seduta straordinaria dopo il rogo che per 14 ore, tra sabato e domenica mattina, ha minacciato decine di abitazioni, sgomberate, nella borgata di Piano dei Geli nella frazione di San Martino, tenendo impegnati 128 uomini per le operazioni di spegnimento con danni quantificati in 800mila euro.
La giunta, ha spiegato il vicesindaco e deputato regionale Caputo (Pdl), ha istituito un gruppo di lavoro per redigere una mappa degli incendi e dichiarare l'inedificabilità in quelle aree per i prossimi cinque anni, come prevede la legge. Inoltre, l'amministrazione sta lavorando per predisporre una delibera con la richiesta al Prefetto di Palermo Umberto Postiglione e al ministero della Difesa di autorizzare presidi a Monreale da parte dell'esercito. "Gli incendi dei giorni scorsi - ha affermato Caputo - avevano interessato solo aree boschive, adesso invece sono state colpite anche zone densamente abitate. È chiaro che siamo di fronte a una organizzazione criminale che opera senza scrupoli per danneggiare il territorio di Monreale". Per il vicesindaco "non si tratta di gesti isolati ma di una organizzazione criminale che coinvolge gli interessi di Cosa Nostra". "Su 53 mila ettari di territorio - ha sottolineato Caputo - sono state colpite aree edificabili e boschive, sapendo che in quelle zone vivono dei cittadini. È evidente che c'è un disegno dietro, una strategia con l'obiettivo di fare affari. Ma la giunta non lo permetterà".

[Informazioni tratte da Italpress, Corriere del Mezzogiorno]

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31 agosto 2011
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