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Un'inquietante sequenza di condotte professionali inammissibili...

L'assessore Massimo Russo sulla morte di Filippo Li Gambi e su quanto accadde al ''Sant'Elia'' di Caltanissetta

02 ottobre 2009

"E' un racconto agghiacciante, un'inquietante sequenza di condotte professionali valutate come inammissibili, gravemente carenti e inadeguate commesse all'ospedale 'Sant'Elia' di Caltanissetta. Il rapporto dei miei ispettori sulla morte di Filippo Li Gambi delinea in modo estremamente chiaro quanto avvenuto la notte fra il 20 e il 21 agosto scorso e impone l'adozione di immediati provvedimenti".
E' stato questo il commento dell'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, al quale ieri è stata presentata la relazione finale degli ispettori dell'assessorato sulla morte del giovane di Mazzarino (Caltanissetta), deceduto in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale.

Dalla relazione emergono elementi di grave criticità, sia sotto il profilo professionale che sotto il profilo di sistema. In particolare, viene sottolineata la "dilatazione dei tempi assistenziali" e una "sostanziale inadeguatezza delle procedure e delle azioni poste in essere per garantire il supporto vitale".
L'assessore Russo ha inviato la relazione al direttore generale dell'Asp 2 di Caltanissetta, Paolo Cantaro, invitandolo "ad adottare i provvedimenti di competenza". La relazione è stata inviata anche al ministero della Salute, alla commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e alla commissione sanità dell'Ars.
"Di fronte ai precisi addebiti evidenziati nel rapporto - ha commentato Russo – non si può che fare ricorso al principio della responsabilità e a tutto ciò che esso comporta. Stando alle conclusioni degli ispettori, un corretto approccio terapeutico avrebbe probabilmente potuto salvare la vita di Filippo Li Gambi".

La relazione degli ispettori sottolinea le criticità in ordine al comportamento professionale e deontologico dei chirurghi vascolari che si sono limitati ad effettuare un esame ecodoppler ed una visita esplorativa nella convinzione che il caso fosse di pertinenza ortopedica. Inoltre, come confermato dai cartellini di presenza, i due chirurghi hanno timbrato l'uscita dal servizio alle 00.40,
"denotando un comportamento deontologicamente scorretto ed ai limiti della negligenza". Emergono perplessità anche sulle competenze tecnico – professionali da parte degli anestesisti – rianimatori: i due professionisti si sono limitati ad eseguire l'intubazione oro tracheale in Pronto soccorso: la gravità delle condizioni cliniche è stata evidentemente sottovalutata "nella gestione dei tempi, dando precedenza a un lungo iter diagnostico strumentale" e nella scelta degli "interventi adottati, risultati inadeguati, con errori di tipo omissivo quali il mancato incannulamento di un vaso venoso centrale e la mancata trasfusione di una quantità di sangue adeguata a compensare la copiosa perdita".
Nel rapporto viene sostanzialmente confermata la ricostruzione temporale fatta qualche giorno dopo la tragedia: alle 22.50 la richiesta di soccorso; alle 22.57 l'arrivo del giovane al pronto soccorso del "Santo Stefano" di Mazzarino dove sono state messe in atto le manovre medico assistenziali per la stabilizzazione del paziente; alle 23.50 il trasferimento in ambulanza al "Sant'Elia" di Caltanissetta alla presenza di un chirurgo, un anestesista e due infermieri; alle 00.30 l'arrivo a Caltanissetta; alle 2.10 il trasferimento in sala operatoria e alle 2.40 la constatazione della morte di Filippo Li Gambi.
Secondo la relazione non ci sarebbero elementi di inadeguatezza nel primo soccorso e risulterebbe adeguata sia la sequenza delle azioni adottate dai sanitari al "Santo Stefano" di Mazzarino sia il trasporto all'ospedale di Caltanissetta.

"C'è un altro aspetto grave che è stato accertato – ha aggiunto l'assessore Russo - non risulta che nel dipartimento di emergenza urgenza del "Sant'Elia" siano state adottate linee guida e/o definiti specifici percorsi assistenziali per la gestione dei politraumatizzati, eludendo anche quanto ribadito nel decreto dell'11 gennaio 2008 riguardante l'approvazione degli standard per la gestione del rischio clinico che devono essere adottati in tutte le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate con la Regione siciliana. In questa storia sono emersi altri comportamenti quantomeno superficiali e discutibili, a cominciare dalla facilità con cui – nelle interviste agli organi di stampa – sono state diffuse notizie imprecise e confuse che di fatto hanno stravolto la verità dei fatti".

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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02 ottobre 2009
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