Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Un invito diventato un'accusa...

La "lettera aperta" del sen. Lumia al figlio di Bernardo Provenzano non è piaciuta al legale di quest'ultimo

08 marzo 2011

Dopo la lettera aperta che il senatore del Pd Giuseppe Lumia ha inviato al figlio del boss Bernardo Provenzano, Angelo (nella foto), e nella quale ha rivolto a questo l'invito a liberarsi della 'maledizione' che deriva dall’appartenenza alla famiglia del padrino convincendo l’anziano boss a pentirsi (Leggi la "lettera aperta" per intero), l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale di Provenzano, ha deciso di replicare al senatore componente della Commissione antimafia.
"L’accusa di omertà e complicità spetta alla magistratura che fino ad oggi l’ha esclusa, sicché l’affermazione del senatore Lumia non può che configurarsi come calunniosa. Sul piano umano, i figli di Provenzano scontano già da anni la 'maledizione' che una parte della società progredita, quella diversa dall’800 regala anche a chi non ha colpe proprie".
"Sul piano morale - prosegue la replica dell'avvocato Di Gregorio - mi permetto una osservazione e una domanda: i figli dei 'pezzi deviati delle Istituzioni e della politica' sono, anche loro, maledetti dal senatore Lumia e da coloro che ne condividono il pensiero? Come mai il senatore non si rivolge maledicente anche ad essi, accusandoli di complicità, omertà e, dunque, etichettandoli come mafiosi?".
"Mi spiace davvero che le interviste del giovane Provenzano (il ragazzo chiese in un’intervista che venissero approfondite le condizioni di salute del padre detenuto al carcere duro n.d.r. - LEGGI) - prosegue - abbiano suscitato tale reazione del parlamentare del Pd". "Il figlio del boss mafioso, che ha studiato e non vive nell’800, ritenendo di vivere in una società progredita, - spiega l’avvocato - non invoca alcuna clemenza, ma interviene sollecitato da giornalisti sul tema della salute che, nel nostro Stato di diritto è, appunto, un diritto anche dei detenuti, perfino quelli al 41 bis". "Le 'pesanti responsabilita' di Bernardo Provenzano sono valutate dai giudici nei processi penali e la sua detenzione è affidata al circuito del 41 bis. - aggiunge - I 'conti', perciò, deve farli Bernardo Provenzano, non Angelo Provenzano che non ha nessun conto da pagare verso la società". "Oltremodo pesante e vorrei dire minaccioso - conclude l'avvocato Di Gregorio - mi appare, dunque, il messaggio espresso, neppure troppo velatamente, da Lumia: se Angelo Provenzano non 'convince' il padre a collaborare diviene 'complice' dei segreti del padre, appalesandosi 'omertoso'!?". [Fonte: LiveSicilia.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

08 marzo 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia