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Un lento giudizio

Il Csm prende tempo per giudicare il giudice che ha impiegato 8 anni per scrivere una sentenza a Cosa nostra

05 aprile 2008

Otto anni per depositare una sentenza. Una sentenza importante che averbbe messo la parola fine ad un processo che ha visto condannati due mafiosi considerati esponenti di primo piano di Cosa nostra, Giuseppe Lombardo e Carmelo Barbieri, a 24 anni di reclusione ciascuno. Otto anni per scrivere la sentenza definitiva di un processo che aveva deciso inoltre di condannare anche la moglie del boss Piddu Madonia, a 8 anni di reclusione, e altri quattro favoreggiatori di Cosa nostra.
Gli è servito tutto questo tempo al giudice Edi Pinatto per scrivere la parola fine ad un provvedimento che aveva visto la Giustizia fare egregiamente tutto il suo lavoro, vanificato dalla sua inqualificabile condotta.
Infatti, le persone condannate dal Tribunale di Gela, sono state scarcerate. Da sei anni sono persone ingiustamente libere...

Eppure, nonostante l'indignazione che il caso ha scaturito, e nonostante la chiara presa di posizione del presidente dell repubblica Giorgio Napolitano, che con una lettera al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino ha sottolineato "l'opportunità di invitare i Capi degli uffici a esercitare con tempestività e rigore i loro poteri di vigilanza e, nello stesso tempo, di assumere - con la urgenza che la situazione richiede - le determinazioni procedurali e organizzative idonee a evitare il ripetersi di episodi del genere o il loro inaccettabile protrarsi", la sezione disciplinare del Csm - che peraltro ha già condannato altre due volte Pinatto per i suoi ritardi - ha bocciato la richiesta del ministro della Giustizia di sospendere in via d'urgenza dalle funzioni e dallo stipendio il giudice Pinatto.
A quanto si è appreso, la sezione disciplinare ha ritenuto che non vi fossero le ragioni di urgenza per procedere alla sospensione, visto che il magistrato nei giorni scorsi ha comunque depositato le motivazioni della sentenza in questione. Avrebbe pesato, sempre secondo indiscrezioni, la circostanza che il procedimento disciplinare sul merito si terrà a breve, nel mese di maggio, in una data però ancora da fissare.

La decisione, che deve essere ancora depositata, è stata presa al termine di una Camera di consiglio, alla quale hanno partecipato anche il magistrato ed il suo "difensore", il presidente di sezione della Cassazione, Mario Fantacchiotti.
Il 14 aprile, Pinatto sarà ascoltato dal Gip di Catania, chiamato a decidere sulla sua richiesta di rinvio a giudizio per omissione di atti di ufficio. Poi, tra una ventina di giorni, il magistrato sarà ascoltato dalla Procura generale della Cassazione, che sta portando avanti l'istruttoria dopo l'azione disciplinare a suo carico decisa dall'ex Guardasigilli Clemente Mastella lo scorso gennaio, che aveva contestato al magistrato non solo questo ma anche altri due analoghi ritardi nel deposito di sentenze.
Pinatto ha mostrato "assenza di considerazione per il superiore interesse della giustizia"; un comportamento "incompatibile con l'ulteriore esercizio delle funzioni giudiziarie", aveva accusato il  Mastella.
La lentezza nel redigere la sentenza sui Madonia può costare al magistrato - ora pm a Milano - anche un processo penale, visto che la Procura di Catania ha chiesto il suo rinvio a giudizio per omissione di atti d'ufficio.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Adnkronos.com, Corriere.it, La Stampa.it]

- Giustizia lumaca... (Guidasicilia.it, 12/03/08)

- Quando arriva la Giustizia? (Guidasicilia.it, 20/03/08)

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05 aprile 2008
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