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Un "Manifesto per l'Italia" contro Berlusconi

Gianfranco Fini: "Berlusconi faccia l'unica cosa seria da fare: salga al Colle e si dimetta"

08 novembre 2010

"Nessun traguardo può essere precluso grazie all'impegno e alla passione di chi crede nella politica fatta per ideali". Lo ha detto Gianfranco Fini nel suo saluto introduttivo ai lavori della convention di Futuro e libertà all'Umbria Fiere di Bastia Umbra. Il presidente della Camera ha aggiunto un riconoscimento alla dedizione e alla passione dei tanti che si sono impegnati in questa fase di lancio del movimento e ha voluto precisare: "Lo dico fin d'ora, abbiamo obiettivi ambiziosi".
Dal palco Fini ha ringraziato Luca Barbareschi, che aveva appena letto il 'Manifesto per l'Italia', e ha chiesto ai suoi di sottoscriverlo con "centomila firme per dare una chiara indicazione al nostro cammino".
Nel testo, le dieci 'parole d'ordine' di Fli: etica pubblica, legalità, senso civico, sussidiarietà, volontariato, famiglia, impresa, meritocrazia, ambiente e patrimonio culturale. Le sottoscrizioni sul sito www.futuroeliberta.com. "Noi amiamo l'Italia, la nostra Patria - si legge nel Manifesto - e la vogliamo orgogliosa e consapevole, unita nelle sue differenze, civile e generosa, tollerante ed accogliente; una Nazione di cittadini liberi, che credono nell'etica della responsabilità. Noi vogliamo un'Italia in cui i cittadini che fanno il loro dovere godano di diritti certi, garantiti da uno Stato più efficiente e meno invadente, senza burocrazia e clientele. Un'Italia protagonista e competitiva nel mondo, aperta al mercato e alla concorrenza".
Il manifesto "lo dedichiamo agli eroi veri, come Giorgio Ambrosoli" ma anche a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha detto il coordinatore di Fli Adolfo Urso che nel suo intervento ha aggiunto che il documento con i valori cardine del nuovo movimento vanno dedicati anche ad altri grandi italiani come "i nostri alpini in Afghanistan, ai missionari in Africa e ai francescani d'Assisi".

Dopo Fini l'intervento di Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera. "Mi rivolgo a Fini, oggi è una giornata di svolta per la politica italiana", ha detto. "Tu hai certificato la fine della prima Repubblica, oggi sei sempre tu a certificare il percorso fatto dal bipolarismo che si conclude in modo irreversibile. Sei stato protagonista della seconda Repubblica e sarai il protagonista principale della terza". "Questa gente ti chiede coraggio - ha proseguito -, devi osare e saper puntare il dito come hai già fatto davanti alle ingiustizie". "Ti chiediamo di costruire un partito diverso dal Pdl, un partito dove tutti partecipino", ha proseguito Bocchino. "Difendi la nazione, la legalità e l'etica pubblica. Non si può andare al Family Day un giorno e comportarsi diversamente il giorno dopo. Dobbiamo aiutare lo sviluppo e far uscire i precari dal ruolo subalterno. Questa è anche la stagione dei doveri perché c'è bisogno di parlare di doveri. Devi - ha detto - costruire un'opzione politica nuova per l'Italia di centrodestra, ma che non abbia la bava alla bocca".

E Fini ammise l'errore: "Abbiamo sbagliato a fondare un partito con Berlusconi" - "E' stato un'errore fondare un partito comune (il Pdl) insieme a Silvio Berlusconi". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un'intervista pubblicata ieri dal domenicale tedesco Welt am Sonntag. "Il nostro obiettivo è quello di creare un partito di centrodestra che attuerà una politica che non dirà automaticamente 'No' alle istanze della sinistra" ha sottolineato Fini che poi non ha escluso di diventare presidente del Consiglio dopo le elezioni del 2013.
"Berlusconi salga al Colle e si dimetta: servono un nuovo patto di legislatura e una nuova agenda politica, non quei cinque 'punticini' indicati nel suo programma". Questo l'ultimatum con il quale Fini ha chiuso la convention di Fli a Bastia Umbra avvertendo che, altrimenti, la sua componente è pronta a uscire dal governo. Anche perché, ha affermato il presidente della Camera, in caso contrario saranno gli italiani, stanchi di un governo che 'fa finta', a staccare la spina. Il leader del Fli ha indicato con chiarezza quali devono essere le priorità vere della nuova agenza di governo "altro che la legge sulle intercettazioni". I punti indicati da Fini sono essenzialmente: un nuovo patto sociale, investimenti mirati per la ricerca e l'istruzione, nuove regole sugli appalti della Pubblica Amministrazione, l'ammodernamento del nostro sistema istituzionale e, infine, cancellare 'una legge elettorale che è semplicemente una vergogna'. Nel denunciare anche un'allarmante conflitto generazionale che deve essere affrontato e risolto, Gianfranco Fini ha parlato di "un governo che sta galleggiando, che ha perso la rotta e che non identifica le priorita. Insomma un governo del fare finta". Ecco perché, ha spiegato Fini, Fli non è contro il premier ma è oltre Berlusconi e il Pdl. Nel sollecitare infine una coalizione che coinvolga anche l'Udc, il presidente della Camera non ha risparmiato una stoccata al presidente del Consiglio in ordine alle polemiche sulla sua condotta morale: "Quando si e' personaggi pubblici - ha rimarcato Fini - si è obbligati ad essere di esempio per il Paese che si rappresenta, dentro e fuori dell'Italia".

L’auspicio di Fabio Granata: "Cancellare cricche, mafie e affaristi" - "Se non avessimo impedito l’approvazione del processo breve che avrebbe cancellato centinaia di processi solo per salvare uno, immaginate cosa sarebbe dell’Italia. Noi non abbiamo paura di essere intercettati anche quando organizziamo le nostre feste". Lo ha affermato Fabio Granata, parlando dal palco della convention di Fli. "La nascita di questo movimento – ha aggiunto il deputato siciliano – ci riempie di responsabilità: cancellare le cricche, le mafie, gli affaristi. Se l’Italia ha spazio di speranza è grazie a Fini e ai parlamentari che hanno impedito che leggi vergognose venissero approvate, come quelle sui presidi e sui medici spia". "Da me nessun ragionamento da falco – ha sottolineato – Dobbiamo sforzarci di ragionare attraverso due capisaldi: consapevolezza di ciò che abbiamo fatto e impedito in Italia ed il coraggio di portarlo avanti". Granata ha rivendicato il "senso della ribellione della politica e della libertà". "Quella maglietta con Fini che rivolge l’indice verso Berlusconi – ha spiegato – sintetizza in maniera straordinaria ciò che abbiamo costruito in questi mesi, così come ieri quell’applauso in sala nato appena sullo schermo sono apparsi Falcone e Borsellino indica quello che stiamo tentando di costruire". Granata si è rivolto infine a Gianfranco Fini: "I grandi leader sanno ascoltare e non solo proclamarsi i migliori del mondo. Credo che per costruire un grande movimento basterebbe fare uno statuto costituito da un solo articolo: 'da noi non entrerà mai chi è discusso'". In conclusione, una frecciata agli ex An quando ha raccontato come Fini disse una volta: "Non voglio scegliere nuovi colonnelli, visto la fine che hanno fatto quelli precedenti...".

Gli esponenti di governo del Fli rimettono il mandato a Fini - Gli esponenti di Fli con incarichi di governo hanno rimesso il proprio mandato nelle mani di Gianfranco Fini. Per primo il ministro Andrea Ronchi, dal palco della convention del Fli ha messo a disposizione di Fini il mandato 'per costruire l'Italia di domani'. Dopo di lui hanno annunciato la stessa decisione anche il viceministro Adolfo Urso ed i sottosegretari Antonio Bonfiglio e Roberto Menia: "A noi non interessano le poltrone ma la missione per il cambiamento dell'Italia".
"Fini si assuma le sue responsabilità in Parlamento", hanno sottolineato in una nota i capigruppo Pdl di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che respingono al mittente la richiesta di dimissioni, inaccettabile "dopo un voto di fiducia il cui rilievo politico è stato chiaro a tutto il paese. E' il Parlamento - hanno sottolineato - il luogo dove ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, con scelte chiare e non con riti impropri, che soprattutto chi ha ruoli istituzionali non dovrebbe invocare. E' quella la sede dove decidere se rispettare il mandato degli elettori, rinnovare il patto di legislatura, garantire la stabilità di governo basata sulla sovranità popolare". "In Parlamento il governo Berlusconi ha ottenuto un'ampia fiducia poche settimane fa, sulla base di una concreta ed articolata proposta, coerente con il programma della coalizione di centrodestra votato dalla maggioranza degli italiani. Dopo quel voto sono state avviate iniziative legislative e politiche sul federalismo fiscale, sulla sicurezza, sulla riforma del fisco, sulla giustizia, sullo sviluppo. Altre, come quella per il Sud, sono in via di definizione, secondo il programma annunciato dal governo". "E' inoltre all'esame del Parlamento - hanno proseguito Cicchitto e Gasparri - il bilancio dello Stato, mentre l'esecutivo ha indicato una serie di obiettivi coerenti con l'agenda europea. Il presidente Berlusconi, in occasione del voto di fiducia nei giorni scorsi, ha sottolineato le diverse articolazioni politiche e parlamentari della maggioranza chiedendo ed ottenendo la fiducia anche del gruppo Futuro e Libertà".
"Fini? Per adesso sto dietro il cespuglio..." ha affermato Umberto Bossi commentando il discorso del presidente della Camera. Il leader della Lega si è limitato a rispolverare una sua vecchia battuta e una tecnica degli albori della Lega quando in momenti particolarmente tesi e difficili dava vita a un vero e proprio black out informativo. Per gli esponenti di spicco del Carroccio al momento la linea è quella del silenzio. Una prudenza che mira a non danneggiare il cammino del federalismo.

La risposta di Silvio Berlusconi: "Non mi dimetto, mi voti contro" - A pochi minuti dalla fine della convention di Fli lo stesso Silvio Berlusconi si è sfogato con i suoi: "Se Fini pensa che l'esperienza di governo sia finita deve prendersi la responsabilità di votare contro in Parlamento", avrebbe detto il premier. La situazione comunque sarà analizzata più compiutamente in queste ore e non si esclude la convocazione di una nuova direzione nazionale del Pdl al più presto.
Nello stato maggiore del Pdl non si è nascosta la sorpresa per l'affondo di Fini che, hanno detto, ha ormai abbandonato del tutto la sua veste istituzionale. Adesso, "se i ministri di Fini escono, bisogna approvare la finanziaria e prima di fine anno, il 15-20 dicembre, chiedere la fiducia su un patto di legislatura", ha spiegato Mario Valducci. A quel punto "se c'è la maggioranza bene, altrimenti si va a votare, non vedo alternative".
Il primo ad anticipare la risposta del premier all'ultimatum di Fini è stato l'ex compagno di partito del leader di Fli, e attuale ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli: "Non è un percorso possibile che Berlusconi possa dare le dimissioni. Lo escludo".
"Il discorso di Fini è stato una critica a tutto. E allora - ha sottolineato Matteoli - se è una critica a tutto perché aprire una crisi e rifare un altro governo con Berlusconi? Non credo a questa ipotesi, c'è qualcosa che non quadra", ha spiegato Matteoli. Quanto ai temi sollevati dal presidente della Camera, Matteoli è stato più morbido: "Sulle questioni c'è spazio per un accordo, se vuole appoggiare il governo Berlusconi lo può fare sui temi. E allora - ha insistito il ministro - perché chiede l'apertura della crisi?".
Di una "responsabilità gravissima di fronte al Paese" hanno parlato i vertici del Pdl. "Il discorso pronunciato da Fini getta alle ortiche con una spregiudicatezza imbarazzante un impegno comune di quasi vent'anni - hanno specificato in un comunicato congiunto il coordinatore e il presidente dei deputati del Pdl Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto - liquida una parte cospicua del patrimonio della destra italiana, tenta di distruggere alcuni punti fondamentali dell'impianto riformista del governo e risponde con la richiesta di una crisi al buio alla prospettiva positiva indicata dal presidente Berlusconi". E dunque, "Fini si è assunto una responsabilità gravissima di fronte al Paese e di fronte agli elettori di centrodestra. Il governo - hanno concluso - tuttavia deve tenere fermo il suo impegno nell'interesse del Paese".
Una frecciata a Fini l'ha lanciata poi il segretario de La Destra Francesco Storace: "A Perugia Fini chiede le dimissioni di Berlusconi, offre le dimissioni dei suoi ministri e sottosegretari ma dimentica le sue".

Da sinistra il leader del Pd Pier Luigi Bersani parla di "risposta illusoria" per una "crisi conclamata". "Mi è piaciuto che si sia detto - ha sottolineato il leader democratico - che quell'esperienza è alla fine, ma non mi sono piacute le proposte, non sono sufficienti. A furia di passarsi il cerino, il cerino si sta spegnendo".
Massimo D'Alema intanto è tornato a invocare un "governo di responsabilità nazionale. Si dovrebbe costituire un governo - ha aggiunto - che guardando ad altri momenti difficili della storia del Paese, come nella prima metà degli anni '90, sia in grado di chiamare a raccolta le energie migliori e affrontare l'emergenza della crisi". Secondo D'Alema "il fatto che il maggior partito di opposizione abbia detto di volere un 'governo di responsabilità nazionale' ha cambiato lo scenario politico perché se non avessimo preso questa posizione probabilmente i processi politici che si sono aperti nel centrodestra non si sarebbero aperti".
E il leader di Idv Antonio Di Pietro dal suo blog ironizza: "La domenica si traveste da leader dell'opposizione e, alla stregua di noi dell'Italia dei valori, denuncia la catastrofe politica, etica ed economica a cui ci sta portando l'attuale governo Berlusconi", ora "speriamo che lunedì, - continua Di Pietro - non cambi di nuovo parere, rinnovando, ancora una volta, la fiducia al governo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa]

- Ecco dove può cadere il governo Berlusconi di Liana Milella (Repubblica.it)

 

 

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08 novembre 2010
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