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Un mare di tesori quello Siciliano. Nei fondali agrigentini, un carico di anfore romane

Nei fondali di Sciacca (AG) ritrovata un imbarcazione romana

27 ottobre 2003
Un altro tesoro archeologico rivedrà la luce in Sicilia. L'isola sta vivendo una stagione fortunata! Dopo il ritrovamento delle magnifiche teste di Giulio Cesare e Agrippina a Pantelleria, il ripescaggio dai fondali del mare di Gela della prua di una nave di età ellenica e dopo il successo di pubblico  ottenuto dal Satiro danzante di Mazara del Vallo, adesso è la volta di Sciacca.

A circa 300 metri dalla costa, sui fondali del cristallino mare della città, infatti, è stato localizzato, nei giorni scorsi, dai militari dell'ufficio circondariale marittimo saccense un carico di anfore di una nave di epoca romana. Si tratta di 612 pezzi, cocci di varia pezzatura di anfore e vasi che sono stati consegnati alla Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento. Militari ed il nucleo operativo subacqueo della Soprintendenza, guidato da Daniele Valenti, hanno effettuano un sopralluogo nella zona interessata, nelle località lido Salus e Tonnara.

Una dettagliata relazione è stata richiesta dalla Soprintendenza al servizio per le ricerche archeologiche sottomarine di Palermo. Sulla base di questa relazione si deciderà l'eventuale avvio di una campagna di scavi per il recupero di tutto il carico. A circa un miglio dal tratto di mare nel quale è avvenuto il ritrovamento,  precedentemente era stato individuato il  relitto di un imbarcazione di epoca romana ed avviata una campagna di scavi .

"Il tratto di mare dove sono stati trovati questi reperti - dice Mimmo Maculassi, ispettore onorario dell'assessorato regionale ai Beni culturali - era una rotta commerciale importantissima soprattutto nel periodo romano" tanto è vero che nel terzo secolo vi erano numerose città, lungo la costa, che adesso non esistono più e che erano tutti luoghi di approdo. "Io, nel 1997," continua Maculassi "ho trovato dei piatti in ceramica di straordinaria bellezza, custoditi adesso dalla Soprintendenza, e che dimostrano questo intenso commercio che c'era in una Sicilia che aveva ancora un doppio culto, quello pagano per una clientela che adorava gli Dei, e quello cristiano".

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27 ottobre 2003
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