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Un mese senza Giuliana

Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto. Rapita a Baghdad il 4 febbraio 2005

04 marzo 2005

«Giuliana Sgrena, Florence Aubenas e Hussein Hanoun al Saadi sono stati sequestrati in Iraq. Mentre facevano il loro lavoro di giornalisti liberi, mentre raccontavano la tragedia di un paese e di un popolo. Liberateli! Liberiamo l'informazione».

Passa terribilmente in fretta il tempo. Non per tutti...
E' già passato un mesa dal giorno in cui Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, veniva rapita a Baghdad. Un mese che per lei e per i suoi cari dura già da troppo.
Un mese di prigionia. Un mese nel quale quotidianamente Giuliana, donna impegnata, garbata, gentile e tenace, ha dovuto fare i conti con i propri ricordi, con la propria paura, con il proprio coraggio, con la propria... Chissà. Nessuno può saperlo, forse sarà così per Giuliana o forse no...
Un mese in cui il desiderio di vedere libera la pace, libera l'informazione, libera Giuliana Sgrena, Florence Aubenas, l'inviata di Libération rapita a gennaio e il suo interprete Hussein Hanoun al Saadi, è cresciuto sempre di più. Un mese nel quale l'orrore per la guerra si è alimentato di nuova linfa e la voglia di gridare il proprio dissenzo contro essa si è levata forte dalle piazze.

Continua il digiuno a staffetta ''pubblico e interreligioso'' iniziato martedì scorso.Florence Aubenas
''Siamo soddisfatti di come l'iniziativa stia coinvolgendo sempre più persone in tutta Italia'' ha detto Alessandro Santoro, prete della comunità fiorentina delle Piagge e promotore dell'iniziativa ''Quanti giorni all'alba?'', un digiuno pubblico e comunitario che rappresenta un grido sofferto, per chiedere al governo italiano il ritiro delle truppe dall'Iraq; per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena, Florence Aubenas, Hussein Hanoun, delle altre persone sequestrate; per chiedere la fine dei bombardamenti su Ramadi e l'apertura di un corridoio umanitario; per chiedere la fine dell'utilizzo delle cluster bombs e la liberazione e di tutto il popolo iracheno. Per chiedere principalmente e con estrema decisione la fine di una guerra spaventosa, essa stessa generatrice di terrorismo.

''Siamo già arrivati a 360 persone che hanno deciso di mettere a disposizione il loro corpo, oltre a 70 tra gruppi organizzati o meno'', aggiunge Santoro.
Un'organizzazione minuziosa e articolata, a partire dal sito aperto per segnalare tutte le iniziative a favore dell'inviata del Manifesto (www.pergiuliana.org), fino al presidio permanente organizzato davanti Montecitorio. Un modo per tenere alta l'attenzione coinvolgendo quante più persone possibile, spiega Alessandro Santoro. La gente che aderisce al digiuno porta al braccio una fascia bianca e insieme a loro tanta gente comune.




Martedì scorso il presidente Ciampi, durante la consegna del premio "Cronista dell'anno" ha lanciato un nuovo accorato appello per la liberazione le giornaliste tenute in ostaggio In Iraq. "Chiediamo con forza che siano liberate", ha detto il presidente della Repubblica al Quirinale, "Liberarle gioverebbe a tutti e prima di tutto al futuro dell'Iraq". "Quando accade che dei giornalisti perdano la vita per aver voluto fare il loro lavoro - ha osservato Ciampi - o siano oggetto di atti di violenza, e penso naturalmente a Giuliana Sgrena e a Florence Aubenas, scelte dai loro rapitori per aver fatto con passione il loro mestiere di croniste, ci sentiamo tutti feriti".
Proprio a Giuliana Sgrena Ciampi nel 2003 aveva conferito la croce di Cavaliere della Repubblica, insieme ad altre dieci giornaliste italiane inviate di guerra a Bagdad. Nel corso della cerimonia, Ciampi ha sottolineato più volte che il lavoro del cronista è l'essenza vera del giornalismo. E' un lavoro, ha detto, che "insegna a mantenere il contatto con la realtà, con i fatti" e a comprendere anche la verità "che talvolta viene tenuta nascosta".

L'8 marzo, per la Festa delle Donne, l'Atomium, il celebre monumento di Bruxelles che raffigura l'atomo, sarà illuminato in segno di solidarietà con Giuliana Sgrena, la collega francese Florence Aubenas e l'interprete iracheno Hussein Hanoun.
L'iniziativa è partita dai giornali delle due inviate, "il manifesto" e "Libération", e dall'associazione Reporters san Frontieres. L'Atomium restera' illuminato dalle ore 19 fino a mezzanotte.

LIBERATE LA PACE
LIBERATE L'INFORMAZIONE

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04 marzo 2005
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