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Un mo(n)do nuovo per intendere la politica

Il "Modello Sicilia" in tre parole: impegno, onestà ed entusiasmo. La libertà è partecipazione...

28 febbraio 2013

Dopo il boom elettorale, il Movimento 5 Stelle, primo partito in Sicilia con oltre il 30%, fa sentire la propria voce con ancora più forza. Ieri in Assemblea regionale i deputati stellati hanno ribadito in commissione Affari istituzionali che "le nove Province vanno abolite". A differenza del decreto Monti che trasforma le Province in enti di secondo livello non elettivi, riducendone i costi, i deputati del M5S in Sicilia, che deve ancora legiferare, ne chiedono "la completa soppressione". Una sfida aperta contro la maggioranza e al governo Crocetta.
"Il risultato del voto è evidente, l'Assemblea ha un'occasione importante per manifestare un atto di coraggio, i cittadini vogliono cambiamenti veri", ha detto Salvatore Siragusa (M5S), segretario-deputato in commissione Affari istituzionali all'Ars. La commissione si è riunita ieri mattina proprio per cominciare l'iter della riforma delle Province.

Sono nove i disegni di legge finora depositati, gran parte dei quali prevede il mantenimento degli enti, seppure riducendo il numero di componenti nelle giunte, il numero dei consiglieri e tagliando le indennità. Il rinnovo delle Province è previsto in primavera, assieme al voto in alcuni comuni, tra cui Messina e Catania. Senza una legge si rischia il caos e la nomina di commissari.
Anche i 5stelle hanno il loro testo. "Al posto delle Province che nello Statuto speciale della Regione non esistono, noi prevediamo la formazione di Liberi Consorzi tra i comuni, affidandone l'amministrazione ai sindaci, con un piccolo rimborso, ma senza indennità aggiuntiva", ha spiegato Siragusa, che ha lavorato al testo. "L'organo politico scomparirà - ha aggiunto il deputato - dunque non ci saranno costi, al contrario i sindaci, riuniti in consorzio, potranno lavorare meglio per risolvere i problemi dei territori". Il personale in servizio nelle Province sarebbe trasferito ai Consorzi, "perché è ovvio che l'occupazione va salvaguardata", afferma Siragusa.
Proprio perché ne chiede l'abolizione, il Movimento 5stelle ha già deciso di non presentare candidati alla prossima tornata elettorale. "Se l'Ars ha intenzione di mantenere gli attuali enti, se ne assumerà tutte le responsabilità di fronte ai cittadini", ha concluso Siragusa.

E il testo sull’abolizione delle province è solo l’ultimo dei segmenti dell’attività dei deputati a 5 Stelle all’Ars. Fino ad oggi, infatti, sono oltre 100 gli atti ispettivi proposti, nove i disegni di legge in gran parte sulla riduzione dei costi della politica, mozioni di peso come quella sul 'no al Muos' (il radar Usa a Niscemi), decine di professionisti che li affiancano nel loro lavoro e a titolo gratuito, diverse 'commissioni parallele' composte da attivisti impegnati a fianco dei deputati.
E' giusto questa grande attività quel "modello Sicilia" che Beppe Grillo vuole esportare in Parlamento. I protagonisti: i 15 deputati del Movimento Cinque Stelle dell'Assemblea regionale siciliana che, tra l’altro, a breve riconsegneranno all'amministrazione il 70% delle loro indennità di febbraio, come hanno già fatto con le prime due mensilità, con lo scopo di finanziare un fondo per il microcredito alle imprese.

In questi primi tre mesi di legislatura, il bilancio, per i grillini, "è positivo". I parlamentari sono spesso i primi a entrare nel Palazzo e gli ultimi a uscire, "tanto che l'Assemblea ha istituito un servizio serale per i commessi proprio perché finiamo tardi, qualcuno anche alle 23", dice Gianpiero Trizzino, avvocato e presidente della commissione Territorio. Anche in portineria, l'afflusso di gente che chiede il pass per andare al gruppo '5stelle' è continuo. Oltre allo staff interno di 13 persone pagate con i fondi del gruppo, i 15 deputati si avvalgono della collaborazione di decine di ingegneri, docenti universitari, avvocati, architetti, agronomi, geologi, sindacalisti e anche di qualcuno che ha scelto i 'grillini' abbandonando il suo vecchio partito. "Tutti a titolo gratuito - precisa Trizzino -. All'inizio eravamo noi a cercarli, adesso sono loro. Vogliono partecipare alla cosa pubblica, spendendo il loro tempo e la loro competenza".
"Le porte del nostro gruppo parlamentare sono sempre aperte, facciamo riunioni continue con la gente, c'è una voglia di partecipazione impressionante, riceviamo via web tantissimi spunti per disegni di legge e atti ispettivi", aggiunge il deputato '5stelle'. C'è pure chi ha provato a chiedere la classica raccomandazione. "E' successo una sola volta - racconta Trizzino - ascoltavo questa persona e pensavo che mi parlasse perché sono un avvocato, quando ho capito che mi stava chiedendo un favore, mi sono imbarazzato e gli ho detto che non avrei saputo nemmeno come fare a risolvergli il problema".

Anche i rapporti con gli altri "onorevoli" stanno cambiando. "All'inizio c'era molta diffidenza - spiega Trizzino - Ci guardavano un po' come degli alieni, adesso è diverso, sono, diciamo, più disponibili". E col governo Crocetta? "Ho un ottimo rapporto con l'assessore Nicolò Marino (ex pm), lo stimo, è davvero in gamba - aggiunge - con altri un po' meno".
E sebbene restituiscano ogni mese il 70% dell'indennità, le casse del gruppo parlamentare sono in attivo. "Abbiamo pensato di usare questi soldi per pagare alcuni dei professionisti che ci sostengono dandoci consulenza - spiega Trizzino - ma a queste persone i soldi non interessano, sono entusiasti solo al pensiero che anche loro sono dentro il Palazzo e partecipano alla stesura di norme che servono al popolo".
Trizzino spiega anche che all'Ars è stato presentato "il primo disegno di legge scritto dal popolo", un testo scritto interamente da un gruppo di cittadini, a titolo gratuito. "E' un ddl sull'albergo diffuso, è già pronto a breve lo depositiamo". Alla stesura del testo hanno partecipato Giuseppe Palazzolo, Alessia Cerzoso, Egidio Cottone e Manlio Lombardo della Panormita consulting e l'associazione 'Sicilia delle meraviglie'.

Il MoVimento 5 Stelle e il tesoretto per le imprese siciliane - Hanno già raccolto 170 mila euro e, tra qualche giorno, il budget salirà a quota 240 mila, mentre a fine aprile il "tesoretto" sarà di 380 mila euro. Con questi soldi, accumulati restituendo il 70% delle loro indennità e trattenendosi solo 2.500 euro netti al mese (ne ricevono 10 mila), i 15 deputati M5S dell'Assemblea siciliana finanzieranno un fondo per il microcredito.
Per la Cna, l'associazione degli artigiani che apprezza l'iniziativa dei grillini, il fondo potrebbe sostenere almeno 500 start-up all'anno.

Il fondo potrebbe essere costituito prima dell'estate. La norma che lo istituisce è inserita all'art. 28 della legge di stabilità presentata dal governo Crocetta e che dovrà essere approvata entro fine aprile, alla scadenza dei quattro mesi di esercizio provvisorio. Poi spetterà all'assessorato regionale alle Attività produttive emanare il regolamento. I deputati si limiteranno a versare parte della propria indennità e non intendono entrare nella gestione del fondo. In base alla legge lo strumento sarà alimentato da "contributi volontari dei deputati regionali o di terzi, da donazioni, lasciti, erogazioni conseguenti a trasferimenti statali, comunitari o da enti territoriali regionali, da altri enti pubblici o privati". Per il 2013, è prevista una dotazione di 2 milioni, metà dei quali versati dall'Ars.
Per il presidente della Cna siciliana, Mario Filippello, "il fondo, gestito dalla Regione, potrebbe avvalersi dei Consorzi fidi per la istruttoria delle pratiche, bypassando così il sistema bancario. Sono tantissimi i giovani interessati al microcredito - sostiene Filippello - questa potrebbe essere una opportunità importante. È lodevole che come primo atto i cinquestelle abbiano pensato all'impresa".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it]

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28 febbraio 2013
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