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Un nuovo sistema finanziario siciliano

Sulla cancellazione degli enti Crias e Ircac: un gesto dalla portata storica pieno di incognite

12 marzo 2013

Crias e Ircac dentro Irfis-Finsicilia
Crocetta prova a disegnare il nuovo sistema finanziario regionale
di Andrea Naselli (€conomiaSicilia.com, 8 marzo 2013)
                                                
Anni di dibattito su ruolo e destino di Irfis, Crias e Ircac. Tutto è stato inutile. Ora al presidente della Regione Rosario Crocetta è bastato un piccolo segno di matita per cancellare in un sol colpo, almeno queste le intenzioni annunciate, Crias e Ircac e accorparli all’Irfis-Finsicilia. Un piccolo gesto che ha un grande portata storica e che ridisegnerà il sistema del credito in Sicilia.

Una operazione che da tanto tempo viene richiesta dagli standard europei e che ora assume una valenza un po’ giacobina che lascia morti e feriti sul campo. A partire dalle associazioni del sistema cooperativo e del mondo degli artigiani che su questi due istituti hanno contato per fare arrivare al sistema delle pmi siciliane un credito a condizioni di tasso più vantaggiose ma che hanno anche, attorno a questi due istituti costruito un sistema di potere. "L’unico strumento per sostenere le imprese artigiane in Sicilia" sostiene Mario Filippello segretario regionale della Cna Sicilia, "è il sostegno al credito, che passa innanzitutto attraverso i fondi di rotazione Crias. Invece c’è la sensazione che si voglia ‘punire’ chi crea lavoro: Crocetta pensa infatti di dirottare questi fondi, che sono alimentati anche dai soldi versati dagli artigiani siciliani, all’Irfis di Maiolini. Gli artigiani non resteranno indifferenti di fronte a tutto questo".

Poco o nulla si sa ancora di come sarà gestita l’incorporazione in Irfis-Finsicilia che si appresta, per altro, a cambiare presidente dopo la breve era di Francesco Maioilni. Ma già anche il mondo delle cooperative è all’erta per contrastare l’iniziativa di Crocetta. "L’IRCAC rappresenta oggi l’unica possibilità di accesso al credito agevolato per le cooperative siciliane. Trasferirne le funzioni all’IRFIS significherebbe, per ragioni esclusivamente tecniche, negare loro questa possibilità". Così Gaetano Mancini ed Elio Sanfilippo, rispettivamente presidenti regionali di Confcooperative e di Legacoop.
Una posizione che viene accompagnata dai numeri siciliani del settore che rappresenta quasi 11.000 imprese attive che danno lavoro a 75.200 addetti dei quali il 48% donne. "Chiediamo quindi al Presidente Crocetta", concludono i due esponenti del mondo della cooperazione siciliana, "la convocazione in tempi brevi di un tavolo sull’argomento IRCAC. Siamo infatti convinti che il giusto approfondimento degli argomenti permetterà al Governo di comprendere le nostre ragioni e di assumere le proprie decisioni sulla base di una visione più ampia".

La situazione è politicamente in evoluzione ma non è prevedibile che sia gli artigiani che le cooperative giocheranno il tutto per tutto per evitare che questo disegno di Crocetta vada in porto. E la mobilitazione di centinaia di migliaia di operatori dei due settori potrebbe riempire le piazze siciliane.

- "Giù le mani dall'Ircac" (Guidasicilia.it, 09/03/13)

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12 marzo 2013
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