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Un nuovo super-testimone per la strage di Ustica

Dopo 33 anni dalla tragedia qualcuno parla di "Navi da guerra in azione la sera della strage"

03 aprile 2013

C'è un nuovo testimone, ascoltato qualche giorno fa dalla procura di Roma, che riapre uno squarcio sulla strage di Ustica. Le sue rivelazioni, a trent'anni dal disastro aereo che costò la vita a 81 persone tra cui 11 bambini a bordo del DC-9 dell'Itavia, sono finite nel faldone di un'inchiesta che oggi non ha ancora responsabili. Ma che parte da una verità marchiata a fuoco lo scorso gennaio dalla sentenza della Terza sezione civile della Cassazione: "È abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile".
"Sorvolai i cieli di Ustica al comando di un volo di linea Alitalia, il giorno prima e, ancora, qualche minuto prima che accadesse la tragedia - avrebbe raccontato il testimone al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pubblico ministero Erminio Amelio che hanno secretato il verbale e sull'audizione mantengono il più stretto riserbo - Dopo alcuni minuti dal decollo dall'aeroporto di Palermo, sotto di me notai una flottiglia di navi: una che sembrava una portaerei e almeno altre tre-quattro imbarcazioni. Ho commentato con l'altro comandante questa presenza e quando seppi della tragedia pensai subito a quell'addensamento navale".

Le parole del comandante assumono una particolare rilevanza se lette nell'ottica di una delle piste battute dalla procura di Roma all'indomani della riapertura delle indagini, avvenuta nel 2008, dopo le dichiarazioni rilasciate da Francesco Cossiga l'anno prima. In qualità di presidente del Consiglio, dichiarò, venne informato, nell'80, dai servizi segreti italiani che ad abbattere il DC-9 era stato un missile "a risonanza e non a impatto" lanciato da un velivolo dell'Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, in forza alla marina francese.

Secondo il giudice Ferdinando Imposimato, che ha commentato con l’Adnkronos la notizia del nuovo super-testimone, quello di quest’ultimo "è un racconto attendibile e circonstanziato. Si integra perfettamente con quanto è stato accertato negli ultimi tempi, ovvero con l’ipotesi di un missile partito da un aereo o una portaerei". "Bisogna verificare la nazionalità della portaerei che si trovava nelle acque territoriali italiane. Non si può escludere che proprio dalla portarerei sia partito il Mig libico che si è poi abbattuto in Sila", ha sottolineato Imposimato, che della vicenda di Ustica si occupò tra il 1987 e il 1992, come membro del Copaco, il Comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti. "Attendiamo le indagini dei magistrati romani e le verifiche - ha rimarcato il giudice esperto di terrorismo - spero solo che non vengano apposti segreti di Stato. Questo bloccherebbe ancora una volta le indagini per accertare la verità. Ustica è ancora una ferita aperta".

Anthony De Lisi, avvocato e fratello di Elvira De Lisi e zio di Alessandra, due delle 81 vittime della strage di Utica, commentando la notizia sul nuovo supertestimone ha detto: "Ah, sì, c’è un nuovo supertestimone? Dopo 'appena' 33 anni? Cosa vuole che le dica, forse questo signore ci poteva pensare un po' prima. Queste 'rivelazioni' sono arrivate un po'’ tardi...". "Nauralmente tutto ciò che può avvicinarci alla verità va bene - ha spiegato ancora Anthony De Lisi - ma forse questa persona ci poteva pensare un po' prima, non dopo 30 anni. Forse aveva paura e ora è in pensione e non teme più niente, ma credo che queste dichiarazioni siano davvero tardive. Purtroppo".

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, Adnkronos/Ign, ANSA, SiciliaInformazioni.com]

- La strage di Ustica fu causata da un missile (Guidasicilia.it, 29/01/13)

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03 aprile 2013
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