Un Pacs avanti... e due indietro
Legge sulle coppie di fatto? Nel Governo continua ad esserci un ''Unione'' difficile da mantenere
La legge sulle coppie di fatto, di fatto continua ad agitare le acque nell'Unione. Pochi giorni fa ad ostacolare il cammino complesso della legge sulle unioni civili, oltre ai teodem e alla Margherita, ci si è messa anche Rifondazione comunista, che ha annunciato una ''battaglia durissima'' contro il ddl Bindi-Pollastrini ''nel caso in cui non si arrivasse a una proposta più dignitosa''.
In base alle anticipazioni che la stampa ha fornito nei giorni scorsi, il disegno di legge governativo non prevederebbe l'istituzione di un registro delle unioni civili, ma una semplice certificazione: in pratica, le coppie possono andare in Comune ad autocertificare la propria esistenza, ottenendone in cambio una sorta di attestato. Documento che che permetterebbe di condividere alcuni diritti: ad esempio, l'assistenza sanitaria e previdenziale e la successione nel contratto di locazione. Resta il fatto che, come spiegato dallo stesso ministro Bindi, si tratta ''non di un riconoscimento delle coppie, ma di un accertamento''.
Soluzione che ha fatto arrabbiare Rifondazione: ''Il Prc è pronto a fare una battaglia durissima e anche ad aprire un conflitto all'interno della maggioranza. Sulla questione del riconoscimento dei diritti degli omosessuali, il gruppo di Rifondazione e tutto il partito sono pronti a dare il loro sostegno'', ha detto l'on Titti De simone. Comunque, il partito aspetta che il testo sia portato all'esame delle Camere; e a questo punto tenterà di cambiarlo attraverso una battaglia parlamentare.
E a pochi giorni dal Consiglio dei ministri che dovrà esaminare il provvedimento sulle coppie di fatto, ieri il premier Romano Prodi ha voluto verificare lo ''stato delle cose'' con i due ministri che lavorano alacremente sul dossier, Barbara Pollastrini e Rosi Bindi, convinto che alla fine tutta la coalizione troverà l'intesa sulla base del programma dell'Unione. ''Si sta lavorando - ha detto Prodi - secondo le linee del programma per un accordo. Oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un approfondimento e quindi in quanto tale è un altro passo avanti''.
Ma Prodi sembra aver fatto i conti senza l'oste, e stavolta ad indossare il grembiule dell'oste è il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il Guardasigilli, infatti, ha aperto un fronte politico speculare a quello della sinistra radicale sull'Afghanistan, e in un'intervista al quotidiano della Cei Avvenire, ha invitato il governo a non legiferare sulla materia annunciando la sua astensione al Consiglio dei ministri. ''Il governo deve starne fuori sui temi etici morali e sui Pacs - ha detto Mastella - su queste questioni ci si confronta in Parlamento''. E ha ricordato che alla Camera verrà votata una mozione dell'Udeur che chiede all'esecutivo di non assumere un'iniziativa legislativa. ''Se passa la mozione in Parlamento - ha spiega il Guardasigilli - il governo si ferma''. Se invece la mozione venisse respinta dalla Camera, al Cdm di giovedì arriverebbe sul tavolo la legge sulle coppie di fatto. E qui Mastella vede solo due possibilità: ''Posso non partecipare al voto o astenermi. Ma da senatore voto contro. Senza tentennamenti''.
Le ''parole contro'' del ministro Mastella hanno fatto levare un vespaio di voci: ''Non arretreremo di un passo'', ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato. ''Avere posizioni pregiudiziali - ha osservato ancora - è una cosa che fa male a tutti. Il presidente del Consiglio l'ha detto: si va avanti, il governo presenterà il ddl. Le sue parole mi fanno stare tranquilla. Stiamo ragionando di diritti civili, non di questioni eticamente sensibili, di una questione che riguarda almeno un milione di persone. Se Mastella annuncia che vuole vincere la sua battaglia bloccando la legge, noi diciamo che lavoreremo affinché una legge ci sia e riconosca diritti e doveri alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso''; ''Non si può arretrare di un millimetro'' gli ha fatto eco Pino Sgobio (Pdci), mentre il verde Alfonso Pecoraro Scanio si è lamentato per l'arretramento subito dal dibattito.
Secondo il vicepremier Massimo D'Alema, bisogna assolutamente ''adeguare il Paese all'Europa'', e ha sottolineato: quello delle ''persone che vivono in unioni di fatto è un riconoscimento doveroso'', ''non c'è nulla di eversivo'' né si tratta ''di importare dall'Europa un diabolico scardinamento della famiglia''. ''Qui si tratta - ha detto D'Alema davanti alle donne Ds, riunite a Bologna per la conferenza nazionale - di adeguare tardivamente il nostro Paese agli standard riconosciuti nei Paesi civili d'Europa, parliamo del riconoscimento dei diritti di milioni di persone''.
Altro attacco nei confronti della parole di Mastella sono arrivati da Palermo, dove il leader dei Ds, Piero Fassino ha partecipato all'incontro ''Una Italia che libera le energie del Sud''.
Il leader della Quercia ha sottolineato che sulle coppie di fatto i Ds non arretrano: ''Mastella dice che i pacs sono materia del Parlamento? Non credo. Le leggi nascono dal combinato disposto: il Governo presenta un testo e il Parlamento lo discute''. Sulle coppie di fatto ''il Governo avanzerà una proposta e come tutte le leggi passerà all'esame del Parlamento. È lì che ogni forza politica farà valere le proprie opinioni ed è lì che si discuterà''. ''Mi pare - ha continuato Fassino - si debba applicare lo stesso iter delle altre leggi dello Stato. Quando si discute un provvedimento, si possono realizzare convergenze. Quando siamo stati noi all'opposizione, non sempre abbiamo votato no. I pacs sono una legge di civiltà e come tale il provvedimento non ha colore. Non occorre essere di sinistra per riconoscere una legge di buonsenso''.
Pronta la controreplica del leader dell'Udeur: ''Voglio ricordare amichevolmente a Fassino che la legge sul divorzio porta le firme non del Governo dell'epoca ma degli onorevoli Fortuna e Baslini; che la legge sull'aborto è stata concepita preliminarmente e che quella sulla Fecondazione ha seguito lo stesso itinerario. E tutto questo senza mettere in discussione le alleanze politiche ma solo con il vincolo di coscienza. Non vedo perché non si debba fare altrettanto per i Pacs, evitando così imbarazzi e problemi al Governo''.
Dall'opposizione - A compensare i voti dell'Udeur in Parlamento, almeno parzialmente, ci sarà la Dc di Gianfranco Rotondi che, fedele alla linea della laicità, voterà con l'Unione su questa materia. Certamente per il centrosinistra si tratta di una questione più ampiamente politica, che potrebbe manifestarsi al Cdm o anche al ''preconsiglio'' di domani, quando i ministri Pollastrini e Bindi porteranno il loro testo ai colleghi. Tra questi ci sarà anche Mastella, che come ministro della Giustizia ha una competenza sulla materia ed è quindi uno dei membri di governo con cui il ddl va concertato.
Le unioni di fatto ''non mi sembra che siano una priorità per il Paese. La vera priorità è la salvaguardia e la difesa della famiglia, così come stabilisce l'articolo 29 della Costituzione''. Queste le parole del segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, ai microfoni del Tg2. Anche il leghista Roberto Maroni sulla stessa linea: ''Siamo radicalmente contrari a qualsiasi proposta che snaturi il ruolo centrale che la famiglia naturale fondata sul matrimonio ha nella nostra società ''.
Il Clero di nuovo all'arrembaggio - La Chiesa con l'intervento di Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, è ritornata ad intervenire nel dibattito sulle coppie di fatto: ''Se si pensa di poter mettere accanto al modello della famiglia monogamica, fatta da un uomo e una donna'', altri modelli ''che non hanno in sé tutti questi elementi'' non fanno altro che ''scardinare'' i valori che la Chiesa presenta ai giovani. ''Sono modelli sociali - ha detto Betori durante la trasmissione 'A sua immagine' di Raiuno - che entrano in concorrenza fra di loro'' e per questo è ''estremamente difficile'' accettare quelli che sono concorrenti alla famiglia tradizionale.
Monsignor Betori ha poi spiegato cosa i vescovi si attendono dalle istituzioni per aiutare davvero la famiglia. ''Ci sono dei modi per venire incontro ai problemi della famiglia oggi'' ha spiegato facendo riferimento alle difficoltà che tante giovani coppie devono affrontare per ''formare una famiglia, far figli''. Tutti aspetti che sembrano ''nettamente penalizzati''.
- La bozza della legge sui Pacs (Alessandra Arachi, Corriere.it 29/01/07)