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Un Paese con la licenza media

Dall'indagine Istat: 1 su 10 non completa l'obbligo, in Sicilia e Campania poi...

13 maggio 2008

Tanti, troppi studenti italiani abbandonano la scuola prima di aver conseguito un titolo di studio superiore e quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media. Potrebbe sembrare incredibile a qualcuno ma è proprio questo il quadro - triste - dell'istruzione nazionale fotografato dall'Istat per la prima edizione di "100 statistiche per il Paese - Indicatori per conoscere e valutare", presenta la scorsa settimana.
La fuga dai banchi interessa, manco a dirlo, soprattutto il Meridione: in Sicilia e Campania rispettivamente 15 e 14 studenti su cento non completano nemmeno il percorso dell'obbligo.
La quota di abbandoni più contenuta (6,2%) si registra invece nel Friuli-Venezia Giulia. Valori negativi si riscontrano, tuttavia, anche al Nord: in Valle D'Aosta siamo all'11,7%, in Liguria e Piemonte al 10,8%. Al Centro il Lazio spicca con il suo 11,7%. In generale nell'anno scolastico 2005-2006 la quota di giovani che ha lasciato al primo anno gli studi superiori è dell'11,1%.

Nel 2007 quasi la metà (48,2%) della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato la licenza della scuola media inferiore, valore distante dalla media Ue27, che ci colloca nelle ultime posizioni insieme a Spagna, Portogallo e Malta.
Sempre lo scorso anno poco più del 75% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Un tasso inferiore a quello della media comunitaria (77,8%). In ambito comunitario sono alcuni Paesi di recente ingresso quelli che presentano i più elevati tassi di scolarizzazione superiore: in Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia 9 studenti su 10 hanno conseguito almeno il diploma superiore.
In Italia, infine, circa il 41% dei giovani tra i 19 e i 25 anni risulta iscritto a un corso universitario nell'anno accademico 2005-06, ma la tendenza è in crescita.

Per quanto riguarda le percentuali della popolazione che precocemente abbondoni gli studi, ebbene, i dati Istat ci dicono che il valore medio della Ue27 si aggira (dato 2006) attorno al 15,3%. L'Italia è al 20,8%. Mentre tra i Paesi virtuosi spiccano Slovenia (5,2%), Repubblica Ceca (5,5%) e Polonia (5,6%).
Il miglioramento, comunque, nel nostro Paese c'è stato: nell'arco degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2007, nel nostro Paese l'incidenza di abbandoni precoci è scesa di 2,8 punti percentuali al Mezzogiorno e di 3,6 punti al Centro-Nord. Nel 2007 solo la provincia autonoma di Trento e il Lazio hanno raggiunto obiettivi vicini a quelli di Lisbona (10,6 e 10,9%). Altre regioni con valori contenuti sono Friuli (12,6%) e Umbria (12,7%). Quelle più distanti dai diktat di Lisbona sono Campania (29%) e Puglia (25%). Tra il 2006 e il 2007 gli abbandoni sono aumentati in Valle D'Aosta, Liguria, Toscana, Molise e Campania.
 
Infine, e questo allarga e completa il quadro della situazione, nell'indagine c'è anche la conferma che l'Italia per l'istruzione spende meno degli altri paesi europei: nel 2005 l'incidenza degli investimenti in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,4%, ampiamente al di sotto della media dell'Ue27 (5,1%).

- La carica dei "fuori quota" di S. Intravaia (Repubblica.it)

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13 maggio 2008
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