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Un passo avanti e cinque indietro...

La volontà del ministro Alfano di applicare la legge cancellando i matrimoni gay contratti all'estero

08 ottobre 2014

Il ministero dell’Interno, Angelino Alfano, ha inviato una circolare ai prefetti perché rivolgano ai sindaci "un invito formale al ritiro ed alla cancellazione" delle trascrizioni di nozze gay contratte all'estero, "avvertendo che in caso di inerzia si procederà al successivo annullamento d'ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati".
Una sorta di stanchezza e incredulità ci ha portato a trattare la questione in argomento, divulgata ieri dalle cronache, soltanto oggi, sperando che in serata la notizia si sgonfiasse e, all’indomani, ci si potesse risvegliare ingnorando indifferenti una notizia che "mi sembra d’aver letto, ma non ne trovo più traccia". E invece così non è stato...

Dunque, il ministro Alfano dopo l’invio della circolare, intervenendo a Rtl 105.5, ha spiegato: "Il punto è uno: a ogni evidenza le direttive che sono state date con provvedimenti dei sindaci, che prescrivono agli ufficiali di stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso non sono conformi alle leggi italiane. In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge".
Che dire? Be', in teoria c’è ben poco da dire sul fatto che un ministro dell’Interno applichi una legge della sua Nazione (perché Alfano sostanzialmente questo ha fatto), però… Un però c’è sempre.

Ad esempio, molti sindaci non l’hanno presa bene e immediatamente hanno preannunciato battaglia con la disobbedienza. A iniziare da Virginio Merola, primo cittadino di Bologna, che ha detto: "Se vogliono annullare gli atti di trascrizione dei matrimoni contratti all’estero, lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano, dunque ma non nel nome di Bologna che come sindaco rappresento. Io non obbedisco". "Rispondere con circolari a questioni che riguardano la vita concreta di tante persone non è solo burocratico, è tragicomico - ha continuato Merola - quali motivi di ordine pubblico impediscono la trascrizione? Nessuno. Che il Parlamento si decida finalmente ad approvare una legge: questo è il tema che dovrebbe riguardare un ministro della Repubblica. Questa è l’inadempienza vergognosa".
Sulla stessa linea il sindaco di Udine, Furio Honsell per il quale "una circolare non può risolvere in modo amministrativo, burocratico, una questione che implica valori e diritti". "Non c’è nulla nella nostra Costituzione che proibisca" le unioni omosessuali, ha aggiunto.
Il Comune di Napoli - attualmente senza sindaco - invece ha annunciato che "ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti" contro la circolare perché "contraria al principio costituzionale dell'uguaglianza dei diritti".

Anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha annunciato che il Comune continuerà a trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, senza "alcun dubbio". "Non ho alcun dubbio tanto più che proprio ieri il Consiglio comunale a larghissima maggioranza ha chiesto al sindaco, che già aveva questa intenzione, la trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero". "Voglio aggiungere che è la stessa legge che prevede espressamente che l'ufficiale di stato civile deve trascrivere il matrimonio celebrato all'estero, salvo che non sia contrario all'ordine pubblico. Ma la Corte Costituzionale ha detto recentemente che non c'è contrarietà all'ordine pubblico". "Questi temi - ha concluso Pisapia - sono di competenza del Parlamento su proposta del governo o anche su proposta del Parlamento, ma stiamo parlando del matrimonio tra omosessuali, non certo della trascrizione di un matrimonio che, nel Paese in cui è stato celebrato, è del tutto legittimo e regolare".

Da Palermo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con chiarezza dice: "Una circolare ministeriale non può annullare la tutela dei diritti umani, universalmente riconosciuti, né disattendere il principio di non-discriminazione che deve essere alla base di tutte le scelte della pubblica amministrazione".
D'intesa con il sindaco, l'assessore ai Servizi demografici del Comune di Palermo, Giusto Catania, scrive: "Predisporre tutte le procedure necessarie per garantire la trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. Tale scelta è inscritta in un'azione politica e amministrativa della città di Palermo che è costantemente protesa alla tutela dei diritti fondamentali della persona".

Intanto, la presa di posizione di Alfano ha avuto subito delle forti ripercussioni sul piano politico. Per il senatore Pd Sergio Lo Giudice (fra i primi a ottenere dal comune di Bologna la trascrizione del matrimonio ad Oslo col suo compagno Michele) "nonostante la Corte Costituzionale abbia sollecitato più volte le Camere a legiferare sulle coppie dello stesso sesso, Ncd fa ostruzionismo in parlamento, manifesta nelle piazze con i neofascisti e usa le istituzioni per comprimere un processo inarrestabile di estensione di diritti".
Duro il commento di Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, che paragone Alfano a "un ministro della polizia austroungarica dell'epoca risorgimentale che tenta di bloccare i passi in avanti della società italiana". "Evidentemente - aggiunge Vendola - nel governo delle larghe intese a Renzi spetta la parte degli annunci, mentre chi detta legge sui diritti sociali è il diversamente berlusconiano Sacconi. E sui diritti civili e sulla dignità e la libertà delle persone detta legge il diversamente berlusconiano Alfano, famoso per la vicenda kazaka e per aver votato a suo tempo la vergogna della Bossi/Fini".

A mettere in evidenza "un vuoto normativo che deve essere colmato" anche l'ex ministro delle Pari Opportunità e portavoce di Forza Italia alla Camera, Mara Carfagna. "Fin quando la politica non avrà coraggio e responsabilità per farsi promotrice di una legge dello Stato sulle unioni civili sarà impossibile evitare che una circolare del ministro o, peggio, una sentenza della magistratura colmino un vuoto politico e normativo", afferma in una nota.
Sostegno al ministro dell'Interno arriva invece dal Nuovo centrodestra. "Alfano ha solo applicato la legge. Punto", ha twittato il presidente dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi. Mentre la vicepresidente del gruppo al Senato, Federica Chiavaroli parla di "iniziativa giusta e sacrosanta" perché "la nostra Costituzione tutela i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". ''La sinistra, che tanto spesso si autoproclama alfiere della legalità, sul matrimonio gay getta la maschera e difende a spada tratta la assoluta illegalità", ha affermato dal canto suo Eugenia Roccella. "Contro il ministro Alfano si alzano già le voci di chi, pur di arrivare all'obiettivo del matrimonio omosessuale, è disposto a calpestare la Costituzione, le leggi italiane e la centralità del Parlamento".

Noi, l'ultima parola la diamo al Codacons, secondo cui "la circolare ai prefetti viola palesemente quanto disposto in tema di coppie di fatto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo e, in quanto tale, è illegittima" e sarà "impugnata al Tar del Lazio attraverso un ricorso collettivo al quale già da oggi possono fornire la preadesione gay, associazioni per i diritti civili, etero, coppie di fatto, e chiunque intenda difendere il concetto di vita familiare indipendentemente dal sesso delle persone".

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08 ottobre 2014
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