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Un passo indietro rispetto alle politiche di integrazione

La Cei contro la tassa leghista sul rilascio del prermesso di soggiorno per gli immigrati

15 gennaio 2009

Aiutare il prossimo come se stessi... La Chiesa non può, e ovviamente non deve, rinunciare a questo principio assolutamente fondamentale nella religione cattolica, ed è per questo motivo che, così come sono proposte e state fino ad ora, le politiche del governo, e in particolare quelle leghiste sull'immigrazione, non potranno mai avere la sua "benedizione".

"La nostra posizione è quella di chi ritiene inaccettabile una tassa che è meglio definire balzello". E' quanto ha detto ieri don Gianromano Gnesotto, responsabile migranti e profughi della Fondazione Migrantes della Cei nel corso della presentazione del messaggio per la Giornata mondiale delle migrazioni che si celebra domenica prossima. "Fantasie di questo genere - ha aggiunto don Gnesotto - che penalizzano ulteriormente gli immigrati ci sembrano una caduta e un passo indietro rispetto a politiche di integrazione che devono invece avere una mentalità aperta e intelligente in grado di mettere in atto politiche adeguate".
Gnesotto ha sottolineato che l'Italia "ha bisogno, ha avuto bisogno e avrà bisogno anche in futuro" di lavoratori stranieri e che "nell'attuale congiuntura economica probabilmente ci sarà bisogno di maggiore flessibilità anche per quanto riguarda la domanda di immigrati, ma non ci si può dimenticare che occupano settori di fatto lasciati scoperti dagli italiani".

La Fondazione Migrantes ha respinto - con indignazione - anche la proposta avanzata dalla Lega di prevedere l'obbligo di denuncia degli irregolari da parte dei medici cui si rivolgono. "Il diritto alla salute è fondamentale e va garantito a tutti senza preclusioni o invenzioni. Non si può far svolgere ai medici compiti, quale la delazione, che non vogliono né possono svolgere come se fossero gendarmi".

Quindi, nonostante il governo continui a sottolineare come il pagamento per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno da parte degli stranieri sia un "contributo" e non un'imposta, i vescovi italiani non ne vogliono sapere di avallare tale provvedimento che giudicano solo ed esclusivamente "inaccettabile".
"Sono francamente meravigliato da queste polemiche, perché noi abbiamo fatto né più né meno di quanto fanno tutti i Paesi europei". Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha replicato così a margine di un'audizione in commissione Trasporti alla Camera, alle critiche della Cei. "Sono sempre meravigliato da queste reazioni che però - ha sottolineato Maroni - non ci toccano minimamente perché stiamo facendo né più né meno di quanto hanno fatto da tempo altri Paesi europei". "In Olanda c'è una tassa di 800 euro sui permessi di soggiorno, c'è in Inghilterra, c'è in Germania, c'è in quasi tutti i paesi europei non capisco perché ciò che si fa in quei paesi va bene, se lo facciamo in Italia diventa una misura intollerabile. Ipotizzando un milione di permessi di soggiorno all'anno tra nuovi e rinnovi e ipotizzando cento euro per ogni permesso - è il calcolo del responsabile del Viminale - sono cento milioni di euro che confluiranno in un fondo presso il ministero dell'Interno che servirà a finanziare il rimpatrio dei clandestini. Ritengo quindi che sia una misura equa, giusta, ed è doveroso applicarla ed attuarla al più presto".

E tra le polemiche e le prese di posizione, ieri, in Senato, l'esame del Ddl sicurezza è andato avanti senza arrestarsi e dando il via libera dall'aula all'introduzione del reato di immigrazione clandestina, previsto dall'articolo 19. Lo straniero che entra e soggiorna illegalmente nel nostro Paese, però, secondo la norma approvata, non rischia il carcere ma va incontro a una sanzione amministrativa compresa tra i 5mila e i 10mila euro.
La Lega ha espresso soddisfazione e ha definita la norma una "vera e propria rivoluzione culturale", mentre l'opposizione ha criticato decisamente il provvedimento definendolo "inutile e dannoso per il Paese". Il senatore dell'Idv, Luigi Li Gotti, ha spiegato che "i processi che si dovranno fare a questi clandestini costeranno, secondo i dati messi da disposizione dal Ministero, oltre 400 milioni di euro". In teoria, non appena gli immigrati sbarcheranno dai barconi a Lampedusa, dovrebbe partire l'iter legale con l'obiettivo di arrivare alla riscossione della multa a danno di persone dall'identià incerta e che a stento sono riuscite a raggiungere l'Italia.

Ricordiamo che il reato di clandestinità, inserito nel maggio scorso nel pacchetto sicurezza, aveva subito destato critiche da parte dell'Unione Europea, del Vaticano, dell'Associazione nazionale magistrati e dell'opposizione. Nella stesura iniziale del testo si prevedeva "la reclusione da sei mesi a quattro anni". Si poneva, tra gli altri problemi, il rischio del sovraffollamento delle carceri, oltre a quello della mole di processi da tenere. Il ministro dell'Interno Maroni aveva strenuamente difeso il provvedimento ("Non cederemo alle pressioni Ue", aveva detto), mentre il premier Berlusconi era intervenuto con uno dei suoi "stop and go", prima frenando sulla norma e poi negando una marcia indietro. Di fatto, però, il premier sosteneva implicitamente la sua inapplicabilità.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]

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15 gennaio 2009
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