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Un puttanaio...

"Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro"

18 gennaio 2011

Ieri, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha assegnato alla Giunta per le Autorizzazioni la domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni negli uffici di Giuseppe Spinelli, addetto alla contabilità di Silvio Berlusconi. Ne ha dato notizia un comunicato della Giunta presieduta da Pierluigi Castagnetti.
La domanda, come da prassi costante, una volta stampata è stata distribuita e messa a disposizione sul sito Internet della Camera, priva dei relativi allegati. L'incartamento integrale è messo a disposizione dei componenti della Giunta per le autorizzazioni che possono consultarlo presso gli uffici della Giunta medesima, in presenza del personale addetto e senza possibilità di estrarne copia. A tal fine gli uffici sono rimasti aperti per i deputati della Giunta sino alle 23 di ieri e dalle ore 9 alle 23 di oggi. Nei giorni successivi la consultabilità si avrà secondo l'ordinario orario di ufficio.
Il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti ha aperto ieri mattina il fascicolo. Si tratta di circa 389 pagine, disponibili in sole due copie. che i commissari hanno potuto visionare ieri pomeriggio (LEGGI IL DOCUMENTO - pdf).
Castagnetti metterà la vicenda all'ordine del giorno della giunta, mercoledì, relatore il vicepresidente della Camera, Antonio Leone (Pdl). Quanto all'ipotesi che i legali del premier sollevino il conflitto di competenza e chiedano il trasferimento degli atti al tribunale dei ministri, Castagnetti è apparso perplesso: "Bisogna riflettere su cosa comporta la restituzione per incompetenza". In giunta la maggioranza può contare su 11 voti su 21, poi dovrà essere l'assemblea di Montecitorio a pronunciarsi in via definitiva.

Intanto "la Procura della Repubblica di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionale della eguaglianza di tutti davanti alla legge, della obbligatorietà dell'azione penale, della presunzione di non colpevolezza". E' quanto scritto in una nota diffusa nella tarda mattinata di ieri dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati.
"On. Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29.9.1936, sottoposto alle indagini per i delitti di cui agli artt. 317 (concussione, ndr), n 61 n. 2 c.p. In Milano il 27 e 28 maggio 2010; artt. 81 cpv, 600 bis comma 2 c.p. (favoreggiamento alla prostituzione minorile, ndr). In Arcore dal febbraio al maggio 2010". Queste le ipotesi di reato contestate al premier Silvio Berlusconi dalla procura di Milano, in relazione alle indagini su Ruby, per l'anagrafe Karima el Mahroug, che compaiono nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli, giunta alla Camera. L'uomo di fiducia di Berlusconi però non aveva acconsentito all'atto istruttorio sostenendo che gli immobili fossero protetti dall'immunità parlamentare in quanto facenti parte della segreteria politica del Presidente del Consiglio.
Gli altri nomi degli indagati solo di concorso nel favoreggiamento alla prostituzione minorile, che compaiono nella richiesta di autorizzazione sono quelli della consigliera regionale Nicole Minetti, di Emilio Fede e di Dario Mora "detto Lele".

Dalla domanda di autorizzazione a procedere e dall'invito a comparire per Berlusconi consegnata ieri al Parlamento dalla procura emerge un quadro inquietante. Da un lato, nella richiesta di autorizzazione e procedere, le accuse al premier nero su bianco, senza giri di parole: "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". Dall'altro una serie di citazioni da atti giudiziari che, se veritieri, danno uno spaccato ancor più inquietante della dimensione dello scandalo che coinvolge il presidente del Consiglio. "O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai", si legge ad esempio nelle intercettazioni tra due ragazze riportate nell'invito a comparire della procura di Milano al premier, secondo quanto riferito da chi ha potuto leggere le carte.
Se la formalizzazione del capo d'accusa al presidente del Consiglio contenuta nella "domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi" presso gli uffici ubicati in Segrate-Residenza Parco n. 801 e 802 firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera fa un certo effetto, ancor più devastanti sembrano essere le indiscrezioni che trapelano dai parlamentari che hanno avuto modo di visionare l'invito a comparire della procura di Milano al premier. "E' allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte 'amore', 'tesorino'. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì... Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano", affermerebbero ad esempio T.M. e B.V. durante un'intercettazione riportata nel documento. "Sembra di stare al Bagaglino" racconta ancora T.M. "ma è peggio. Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari tuoi, ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia a lavorare".

Al centro delle intercettazioni citate anche una che ruota attorno alla cruciale questione dell'età di Ruby e della consapevolezza del premier circa il suo essere minorenne. "Frequento casa sua da quando ho 16 anni, ma ho sempre negato tutto per salvaguardarlo", affermerebbe la giovane marocchina in una conversazione. La conversazione è attribuita infatti a una certa 'Ru.' e a una certa 'Poiana'. "Io - dice una delle due - ho negato tutto e ho detto 'no', che sono andata a casa sua, ma lui pensava che fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni anche perché non li dimostro. Poi, dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori di casa" perché, aggiunge, "io sto cercando di salvaguardare lui, così a me torna in tasca qualcosa...".
In un'altra telefonata con la madre di Sergio Corsaro, un parrucchiere di Catania, ex fidanzato della giovane marocchina, Ruby poi affermerebbe: "Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome...". Parlando invece direttamente con Corsaro, Ruby avrebbe spiegato al cellulare: "Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto 'cerca di passare per pazza, racconta cazzate".
In un'altra conversazione finita nel mirino degli investigatori una ragazza, sempre descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di "desolazione". Emergono poi anche i problemi legati alla sicurezza del presidente del Consiglio, tema al centro della polemica tra Berlusconi e il Copasir, il comitato di sorveglianza sui servizi segreti, che ha cercato invano di ascoltare in proposito il premier in audizione. "Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E' molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri", afferma un ragazza intercettata dalla procura di Milano.
Agli atti anche una telefonata tra la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi con Emilio Fede nella quale si parla anche della pratica del bunga bunga. "Ma tu stai venendo qui?", chiede Maria Rosaria Rossi a Emilio Fede. Il direttore del Tg4 risponde che sarà nel luogo dell'appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: "Ho anche due amiche mie...". "Che palle che sei - risponde la Rossi - quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto...".

Nella richiesta di autorizzazione a procedere si legge anche che i pm di Milano avrebbero trovato "ampi riscontri investigativi" sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. Lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso: "Alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in 'Milano due'". "Sul punto - prosegue il documento - rilevano ampi riscontri investigativi (...) che mettono in rilievo il ruolo svolto da Spinelli Giuseppe, quale fiduciario di Silvio Berlusconi, in costante contatto con Minetti Nicole".

I magistrati scagionano però il "cassiere" del premier in quanto affermano che "le risultanze investigative allo stato non lasciano ipotizzare che Spinelli Giuseppe sia consapevole della natura retributiva dell'altrui attività di prostituzione...". I pubblici ministeri spiegano quindi che "sono state individuate le persone che dispongono degli appartamenti in Milano Due e che risultano essere beneficiarie di ulteriori erogazioni in denaro intermediate dalla Minetti e disposte da Silvio Berlusconi per il tramite di Spinelli Giuseppe...". "Si ha pertanto motivo di ritenere - scrivono ancora i pm venendo al punto della loro richiesta - che per le ragioni esposte e presso gli uffici ubicati in Segrate-Residenza Parco n. 810 (si tratta di un refuso per 801, ndr) e 802 dove lavora Spinelli Giuseppe possano rinvenirsi documenti, anche riversati su supporto informatico, pertinenti le abitazioni (...) che risultano essere concesse in comodato d'uso a Toti Eisa, Berardi Iris, Garsia Polanco Maria Ester, intesa Marystelle, Espinoza Arisleida intesa Aris, Guerra Barbara, Vivian Ioana intesa Annina, De Vivo Concetta intesa Imma, De Vivo Eleonora, atti e documenti relativi alla titolarità delle predette abitazioni, ai soggetti che ne sostengono i costi, ivi compreso il pagamento delle utenze, ai soggetti che ne hanno la effettiva disponibilità, al ruolo di intermediazione svolto da Minetti Nicole o da terzo nella gestione dei rapporti concernenti le suddette abitazioni, nonché documentazione pertinente rapporti economici intercorrenti con Berardi Iris, De Vivo Concetta intesa Imma, Espinoza Arisleida, Faggioli Barbara, Garcia Polanco Maria Ester intesa Marystelle, Loddo Miriam, Sorcinelli Alessandra, Skorkina Raissa, Barizonte Lisney intesa Lisa, riguardanti erogazioni di denaro effettuate dal predetto Spinelli, o dai suoi collaboratori e dipendenti in favore delle suddette persone, nonché documentazione pertinente rapporti economico-finanziari, gestiti da Spinelli Giuseppe, o da suoi collaboratori e dipendenti, intercorsi con Dario Mora inteso Lele, o comunque con soggetti o società allo stesso direttamente o indirettamente riconducibili, al riguardo rilevando documentazioni bancaria, copie di assegni circolari e/o bonifici, documentazione societaria specificatamente pertinente i predetti rapporti".
Intanto, stando a indiscrezioni trapelate dalla procura di Milano, si apprende che nel'inchiesta ci sarebbero anche altre persone, probabilmente tre, che però vengono definite "di secondo piano".

L'indignazione di Avvenire: "Storia che ferisce e sconvolge" - La vicenda Ruby è "un irrespirabile polverone" dal quale occorre uscire al più presto, "e ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l'indispensabile pulizia agli occhi dell'Italia e del mondo". Lo sostiene il quotidiano della Cei 'Avvenire', che chiede "sobrietà" per quanti svolgono un ruolo pubblico. In un editoriale pubblicato in prima pagina, il direttore Marco Tarquinio scrive che "anche solo l'idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge". E ricorda che "in questi anni questo giornale ha ripetutamente ricordato a tutti, premier in primo luogo, che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre". "Tutto questo -prosegue 'Avvenire'- poteva non accadere. Questa escalation, il passaggio del presidente del Consiglio da possibile 'parte lesa' a indagato principe nel fascicolo dedicato al cosiddetto caso Ruby, poteva non essere sotto i nostri occhi e al primo posto nei nostri discorsi in un momento in cui su ben altro ci si dovrebbe concentrare per il bene del Paese".

"Dopo la mia separazione, ho un rapporto stabile con una donna" - Dopo l'affermazione fatta dal premier nel suo videomessaggio di autodifesa: "Dopo la mia separazione, ho un rapporto stabile con una donna", è scattato quello che è stato già definito il "toto-fidanzata". Ieri, tra i nomi delle "papabili" è spuntato quello di Roberta Bonasia, 27 anni, "modella showgirls" già Miss Torino. Il nome della ragazzza è venuto fuori da una trascizione di una telefonata tra Lele Mora ed Emilio Fede riportata negli atti che la Procura di Milano ha trasmesso alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera sul caso Ruby. "Roberta Bonasia ha preso possesso di tutto. Pretende tutto. Lui è preso..." si dicono Mora e Fede.
"Mia figlia fidanzata del Presidente del consiglio? Magari ...". Questa è la battuta di Gino Bonasia, il papà di Roberta. La famiglia Bonasia vive a Nichelino, un popoloso comune della cintura sud di Torino: "Quando è circolata la voce - ha detto Gino - l'abbiamo presa tutti sul ridere. Secondo noi si tratta di un'omonimia. In ogni caso - conclude - Roberta non mi ha mai parlato di niente del genere".
La consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, ex igienista dentale, più volte presente alle feste di Arcore e coinvolta in prima persona nel caso Ruby, ha invece smentito di essere lei la "dama bianca" del premier. Ai microfoni di Sky Tg 24 la giovane esponente del Pdl ha aggiunto: "Io sapevo di questa persona, ma non intendo rivelarne il nome, la privacy del premier è già stata abbondantemente violata". Anche la sottosegretaria Daniela Santanché aveva detto di conoscere l'idendità della compagna del premier, ma di non volerla rivelare.

Chi nutre dei dubbi sull'esistenza della fantomatica fidanzata è però l'Idv: il presidente dei senatori dipietristi, Felice Belisario, parla esplicitamente di finzione e considera l'annuncio "una bella trovata" mesa in atto "per difendersi dalle gravi accuse mosse contro di lui; peccato, però, che Berlusconi continui ad aggiungere squallore a squallore: il suo videomessaggio è patetico, farcito com'è dei soliti vergognosi attacchi alla magistratura e dell'immancabile vittimismo". "Come al solito - ha aggiunto -, approfitta del suo devastante conflitto di interessi per ingannare i cittadini con l'ennesimo spot. Se, come dice, le imputazioni nei suoi confronti sono infondate e risibili, allora si presenti ai giudici e risponda alle loro domande, invece di fuggire dai tribunali per difendersi comodamente in tv".
Emilio Fede non ha idea di chi possa essere la fidanzata di Silvio Berlusconi ma ricorda di quando, tempo fa, il premier, dopo la rottura con Veronica Lario, gli disse che a quel punto era single e che avrebbe voluto trovare una compagna stabile. "Io - ha affermato il direttore del Tg4 - non ho la benchè minima idea di chi sia la sua fidanzata. Non lo so e su questo do la mia parola d'onore". "Tempo addietro - ha però aggiunto - Berlusconi mi disse: ora sono single e non mi dispiacerebbe trovare una fidanzata. Di più non chiedetemi perché, vi assicuro, non so".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, AGI, Repubblica.it, Corriere.it]

- La ragazza del Cavaliere... (Guidasicilia.it, 17/01/11)

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18 gennaio 2011
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