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Un reddito minimo garantito..

Un ddl per introdurre un reddito minimo per i nuclei di convivenza bisognosi: famiglie tradizionali e allargate, ma anche coppie di fatto

17 maggio 2013

Dopo l’abolizione delle Province, Rosario Crocetta, sta lavorando a un altro grande tema: l’introduzione del reddito minimo garantito per i nuclei di convivenza bisognosi, quindi famiglie tradizionali e allargate, ma anche coppie di fatto.
Il governatore è tra i firmatari di un apposito disegno di legge presentato dai parlamentari che fanno parte del gruppo Megafono-Lista Crocetta all'Assemblea regionale. Quindici articoli in tutto per introdurre una previsione normativa finalizzata a "far fronte efficacemente ai fenomeni di povertà e di disagio economico". Con una novità assoluta: per la prima volta la Regione riconosce la convivenza omosessuale.

Un pool di esperti, a supporto del gruppo a titolo gratuito, ha acquisito informazioni sul funzionamento del reddito minimo garantito in quei Paesi europei che lo hanno già adottato. Per determinare la platea dei nuclei siciliani che ne potrebbero beneficiare, il ddl prevede l'istituzione di un registro. Solo dopo, ha spiegato il deputato Nino Oddo che ha presentato il testo in conferenza stampa assieme al suo collega Nello Dipasquale, sarà possibile determinare l'ammontare dell'assegno, che a livello europeo è in media di 400 euro. Come fonte di finanziamento il ddl indica il fondo per le politiche sociali, con una stima pari a 50 milioni di euro, almeno per il primo anno. I promotori del ddl, tengono a precisare che il testo "non deve essere considerato come intervento puramente assistenzialistico", come "distribuzione generalizzata di reddito". Il beneficio sarà riconosciuto a "coloro che sono in possesso della cittadinanza italiana e a tutti in forma non discriminatoria (di sesso, di razza, di religione)" e sarà finalizzato "a contrastare il rischio di marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza". "Sarà possibile garantire un reddito minimo al nucleo di convivenza che ha un reddito annuale complessivo inferiore a 6.000 euro - ha spiegato ancora Nello Dipasquale -. In questo modo si cercherà di offrire un ristoro economico da parte della Regione alle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e che dunque versano in gravi difficoltà".

Ma la norma ha fatto subito storcere il naso al parlamentare del Pdl, Salvino Caputo. "Ci saremmo aspettati che il primo disegno di legge firmato dal governatore Crocetta fosse mirato al risanamento dei Comuni che rischiano la bancarotta o all'aiuto agli indigenti, specialmente se anziani, o alla infanzia a rischio - ha detto il vicepresidente vicario della commissione Attività produttive - piuttosto che a un reddito minimo garantito per le coppie di fatto". "Sia chiaro - ha sottolineato Caputo - che non ho in me alcuna istanza omofoba: soltanto, mi aspettavo dei provvedimenti immediati rivolti alle emergenze altrettanto immediate. Il reddito minimo garantito anche alle coppie gay poteva semplicemente arrivare per secondo, dando così un segnale forte della volontà di risanamento non soltanto a categorie ma a tutta l'Isola".

Il deputato Oddo spera di far approvare la legge all’Ars in tempi rapidi. "Stiamo cercando un accordo con le altre forze politiche - ha detto Oddo - anche col Movimento Cinque stelle, il loro assenso avrebbero anche un significato politico importante". [Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

E i grillini alzano la voce: "Reddito minimo? Quel testo è nostro"
di Chiara Billitteri (SiciliaInformazioni.com)

Il primo disegno di legge che porta la firma del governatore Crocetta come deputato dell’Assemblea regionale, e non da presidente della Regione, potrebbe anche essere il suggello della ritrovata sintonia tra governo e Movimento 5 stelle.
Il gruppo parlamentare del Megafono (primo firmatario Nino Oddo), ha presentato all’Ars un disegno di legge per l’introduzione del reddito minino garantito. Un tema che, va ricordato, è stato al centro della campagna elettorale dei 5 stelle, sia nazionalmente che in Sicilia. E, per questo, i deputati del Megafono parlano già di "convergenza" con i grillini.
La legge, se approvata dall’Aula, porterà in Sicilia una doppia innovazione: l’introduzione del reddito di sussistenza o di solidarietà per chi, singolo o nucleo familiare, non percepisce uno stipendio è una novità già di per sé, ma ciò che, nel bene e nel male, farà discutere, è l’allargamento del diritto ad usufruire del sostegno finanziario anche alle coppie di fatto, etero e omosessuali. Sono destinatari della legge, infatti, tutti i nuclei di persone conviventi "che si trovino in condizioni di difficoltà ed esposte al rischio della marginalità sociale e i soggetti in cerca di occupazione privi - quindi - di reddito" o con un reddito che non sia superiore "alla cifra indicata come soglia di povertà". Questa cifra sarà stabilita annualmente con decreto del presidente della Regione. I destinatari, inoltre, dovranno essere "privi di patrimonio immobiliare (fatta eccezione per la prima casa), depositi bancari e titoli di Stato".

Per fare tutto ciò, naturalmente, sarà prima necessario istituire un registro regionale dei nuclei di convivenza. Non è ancora chiaro, infatti, quale potrebbe essere la mole di richieste considerate "valide", né la stima dei fondi necessari.
Finora sono stati fatti soltanto alcuni studi, ma non ci sono ancora parametri certi. Sulla base di alcune statistiche Istat, comunque, si parla di circa 10 miliardi di euro su scala nazionale, per un reddito di circa 500 euro al mese, mentre dai parlamentari dell’Ars è stato stimato che per il primo anno dall’eventuale entrata in vigore della legge, in Sicilia potrebbero essere stanziati circa 50 milioni, che verrebbero presi dal fondo delle politiche sociali. La somma, poi, subirebbe continue variazioni, in base all’aumento o alla diminuzione del numero delle famiglie che avrebbero diritto al sostegno economico.
Può sembrare strano, infatti, ma il numero delle richieste, a qualche anno dall’introduzione della legge, potrebbe diminuire, o almeno è anche questo lo scopo che con questa legge si vuole raggiungere. E’ previsto, infatti, che i Comuni si debbano impegnare a creare forme di impiego per tutti quelli che recepiranno il reddito minimo, individuando programmi di formazione e lavoro per tutti quelli che, però, hanno già completato l’obbligo scolastico. Tipi di impiego come gli interventi per la protezione e valorizzazione dei territori e dell’ambiente, o nell’ambito della tutela della salute nei luoghi di lavoro, il recupero e la riabilitazione di ammalati, disabili, ex tossicodipendenti o ex carcerati e di supporto alle attività delle istituzioni scolastiche. Tutte queste attività lavorative, comunque, non avranno la caratteristica di contratti a tempi indeterminato, e, poiché non potranno avere durata maggiore di sei mesi, sarebbero più che altro una forma di inserimento nel mondo del lavoro.

Con l’appoggio del Movimento 5 Stelle, insomma, la legge non dovrebbe trovare ostacoli in Aula. Ma i grillini sono ancora molto cauti: "Non abbiamo ancora studiato il ddl nel dettaglio - ha commentato il capogruppo dei pentastellati Giancarlo Cancelleri - ma ci siamo espressi positivamente sull’intento". "Certo - ha continuato Cancelleri - resta da capire come mai non si sia rimodulato il nostro disegno di legge (un testo per l’introduzione del ‘reddito di dignità’ era stato presentato dal M5S in sessione di bilancio, ndr) e si sia preferito, invece, mettere la firma su un testo che per moltissime cose è simile al nostro".
Ma per i 5 Stelle l’importante "non è una firma, ma che la legge passi". Inizia, quindi, il percorso comune.

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17 maggio 2013
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