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Un secondo arresto per la morte dell'ispettore Raciti, deceduto un anno fa negli scontri del derby Catania-Palermo

01 aprile 2008

C'è stato un secondo arresto per la morte di Filippo Raciti, l'ispettore di polizia ferito mortalmente un anno fa, il 2 febbraio del 2007, allo stadio Angelo Massimino durante gli scontri tra gli ultras del Catania e le forze dell'ordine, che impedivano loro il contatto con i tifosi del Palermo.
Si tratta di Daniele Micale, indagato da tempo insieme ad Antonino Speziale, l'ultras catanese minorenne all'epoca dei fatti, e che è stato già condannato a 2 anni e sei mesi di reclusione per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, che sta scontando agli arresti domiciliari in una comunità di recupero.

Daniele Micale, 21 anni, incensurato, non apparterebbe ad alcun gruppo di tifo organizzato. La Procura distrettuale aveva chiesto per lui al Gip un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che è stata ieri emessa e la notte scorsa eseguita dalla squadra mobile della Questura.
Nei suoi confronti il Gip di Catania ha emesso un ordine di custodia in carcere per omicidio volontario, che è stato eseguito dalla squadra mobile della Questura. Secondo l'accusa sarebbe lui, assieme a Speziale, a tenere in mano il sottolavello con il quale, per la Procura distrettuale, sarebbe stato ferito mortalmente l'ispettore Filippo Raciti all'esterno della curva nord. Lui era davanti, e Speziale dietro. Alla sua identificazione si è giunti grazie alle riprese filmate delle telecamere di vigilanza dello stadio Massimino.
Il procuratore Renato Papa ha mostrato una ricostruzione 'tridimensionale' dell'episodio e un filmato realizzato dalla polizia scientifica di Roma che ricostruisce la dinamica e che, secondo il magistrato, dimostra che "non c'era altra soluzione che l'impatto tra il sottolavello e le forze dell'ordine".

Micale ha un fratello gemello, Antonio, che era con lui allo stadio Massimino quel 2 febbraio del 2007. A permetterne l'identificazione, e quindi a distinguerlo dal gemello, è stata una felpa personalizzata con la scritta "Meglio diffidato che schiavo dello Stato" che l'indagato indossava. Secondo quanto ricostruito dal magistrato, Daniele Micale che è sotto inchiesta per resistenza aggravata per gli scontri del derby, si sarebbe riconosciuto nelle immagini in cui lo si vedere tenere in mano il sottolavello, ma avrebbe negato di avere avuto scontri con le forze dell'ordine. Una tesi non condivisa dal gip Rosalba Recupido che ne ha convalidato l'arresto.

Oltre a Speziale e Micale, nell'inchiesta per la morte dell'ispettore Filippo Raciti non ci sono altri indagati. Il procuratore Papa ha voluto rimarcare come "dalle immagini si notano numerose persone che corrono verso le forze dell'ordine ma molte al loro arrivo desistono, segno - ha osservato - che chi ha proseguito aveva intenzione di cercare il contatto con la polizia".
Intanto stamane, la Procura della Repubblica per i minorenni ha chiuso le indagini per l'uccisione dell'ispettore Raciti. Il provvedimento è stato notificato, con il capo d'accusa modificato da omicidio a concorso in omicidio aggravato, ad Antonio Speziale, che all'epoca dei fatti era minorenne. Il procuratore per i minorenni Gaspare La Rosa e il sostituto Angelo Busacca avranno adesso 20 giorni per decidere se chiedere l'archiviazione del fascicolo o il rinvio a giudizio dell'indagato, mentre i difensori di Speziale potranno depositare memorie o chiedere che il loro assistito venga ascoltato.

- NO COMMENT (Guidasicilia.it, 03/02/07)

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01 aprile 2008
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