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Un'Unità ancora incompiuta

Il Capo dello Stato stamane a Marsala: "L'Unità è uno straordinario e fondamentale patrimonio collettivo del popolo italiano"

11 maggio 2010

"L'Unità è uno straordinario e fondamentale patrimonio collettivo del popolo italiano. Celebrarla quindi non ha nulla di retorico ma è un modo di rinnovare il patto fondativo della nostra nazione".
Ha scelto subito un richiamo alla coesione nazionale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, protagonista questa mattina al porto di Marsala delle celebrazioni dello sbarco dei Mille avvenuto 149 anni fa e prima tappa per l'unificazione del Paese. Alla cerimonia sono intervenuti il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il presidente del Senato Renato Schifani. Il capo dello Stato ha deposto una corona davanti alla stele che ricorda lo sbarco.
"E' una giornata bellissima e ventosa", ha aggiunto il capo dello Stato. "E' una meravigliosa manifestazione di popolo", quando, talvolta, si sottovalutano e si ritengono inutili le celebrazioni "per il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia - ha sottolineato ancora il Capo dello Stato - o addirittura l'unità d'Italia, basta vedere tanta partecipazione calorosa come questa mattina a Marsala per capire che si tratta di uno straordinario e fondamentale patrimonio collettivo del popolo italiano. Quindi - ha concluso il capo dello Stato - celebrare l'unità conseguita non ha nulla di retorico ma è un modo di rinnovare il patto fondativo della nostra nazione".

Centinaia i bambini delle scuole elementari marsalesi in maglia e cappellino rossi, a sventolare bandierina tricolore per salutare il presidente Napolitano. Su un cartellone i bambini del primo circolo didattico hanno disegnato Giuseppe Garibaldi e una bandiera italiana sullo sfondo. Presenti anche decine di figuranti vestiti da garibaldini e altre donne in abiti d'epoca.
Napolitano è stato accolto dall'applauso dei due equipaggi, erano tutti in maglia rossa, delle barche a vela "Piemonte" e "Lombardo" arrivate in porto all'inizio della cerimonia. A bordo anche i velisti Francesco De Angelis e Mauro Pelaschier.

Ma per i siciliani l'Unità d'Italia non è ancora compiuta... - A 150 anni dallo sbarco dei Mille a Marsala, il tema dell'Unità d'Italia resta, per oltre il 70% dei siciliani, decisamente attuale. Pur non ricordandone, a maggioranza, l'anno esatto, i siciliani ritengono giusto celebrare il centocinquantesimo anniversario dell'unificazione nazionale, non solo per riviverne la ragioni più profonde (45%), ma anche per riflettere sulla coesione del Paese e sulle differenze di crescita economica tra Nord e Sud (41%). Sono questi i sentimenti prevalenti nell'isola, nel giorno in cui il Capo dello Stato celebra a Marsala lo sbarco dei Mille.
I dati che emergono dall'indagine dell'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis - realizzata su un campione di 800 intervistati rappresentativo dell'universo dei cittadini siciliani maggiorenni - confermano che anche oggi, sia pur senza i significati epici di un tempo, l'Unità d'Italia rappresenta per il 67% dei cittadini una conquista irrinunciabile, anche se in larga parte ancora incompiuta. Soltanto per il 20% si tratta di un passaggio storico modificabile. Una ricorrenza in chiaroscuro, quella odierna: per il 46% dei siciliani, infatti, la spedizione dei Mille rappresentò per lo più una conquista del Nord, con la successiva annessione del Mezzogiorno al Regno Sabaudo. Appena il 39% crede si sia trattato di un passaggio in grado di portare ad un'effettiva unificazione tra la Sicilia e il resto del Paese. Colpisce il giudizio fortemente negativo espresso dai cittadini, il 55% dei quali pensa oggi che l'Unità sia stata per la Sicilia decisamente negativa e penalizzante sotto il profilo economico.

Ma la criticità sul processo storico - secondo i dati dell'indagine - non intacca, nei siciliani, l'orgoglio di dichiararsi cittadini italiani (78%). Nonostante la valutazione critica sulle attese in parte tradite, resta comunque alta nell'Isola l'ammirazione per Garibaldi, considerato condottiero coraggioso ed assoluto protagonista del Risorgimento. Il 47% degli intervistati considera tuttavia a rischio l'unità del Paese, conquistata 150 anni fa: un dato che appare frutto del dibattito in corso sulla riforma dello Stato e sul federalismo, ma anche di tensioni autonomiste e secessioniste, di prevalente ispirazione leghista. Sono probabilmente queste alcune delle ragioni di fondo che - secondo i ricercatori di Demopolis - inducono un siciliano su due ad esprimere un giudizio critico sugli effetti dell'unificazione, 150 anni dopo lo sbarco dei Mille a Marsala: se circa la metà del campione crede che l'Unità d'Italia sia stata positiva per tutte le regioni del Paese, Sud incluso, il 45% dei siciliani ritiene invece che sia stata un bene soprattutto per le regioni del Centro-Nord.

[Informazioni tratte da Ansa, Repubblica.it, La Siciliaweb.it]

 

 

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11 maggio 2010
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