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Un vano G8

Gli attentati di Londra hanno vanificato le importanti premesse che gli 8 Grandi della Terra avrebbero dovuto affrontare

09 luglio 2005

Le premesse del G8 scozzese erano state di quelle pronte a fare epoca, premesse che raccontavano di ''Grandi Paesi'' decisi a cambiare il corso della Storia. Purtroppo non c'è stato nulla di tutto ciò: l'attenzione sull'ambiente e sull'Africa, i temi fondamentali in agenda, è stata distratta/distrutta dalle esplosioni di Londra.
Ieri i Grandi della Terra si sono salutati e le loro strette di mano saranno sicuramente risultate più calorose e prolungate: i leader del G8 hanno condiviso la paura e la preoccupazione. Il G8 è finito.
Prima dell'effettiva conclusione però, i leader dell'Occidente insieme con i rappresentanti di otto paesi africani, hanno reso pubblici quindici documenti finali sull'economia globale, l'ambiente, lo sviluppo, la lotta contro il terrorismo, la non proliferazione di armamenti di massa, l'avanzata della democrazia nel Medio Oriente e il processo di pace tra israeliani e palestinesi.
Documenti che saranno consegnati agli annali ma che, probabilmente, non riceveranno la considerazione sperata.

Ambiente / Clima.
I Grandi del Mondo sono rimasti sostanzialmente divisi sul protocollo di Kyoto, ma si propongono di impostare una strategia che possa funzionare anche dopo l'esaurimento dell'accordo nel 2012. Una strategia che coinvolga i Paesi industrializzati che non hanno ratificato il protocollo, cioè gli Stati Uniti, e gli emergenti, che non ne sono toccati, come India e Cina.
Inizialmente, Tony Blair avrebbe voluto che il vertice fissasse obiettivi specifici per la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio e di altri gas che contribuiscono all'effetto serra, ma il premier britannico ha poi ridotto le ambizioni annunciando ''un nuovo dialogo internazionale'' con una conferenza che avrà luogo il prossimo primo novembre in Gran Bretagna. George W. Bush, irremovibile fin dall'inizio per quanto riguarda il rifiuto del protocollo di Kyoto, ha almeno riconosciuto che il problema esiste. Il presidente americano ha riferito di aver fiducia nelle soluzioni tecnologiche che consentano di ridurre le emissioni nocive e la dipendenza globale dai combustibili fossili.

Sviluppo / Aiuti all'Africa / Medioriente.
Sugli aiuti all'Africa c'è fiducia nella capacità di rispondere alle attese delle opinioni pubbliche: Blair vede elementi di consenso e Bush si è detto ''orgoglioso'' del contributo degli Stati Uniti, elencando le iniziative appena lanciate contro la malaria e per l'istruzione e la protezione delle donne africane. Ci sarà un aumento degli interventi, ma non un raddoppio.
Il piano comprende, infatti, interventi per 50 miliardi di dollari, la riduzione del debito (e l'azzeramento di quello di quattordici fra i paesi africani più poveri), la lotta contro l'Aids e le epidemie, la creazione di una nuova forza di peacekeeping.
I leader africani si sono impegnati a promuovere la democrazia e a combattere la corruzione. In quanto alle cifre, vengono riportate le stime dell'Ocse, che tengono conto degli impegni già presi non solo dai paesi del G8 ma anche da altri donatori.
Il contributo dei paesi dell'Ue si attesterà nel 2010 allo 0,51 per cento del pil, per arrivare allo 0,7 per cento nel 2015. Ci sono poi gli impegni di singoli paesi - come gli Usa - a raddoppiare gli sforzi economici, e la volontà espressa dalla Russia in merito alla cancellazione dei debiti.
Per la questione mediorientale, il vertice, ha detto Blair, ha approvato ''un sostanzioso pacchetto di aiuti'' per un ammontare ''fino a tre miliardi di dollari'' a favore dell'Autorità nazionale palestinese nei prossimi anni, per rafforzare le prospettive di un accordo di pace in Medioriente.

Crescita economica / Esportazioni agricole / La sfida-petrolio.
''Una forte crescita economica - si legge nel in uno dei 15 documenti - è un elemento chiave per ognuno dei nostri paesi e per l'intero pianeta''. Nel 2004 ''la crescita è stata robusta, e si prevede che resti sostenuta anche se con un ritmo più moderato''. Il comunicato richiama a ''interventi concreti e credibili'': in particolare, gli Stati Uniti devono proseguire sulla strada del consolidamento fiscale per aumentare il tasso di risparmio, mentre l'Europa deve accelerare sul terreno delle riforme strutturali per stimolare la crescita dell'occupazione e della domanda interna.
Nel documento viene affrontato anche l'aspetto delle esportazioni agricole non solo con un riferimento a ridurre quei sussidi che danneggiano il corretto funzionamento del mercato. Un appello che viene rivolto, per quanto riguarda il commercio interregionale, ai paesi africani affinché riducano alcuni dazi e tariffe per agevolare l'import-export interno al continente.
In un documento annesso a quello finale, si affronta inoltre la questione dei finanziamenti alternativi, come ad esempio la tassazione dei biglietti aerei. I singoli paesi continueranno a studiare tecnicamente la fattibilità di queste proposte per poi valutare la loro praticabilità.
Nel documento finale la ''sfida-petrolio'' si è confermata una delle maggiori preoccupazione del G8. Lo stato del mercato petrolifero, caratterizzato da prezzi alti e volatili, dimostra di aver bisogno più investimenti e trasparenza. Per soddisfare la domanda di greggio, che ''continuerà a crescere in modo sostenuto'', c'è la necessità ''di investimenti significativi nelle attività di esplorazione'' ed in questo senso il G8 ha lanciato un appello ai paesi produttori, ai quali si chiede ''di intraprendere tutte le iniziative necessarie per creare un clima favorevole agli investimenti, tale da supportare la crescita economica mondiale''.

Il G8  si è definitivamente chiuso con la firma dei leader dei paesi industrializzati di una dichiarazione di condanna contro il terrorismo, preceduta dall'intervento che Tony Blair ha pronunciato prima della "foto di gruppo", nel corso del quale il premier britannico ha ribadito che ''la nostra politica porterà al trionfo contro il terrorismo'', che non ha ''né speranza né futuro''.

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09 luglio 2005
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