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Una carriera brevissima...

Continuano le confessioni dell'ultimo pentito del clan Lo Piccolo ''affiliato'' a Cosa nostra per un solo mese

19 febbraio 2008

Poche settimane fa è diventato l'importante ''quarto uomo'' nell'inchiesta che riguarda l'arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Parliamo di Andrea Bonaccorso, meglio conosciuto come ''u sculurutu'' (lo scolorito), il 31enne diventato fedelissimo alla cosca di Tommaso e che recentemente ha deciso di collaborare con la giustizia.
Indicato da Gaspare Pulizzi (altro pentito della cosca dei Lo Piccolo) come "persona di fiducia" del capomandamento di Brancaccio Andrea Adamo (arrestato insieme a Pulizzi e ai Lo Piccolo il 5 novembre scorso a Giardinello), Bonaccorso ha confessato ai magistrati della Dda di Palermo - confermando quanto detto da Pulizzi - d'aver partecipato all'omicidio del capomafia Nicola Ingarao, assassinato nel luglio scorso a Palermo (leggi).

"Sono stato introdotto in Cosa nostra da Andrea Adamo, reggente di Brancaccio che avevo conosciuto tra il 1998 e il 2000 attraverso mio cugino Fabio Scimò [...] Sono stato detenuto tra il 2001 e il 2005 e dopo la mia scarcerazione, attraverso Tonino Lo Nigro, l'Adamo mi aveva fatto contattare e avevo ripreso i miei rapporti con lui, poi attraverso Adamo ho cominciato a frequentare anche i Lo Piccolo. All'inizio il rapporto era assolutamente epistolare. In seguito mi hanno voluto conoscere".
Comincia così il racconto di Bonaccorso, sul suo progressivo avvicinamento a Cosa nostra, durato poco. Infatti la sua storia di "affiliato" è durata solo un mese (dal novembre al dicembre 2007, quando fu arrestato), ma la sua partecipazione alla vita del clan Lo Piccolo e le sue conoscenza di fatti mafiosi è certamente più lunga. Non a caso ai pm che gli hanno sottoposto un album con le foto di decine indagati per verificare le sue conoscenze tra i fedelissimi dei boss Lo Piccolo, Bonaccorso ha riferito di volta in volta i nomi e raccontato alcuni episodi relativi alla sua esperienza di "soldato" nella cosca di Adamo.

Ad esempio, di fronte alla foto di tale Giuseppe Geraci, definito da Bonaccorso "reggente di Altarello di Baida", ha detto: "Venne subito estromesso non appena si seppe che aveva un parente nelle forze dell'ordine. Di questo fatto Geraci si era lamentato con me, dicendomi che era stato estromesso dalle attività di Cosa nostra e che gli erano state tolte le estorsioni”.
A proposito di un certo Angelo Chianello, da lui definito "il collegamento tra Nino Nuccio e Luigi Bonanno", il pentito invece ha detto: "Io Nuccio e Chianello ci incontravamo in un panificio di viale Strasburgo e ricordo che eravamo seguiti da poliziotti in borghese". Consapevolezza che Bonaccorso ha avuto fino all'ultimo e che, dopo essere stato tirato in ballo da Pulizzi, lo ha portato al pentimento. Pulizzi è stato il primo nei mesi scorsi a raccontare della partecipazione di Bonaccorso all'omicidio del capomafia Nicola Ingarao, assassinato per ordine dei Lo Piccolo: in particolare, il picciotto di Brancaccio avrebbe guidato la moto utilizzata per l'agguato.

Ma, ancora in quel mese di luglio Andrea ''u sculurutu'' non era formalmente uomo d'onore, ossia per Bonaccorso non c'era stata ancora nessuna cerimonia con santini macchiati di sangue e bruciati. Così come non lo era quando seguiva da vicino le varie fasi della caccia al latitante Gianni Nicchi, pupillo di Nino Rotolo, boss del Villaggio Santa Rosalia rimasto l'ultimo baluardo dei Corleonesi.
Bonaccorso ha raccontato ai pm che Salvatore Sorrentino, incaricato di raccogliere le estorsioni a Pagliarelli, "era in contatto con Nicchi e per tale motivo era stato incaricato dai Lo Piccolo di rintracciarlo"Anche Sorrentino insieme a Nicchi doveva fare la fine di Ingarao.
Bonaccorso ha pure raccontato che Luigi Bonanno, altro favoreggiatore dei Lo Piccolo, arrestato il 16 gennaio scorso nell'operazione “Addio Pizzo”, fu contattato per mettersi sulle tracce di Nicchi. "Bonanno - ha detto il pentito - mi doveva essere presentato per organizzare un traffico di cocaina dall'Olanda. Doveva occuparsi di rintracciare Nicchi al fine di raccogliere le indicazioni per ucciderlo. Giancarlo Seidita (reggente del mandamento di Cruillas, ndr), dopo la pubblicazione dei pizzini trovati a Franzese, mi aveva detto che, contrariamente a quello che c'era scritto sui giornali, il crastagneddu o crasticeddu era Nicchi, mentre "Tiramisù" era un ragazzo della Marinella".

Andrea Bonaccorso era stato arrestato per detenzione di stupefacenti nel dicembre scorso, mentre  il 16 gennaio una nuova ordinanza di custodia lo ha raggiunto in carcere nel blitz "Addio Pizzo". Con la stessa operazione è finito in manette Calogero Lo Piccolo, altro figlio del boss Totuccio.
Al fratello di Bonaccorso, invece, l'1 febbraio scorso, è stato incendiato il negozio di abbigliamenti in via Imera. Un gesto riconducibile, per gli investigatori, alla decisione dell'ex uomo d'onore di collaborare con la giustizia.

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19 febbraio 2008
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