Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Una città fuori controllo

Palermo nel caos: Dopo la Gesip, anche Amia e Amat sul piede di guerra. E il consiglio comunale latita...

26 marzo 2012

Sarà un lunedì difficile per i cittadini palermitani. Le organizzazioni sindacali, impegnate in questi giorni nella tutela del futuro lavorativo degli oltre 1.800 dipendenti della Gesip, hanno pianificato questa volta insieme le manifestazioni di protesta in programma da oggi a venerdì prossimo. Gli autisti dell'Amat scioperano otto ore (dalle 8.30 alle 17.30), gli operatori dell'Amia hanno indetto assemblee di due ore per ogni turno, a cominciare da oggi con il primo turno della raccolta, dalle 5 alle 7.
"Prima che il futuro dell'Amat venga compromesso fino a incontrare le grandi difficoltà che stanno segnando quello della Gesip, chiediamo un immediato intervento del commissario straordinario Latella. Si faccia presto, vogliamo conoscere gli esiti del lavoro degli ispettori inviati dal comune e le conseguenti decisioni da assumere". Così Salvatore Girgenti, responsabile aziendale Amat della Fit Cisl e Mimmo Perrone, segretario Fit Cisl Palermo, hanno annunciato lo sciopero. I due denunciano una situazione aziendale "drammaticamente stagnante", con gli stipendi "garantiti probabilmente fino al prossimo luglio".
L'Amia, invece, batte cassa. In una nota congiunta di Fit-Cisl, Fp-Cgil, Uiltrasporti, Fiadel, Ugl, Confsal e Filas affermano che "l'Amia ha comunicato che per via delle attuali disponibilità di cassa, da marzo potrà essere pagato sotto forma di acconto solo il 50 per cento dello stipendio per ogni lavoratore, questo almeno fino al momento in cui il Comune di Palermo non disporrà il pagamento degli importi dovuti all'azienda per il servizio manutenzione delle strade, e Amap non provvederà al saldo delle fatture per il servizio di pulizia caditoie per gli anni 2011 e 2012". L'agitazione indetta dai sindacati si protrarrà fino al prossimo 29 aprile.

Operai Gesip pronti allo sciopero ad oltranza - Non si ferma la protesta dei 1.800 dipendenti della Gesip, società di servizi del Comune di Palermo, con grossi buchi di bilancio. Dopo i blocchi dei giorni scorsi, l'intenzione è quella di proseguire lo sciopero a oltranza almeno fino al 21 aprile, quando scadrà la nuova copertura finanziaria.
La nuova ondata di tensioni è stata scatenata soprattutto dal sindacato autonomo Asia dopo l'ennesimo, infruttuoso incontro con il commissario straordinario del Comune Luisa Latella, nel quale è stata prospettata una proroga ai contratti di 21 giorni, appena una settimana in più rispetto a quella indicata inizialmente: un sforzo da 2,3 milioni di euro che dovrebbero bastare fino al 21 aprile. "La situazione della Gesip è estremamente grave e non si può far finta di guardare da un'altra parte, a partire dal Governo nazionale, il cui intervento diventa sempre più necessario. Un ulteriore rinvio sarebbe insopportabile per i lavoratori e per la città di Palermo", ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Calà, che chiede di non "perdere altro tempo per trovare una soluzione all'emergenza Gesip". "L'intervento economico chiesto al governo nazionale deve essere vincolato a una soluzione finale e strutturale per la Gesip - conclude - Serve una proposta che deve essere fatta, non solo dal commissario, ma da tutte le forze politiche e che garantisca il futuro della società".

I tagli all'Amat: "Così ci saranno 2000 licenziamenti" - Circa 2000 licenziamenti, di cui 400 nel settore privato, già a partire da aprile, con conseguente drastica riduzione delle linee e dei servizi. Sono i drammatici effetti dei tagli previsti dal bilancio regionale, all'esame martedì, che riducono del 20% le risorse per il trasporto pubblico locale, dai 222 milioni di euro del 2011 ai 177 previsti per il 2012. Questi i motivi dello sciopero partito stamane.
Claudio Iozzi, presidente di Fittel Confcommercio Palermo (la Federazione dei trasporti turistici e di linea) ha lanciato l'allarme per una situazione che mette a rischio, assieme a migliaia di posti di lavoro, anche la sopravvivenza delle stesse aziende di autotrasporto. "I tagli gettano il settore in un baratro dal quale sarà difficile risalire - ha detto Iozzi - e il risultato sarà di circa 2000 licenziamenti e il trasporto di studenti pendolari e anziani fortemente penalizzato. Di questo il Governo regionale si dovrà assumere le responsabilità. È un comportamento inaccettabile, irrispettoso delle esigenze sia degli operatori che dei fruitori del settore".
Parla di "cifre da capogiro" l'Anav, l'Associazione che rappresenta le imprese private, secondo cui la decisione della Regione "indirizza il comparto verso il dissesto" per non parlare "del grave disagio sociale che deriverà dai licenziamenti che le aziende saranno costrette a fare". "Le altre regioni d'Italia - sottolinea il presidente regionale dell'Anav, Antonio Graffagnini - non hanno subito queste riduzioni. Quelle inizialmente previste sono poi state recuperate con le ultime manovre del governo Monti e con l'accordo Stato-regioni siglato alla fine di dicembre dell'anno scorso. Chiediamo al Governo regionale e al Parlamento siciliano di annullare i tagli previsti per consentire al settore di continuare a dare lavoro e offrire servizi".

A Palermo stop alla raccolta dei rifiuti  - Hanno bloccato il passaggio dei mezzi di raccolta, facendo "muro" con gli autocompattatori ai varchi dei depositi. Un gruppo di dipendenti Amia, in stato di agitazione dopo la minaccia della decurtazione del 50 per cento dello stipendio, ha impedito ai mezzi di uscire dall'autoparco di Brancaccio, mentre nella rimessa di Partanna decine di macchine sarebbero state manomesse. E così, dopo due giorni e cinque turni di raccolta saltati, la città si è svegliata ieri sotto una fitta coltre di rifiuti. E oggi si riparte con assemblee di due ore per turno per quattro giorni di fila. L'azienda ha lanciato l'Sos a questura e prefetto, che ha convocato azienda e sindacati per giovedì.
A nulla sono valse le rassicurazioni dell'Amia che, dopo un vertice lampo con il commissario straordinario di Palazzo delle Aquile Luisa Latella venerdì pomeriggio, aveva fatto marcia indietro, assicurando che gli stipendi sarebbero stati pagati integralmente "non appena il Consiglio comunale approverà la delibera sul servizio di pulizia delle caditoie". Fumata nera: tutti i servizi sono stati interrotti per l'ammutinamento spontaneo di decine di operai. Stop alla raccolta ordinaria, alla differenziata, allo spazzamento e alla manutenzione del manto stradale.

Uno sciopero non autorizzato dal quale prendono le distanze i sindacati. "I lavoratori - ha spiegato Pino Spataro, responsabile aziendale della Cgil - vogliono garanzie scritte dal Comune a dall'azienda sul pagamento degli stipendi. Al momento c'è stata una rassicurazione orale. Ormai da diversi mesi navighiamo a vista e siamo appesi a promesse che non si traducono mai in fatti". Già, perché per ora i 2.400 lavoratori hanno solo la promessa che martedì, in Consiglio comunale, verrà approvata la delibera che sblocca due milioni e 200 mila euro dovuti dall'Amap all'Amia per la pulizia delle caditoie. Una misura tampone, che garantirebbe il pagamento delle buste paga ma non risolve le questioni ancora sul tappeto.
Il primo nodo da sciogliere riguarda l'adeguamento del contratto di servizio, al palo dal 1999. Calcoli alla mano, servirebbero 8 milioni di euro che il Comune dovrebbe stanziare con apposita delibera. Ossigeno per l'azienda in crisi che solo per il personale sborsa dai 5 ai 7 milioni di euro al mese. Senza contare i debiti verso i fornitori, che ammontano a oltre 40 milioni, e i crediti non riscossi, ben 80 milioni degli Ato per il conferimento in discarica.
Un carrozzone contro cui punta il dito Confindustria Palermo. Secondo un dossier appena pubblicato, l'Amia fa pagare il servizio di trattamento di una tonnellata di rifiuti 98 euro, un privato quasi la metà 51 euro; a Palermo c'è un addetto alla nettezza urbana ogni 259 abitanti, che raccoglie 164 tonnellate di rifiuti, a Torino uno ogni 577 e ne raccoglie 49. Per gli industriali, l'azienda vanta anche il primato di 400 assunzioni con lo scambio padre figlio e un valore totale della produzione di 150 milioni euro, ma ne costa effettivamente 200 milioni.

Palermo soffocata da cortei e rifiuti. Ma il consiglio comunale è immobile - Mentre Palermo rischia di esplodere, stretta nella morsa di proteste e cortei di migliaia di lavoratori a rischio licenziamento e soffocata dai rifiuti che invadono le strade, il Consiglio comunale ha smesso di funzionare, distratto dalla campagna elettorale - mancano poco più di 40 giorni alle amministrative - e frenato dalla paura di compiere scelte impopolari (l'introduzione dell'Imu, il raddoppio dell'aliquota Irpef) ma necessarie per evitare il default finanziario.
"L'Aula è immobile, non sono cose che si possono nascondere anche perché gli atti sono pubblici - ammette il presidente del Consiglio comunale, Alberto Campagna -. Giovedì sera ad esempio eravamo in 3-4, la volta precedente soltanto in 17. Ho convocato la conferenza dei capigruppo e ho detto loro che convocherò per martedì un'altra seduta. Vedremo se hanno intenzione di lavorare. Ci sono degli assenti cronici e sono anche tanti. Ma nomi non ne faccio".

Palazzo delle Aquile, insomma, sembra intenzionato a chiudere con largo anticipo i battenti. "Il Consiglio comunale va avanti con sedute che contano più assenti che presenti - denuncia il segretario provinciale della Cisl Palermo, Mimmo Milazzo -. Siamo stanchi di questa irresponsabilità istituzionale che non fa altro che aggravare la forte crisi vissuta da Palermo, ogni giorno, con le sue vertenze dalle soluzioni non più rinviabili. A rischio c'è il dissesto finanziario di questa città, i provvedimenti sul bilancio 2012, sulle vertenze più calde come Amia, non possono di certo essere approvati dopo le elezioni".
Eppure l'orientamento di Sala delle Lapidi sembra essere ormai questo: provare a "rifarsi la verginità" e lasciare in eredità le tante "patate bollenti" al Consiglio che uscirà fuori dalle prossime elezioni. All'appuntamento del 6-7 maggio, però, la Cisl chiede che non partecipino gli attori del cattivo spettacolo degli ultimi tempi. "E' opportuno che i responsabili del fallimento di questa classe dirigente evitino la ricandidatura. C'è chi continua a presentarsi in commissione solo per i gettoni di presenza e invece si assenta in Aula, dove - ha sottolineato Milazzo - risulta più determinante l'assunzione delle responsabilità politiche gestionali dell'amministrazione comunale".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo, Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

26 marzo 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia