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Una cordata locale per Termini

Un imprenditore siculo-meneghino vorrebbe coinvolgere le aziende locali per realizzare un'auto ecologica tutta 'made in Sicily'

07 gennaio 2010

"Abbiamo un piano ambizioso per la Fiat, soprattutto in Italia. Nei prossimi due anni gli investimenti della Fiat in Italia ammonteranno a 8 miliardi [...] Ma la produzione di auto nello stabilimento di Termini Imerese cesserà a dicembre 2011 [...] Lo stabilimento siciliano è in perdita ed oggi non possiamo più permettercelo [...] Siamo disposti a discutere proposte di riconversione con la Regione Sicilia e gruppi privati. Siamo pronti a mettere a disposizione lo stabilimento".
Le parole dell'amministratore delagato della Fiat, Sergio Marchionne, nell'incontro a Palazzo Chigi con Governo e sindacati, dello scorso 22 dicembre, sulla questione Termini Imerese non poteva essere più chiaro. Lo stabilimento siciliano deve cessare la produzione di auto. Lo stabilimento siciliano potrà essere rilevato da chi vuole (LEGGI).
E chi lo vuole lo stabilimento di Termini Imerese? Qualcuno ha detto che i cinesi fossero interessati all'impianto, qualcun'altro ha parlato di indiani. Questi ultimi, e più precisamente gli indiani della compagnia automobilistica Tata, nei giorni scorsi hanno alzato le mani mostrando il loro disinteresse. A renderlo noto è stato il presidente della compagnia, Ratan Tata. In una conferenza stampa in occasione dell'inaugurazione del decimo "Auto expo" di New Delhi, Tata ha ammesso che l'ipotesi "è stata ventilata dai media", ma che "non la stiamo prendendo in considerazione".
La notizia di un possibile interessamento di due case automobilistiche indiane (Tata e Mahindra & Mahindra) alla fabbrica siciliana era emersa durante la recente visita in India del ministro italiano dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Se ne era fatto eco il quotidiano di New Delhi Business Standard che, citando collaboratori di Scajola, aveva sostenuto che "entrambi i costruttori automobilistici hanno manifestato il loro desiderio di acquisire le linee produttive (di Termini Imerese) e si ritiene che abbiano aperto separate trattative con la Fiat". Invece così non è.

Insomma, cosa ne sarà della SicilFiat rimane ancora un mistero e il futuro è così incerto, così oscuro che diventa impossibile, immaginarsene uno, uno qualsiasi, possibile.
I sindacati hanno scritto alla presidenza del Consiglio e al ministro Claudio Scajola sollecitando un incontro sul settore Auto. Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno anche convocato per il 14 gennaio una riunione unitaria delle segreterie nazionali per mettere a punto iniziative di lotta. Tra le ipotesi allo studio c'è anche quella di uno sciopero generale di tutti i lavoratori del gruppo, proposto dalla Fim. Nel frattempo la Fiom ha riunito oggi a Termini Imerese il coordinamento Fiat, mentre domani si riuniranno i sindacati siciliani e il 12 a Roma ci sarà la segreteria Uilm.

Tra le tante voci e/o diceria sullo stabilimento termitano, ne è spuntata una giusto ieri: l'ipotesi di una cordata "siciliana". Un'ipotesi suggestiva che arriva da Simone Cimino, imprenditore milanese di origine siciliana, gestore e presidente del fondo di private equity Cape Natixis che vorrebbe riconvertire l'impianto alla produzione di auto a propulsione ecologica, sfruttando partnership tecniche indiane o cinesi. Cimino ha spiegato di essere già presente nell'Isola, a Palermo, con una società (la Cape Regione Siciliana Sgr - Cimino & Associati Private Equity 51% e Regione Siciliana 49%) per investimenti sul territorio "con carattere non solo finanziario ma anche etico e sociale". L'imprenditore ora attende le decisioni della Fiat sull'impianto. E per quanto riguarda governo e Regione conta di potere fare affidamento sul loro appoggio, specificando: "non deve essere necessariamente un finanziamento", andrebbe bene "anche solo un incentivo per l'acquisto di auto ecologiche". "Da parte loro - ha detto l'imprenditore - ci deve essere la volontà di appoggiare l'iniziativa, così come nel caso recente dello stabilimento Sharp per il fotovoltaico". "Ritengo interessante e doverosa un'iniziativa simile che riunisca imprenditori siciliani per realizzare un'auto ecologica tutta 'made in Sicily", ha spiegato Cimino. "Chi meglio di noi che siamo sul territorio per un'iniziativa simile che riunisca tanti imprenditori siciliani intelligenti e di successo, destinata a non far perdere un prezioso know how?", ha aggiunto Cimino
Secondo quanto riporta il quotidiano Milano Finanza, l'imprenditore e finanziere siciliano punta ad aggregare un capitale di 100 milioni da società e imprenditori vicini a Cape. Di questo ammontare, 10 milioni potrebbero arrivare direttamente dal fondo Cape regione Siciliana. I restanti capitali dovrebbero giungere invitando nel progetto sia i principali sottoscrittori del fondo Cape Regione Siciliana (ovvero Regione Siciliana, Unicredit, Banca Europea per gli investimenti e la stessa Cape Live) sia un gruppo di imprenditori che organizzandosi in una cordata dovranno affiancare Cimino nell'iniziativa. Tra gli industriali contattati ci sarebbe Gianni Lettieri, presidente e ad di Meridie, società specializzata in investimenti al Sud. Altri 100 milioni potrebbero arrivare dal partner industriale straniero che fornirà i motori. L'obiettivo sarebbe quello di convertire le linee dello stabilimento all'assemblaggio di un veicolo di piccole dimensioni a integrale propulsione ecologica da utilizzare principalmente in luoghi ad alta sensibilità ambientale o a elevata vocazione turistica.

E se, così come qualcuno sostiene, l'iniziativa di Cimino sarebbe vista con favore sia da Palazzo Chigi che dai vertici della Regione Siciliana, è stata invece immediata la bocciatura da parte della Fiom: "E' ancora tutto da esplorare l'impegno che il governo ha assunto a Palazzo Chigi per una trattativa da approfondimento sulle sorti dello stabilimento di Termini Imerese tra Fiat, sindacati e Regione siciliana. La proposta di Cimino è fuori luogo e potrebbe per ora creare equivoci e confusione nel corso di una trattativa che riteniamo ancora aperta". Questo il commento di Giovanna Marano, segretaria regionale della Fiom Cgil.

[Informazioni tratte da Ansa.it, Adnkronos/Ing, Rainews24.it, La Siciliaweb.it]

 

 

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07 gennaio 2010
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