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Una drammatica tragedia!

Forse i morti della disgrazia avvenuta ieri a Pantelleria sono quattro. Il Canale di Sicilia, una tomba per i migranti

14 aprile 2011

"Li hanno fatti morire. Li ho chiamati tra le 18 e le 19: perché sono passate 15 ore prima che li soccorressero?". Il comandante del peschereccio testimone della tragedia consumatasi ieri sugli scogli di Pantelleria (LEGGI), Antonio Grimaudo, accusa la Guardia Costiera. "Perché non hanno mandato due motovedette veloci e basse per trasbordarli?", ha aggiunto a La Repubblica. "Quel barcone è stato avvistato da un altro peschereccio che non riusciva a comunicare, mi hanno chiamato via radio informandomi che 200 persone erano in balia del mare", ha spiegato Grimaudo, comandante del peschereccio "Cosimo Aiello". "Ho chiamato le capitanerie di Palermo e Pantelleria, erano le 16 di martedì, mi hanno risposto che avrebbero mandato subito una nave...", ha proseguito.
Stando al racconto di Grimaudo, il barcone è stato raggiunto dalla nave della marina militare "Minerva" circa due ore dopo e da una motovedetta tunisina, che si è subito allontanata quando si è accorta che a bordo c'erano solo persone di colore. Per ore nessuno si è però avvicinato all'imbarcazione carica di immigrati.
"La nave Minerva ci consigliava di stare lontani perché quel barcone poteva entrare in collisione con noi e altri pescherecci che stavano pescando in quel tratto di mare", ha spiegato ancora il comandante del peschereccio. "Così ho richiamato la capitaneria di porto, chiedendo che inviassero delle motovedette piccole e veloci adatte al trasbordo - ha aggiunto -. Mi hanno detto che stavano partendo da Pantelleria, ma non sono mai arrivate". "Ho continuato a chiamare la capitaneria, mi sono avvicinato al barcone e ho cercato di rassicurare le persone a bordo, dicendo loro che i soccorsi stavano arrivando", ha proseguito. "L'imbarcazione era ingovernabile e la Minerva si è messa accanto tentando di dirigerla verso Pantelleria - ha concluso Grimaudo -. Soltanto la mattina ho saputo che il barcone si era arenato e che erano morte due donne. Quelle persone si potevano salvare, il trasbordo si poteva fare, se avessero mandato le motovedette, il mare era buono"...
Dunque, stando all'accusa lanciata dal comandante del peschereccio "Cosimo Aiello", la tragedia di Pantelleria diventa ancora più drammatica proprio perché evitabile. E non solo perché, probabilmente, poteva essere fatto di più prima del loro arrivo, ma anche perché ce l'avevano quasi fatta: dopo cinque giorni di mare la costa era a pochi metri.

Purtroppo le vittime, le ennesime vittime del mare e della disperazione, potrebbero essere quattro. E' quanto ha confermato all'Adnkronos il procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa, che coordina l'inchiesta sulla tragedia. ''Mi è stato detto che le vittime sono quattro e non due - ha detto Di Pisa - Sto aspettando ulteriori notizie da Pantelleria".
Sul caso, infatti, la Procura di Marsala (Trapani) sta per aprire un'inchiesta per omicidio colposo e naufragio. "Stiamo aspettando gli atti provenienti dal Pantelleria per poter aprire formalmente l'inchiesta sulla tragedia di Pantelleria - ha spiegato Di Pisa - non so ancora molto e non ho al momento elementi concreti. Le ipotesi di reato verranno addebitate agli scafisti individuati dopo il naufragio". Il Viminale, da parte sua, ha chiesto alle capitanerie di Porto di conoscere i dettagli dell'accaduto.
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia costiera l'imbarcazione su cui erano a bordo i quasi 200 migranti, partito probabilmente dalla Libia, è andato incagliarsi tra gli scogli. Sembra che abbia sbagliato rotta finendo in una caletta. A causa del mare grosso numerosi immigrati sono caduti in acqua. Le due donne potrebbero essere morte durante la ressa ma non è ancora chiaro.
Il presunto scafista del barcone è stato fermato dai carabinieri grazie alle testimonianze e alle dichiarazioni rese dagli altri immigrati
. Per il momento l'uomo è trattenuto presso le forze dell'ordine in attesa di tramutare il fermo in arresto.

"Tutta l'isola ha vissuto in prima persona la tragedia del mare che si è consumata sulle coste di Pantelleria. I cittadini hanno portato viveri e beni di conforto ai migranti", ha riferito il sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzio dicendosi "addolorato per quanto successo". In ospedale ci sono, secondo quanto detto da Di Marzio, bambini e donne, tra cui "anche una in gravidanza". Per ospitare tutti i migranti approdati nell'isola, ha aggiunto il sindaco, "abbiamo chiesto al ministero della Difesa di metterci a disposizione l'ex caserma 'Barone', adiacente al Centro di prima accoglienza, in località Renella. Il centro infatti può ospitare al massimo 80 persone".
Le ricerche di altri dispersi sono riprese questa mattina al largo dell'isola. Gli immigrati, 165 uomini, 19 donne e sei bambini, hanno riferito di essere salpati dalla Libia sei giorni fa.

Intanto, l'allarme a Lampedusa non si può dire cessato. Ieri all'alba un altro barcone carico di migranti è approdato nella maggiore delle Pelagie. Una motovedetta della Guardia di Finanza ha soccorso un barcone con 105 tunisini che stava affondando a poche miglia da Lampedusa, dove martedì sera erano sbarcati altri 57 extracomunitari.
L'assessore alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo, durante un incontro a Roma sulla 'Circolazione delle popolazioni migranti nei Paesi mediterranei della Ue', che si è tenuto ieri, ha avanzato la proposta di far stazionare una nave che funga da primo approdo per gli immigrati in arrivo dal Nord Africa. "Non è possibile - ha spiegato Russo ai giornalisti - che i migranti sbarchino sull'isola, bisogna creare uno sbarco al di fuori attraverso una nave che costituisca il primo punto di approdo". All'interno del natante, a detta dell'assessore, dovrebbe avvenire "l'identificazione, il controllo sanitario e poi il trasferimento". In particolare "il trasferimento è fondamentale, altrimenti l'isola rischia di ripiombare nella medesima situazione di qualche settimana fa". Ora a Lampedusa la situazione "è più decongestionata - ha assicurato l'assessore - ma comincia a serpeggiare il malcontento dei migranti che sanno di essere ritrasferiti nei Paesi di appartenenza. A mio avviso questo può portare a un problema di ordine pubblico". Russo ha inoltre sottolineato che "il problema sanitario non è dell'isola di Lampedusa, ma è europeo, perché se le persone non sono adeguatamente controllate rischiano di ammalarsi e di fare ammalare". "Anche perché - ha aggiunto - sta cambiando la tipologia del flusso migratorio: mentre prima avevamo tunisini, ora sono arrivati somali ed eritrei e una piccola comunità di afgani. Arrivano persone che risalgono dalle aree dell'Africa subsahariana, dove ci sono malattie endemiche. Dobbiamo ricordarci - ha concluso Russo - che abbiamo a che fare con uomini, donne e bambini e non con carne da macello".

Dalla tragedia allo scontro diplomatico - Si riaccende anche il dibattito politico attorno alle politiche dell'immigrazione. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è tornato a parlare dei veti giunti nei giorni scorsi da altri Stati europei alla libera circolazione degli immigrati dotati dei permessi di soggiorno temporani rilasciati dalle autorità italiane. Il governo mantiene la propria linea: "Gli immigrati possono circolare liberamente nell'area di Schengen con i permessi di soggiorno temporaneo che stiamo rilasciando", ha detto il numero uno del Viminale, e se gli altri paesi europei, come Francia, Germania e Belgio, oppongono resistenza, allora "si deve sospendere Schengen. Ma la sospensione di Schengen sarebbe la fine dell'Europa". In ogni caso, ha aggiunto, "il problema dei profughi c'è ma loro saranno accolti come è giusto fare" e si applicherà il piano previsto con le Regioni per una distribuzione degli stranieri in tutte le aree del Paese. Il piano, ha detto ancora Maroni, "è previsto per 50mila profughi: adesso stiamo circa a 5mila provenienti dalla Libia, ma non sappiamo quanto durerà la guerra".

Il Canale di Sicilia: una tomba per i migranti - Oltre 28mila migranti sono arrivati in Italia in poco più di tre mesi, ma in tantissimi - circa 800, ma non ci sono cifre ufficiali, che potrebbero anche essere più alte - sono stati ingoiati dal Canale di Sicilia. Centinaia di barconi sono partiti soprattutto dalla Tunisia, ma anche dalla Libia e alcuni sono affondati con il loro carico umano. Ieri, l’ultimo episodio a Pantelleria durante uno sbarco.
Dal 1988, secondo i dati raccolti da 'Fortress Europe', sono quasi 16mila gli uomini, le donne e i bambini morti tentando di raggiungere l’Europa con i barconi. Per oltre quattromila di questi (4.249) il Canale di Sicilia è diventato la loro tomba, mentre altre 186 persone sono morte navigando dall’Algeria verso la Sardegna. Più della metà di questi morti non sono mai stati recuperati: le statistiche ufficiali parlano infatti di 3.110 dispersi.
Ecco l’elenco di naufragi, vittime e dispersi segnalati nei primi tre mesi del 2011.
11 FEBBRAIO - Nella notte naufraga un vecchio motopesca partito dal porto di Zarzis, in Tunisia: circa 40 gli immigrati dispersi, quasi tutti presumibilmente morti.
14 FEBBRAIO - Sempre di notte, cinque persone morte ed altre 17 disperse, dopo un naufragio avvenuto ancora al largo di Zarzis.
4 MARZO - Due dispersi nella carretta rimasta per quattro giorni in balia del mare in tempesta dopo essere partita dal porto di Biserta, nell’estremo nord della Tunisia. La barca è stata soccorsa da un motopesca di Mazara del Vallo al largo delle coste trapanesi.
14 MARZO - Almeno 60 i "fantasmi" che erano a bordo di un barcone naufragato non lontano dalle coste della Tunisia dopo essere partito da Zarzis. Il fatto è stato raccontato dai superstiti che sono riusciti a mettersi in salvo raccolti da altri barconi.
19 MAR - Tre persone sono risultate disperse dopo il naufragio di un’imbarcazione partita da Zarzis.
28 MARZO - Dodici migranti che, a bordo di un barcone, stavano tentando di entrare in Tunisia, sono annegati nel naufragio del natante, a largo delle coste di Kerkennah.
30 MARZO - Altro naufragio nel Canale di Sicilia e sette persone morte, tra le quali una donna incinta e un bambino, figlio della migrante.
22 MARZO - Un barcone con 335 somali ed eritrei è partito dalla Libia, ma nessuno dei passeggeri si è da allora fatto vivo.
25 MARZO - Nessuna notizia anche di un barcone salpato sempre dalle coste libiche con 68 persone a bordo.
1 APRILE - I cadaveri di 27 tunisini, di età compresa tra i 19 e i 23 anni, morti in due naufragi di barche dirette in Italia, sono stati scoperti sulle coste dell’isola di Kerkennah.
3 APRILE - Settanta corpi sono stati recuperati dopo un naufragio davanti alle coste di Tripoli.
6 APRILE - Un barcone si rovescia nella notte in acque maltesi. Salvati in 51, ma a bordo erano circa 300 secondo alcune testimonianze. Decine di cadaveri sono stati avvistati da un elicottero della Guardia di finanza.
13 APRILE - Due donne sono morte durante lo sbarco di migranti avvenuto a Pantelleria. Erano a bordo di un barcone con circa 250 persone.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, TGCOM, Lasiciliaweb.it, Adnkronos Salute, Corriere del Mezzogiorno.it]

- Così i capitani coraggiosi d'Italia strappano al mare i disperati di Francesco Merlo

 

 

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14 aprile 2011
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