Una fabbrica di morte a San Filippo del Mela
Per l'amianto aumenta ogni giorno il numero degli ammalati della Sacelit
Sinora sono settanta le vittime dell'amianto su 207 dipendenti della Sacelit: un numero vertiginoso, pari al 31,95 per cento della forza lavoro. Tutti stroncati, così come certificato dai medici dell'Ausl, da tumori riconducibili all'amianto. Quell'amianto che per anni ha dato loro il pane e la vita ora dà solo la morte.
"Con Gaetano - (il nome è inventato per tutelare la privacy del protagonista) racconta uno degli operai della fabbrica della morte - ci eravamo sentiti telefonicamente tre mesi fa. Pur avendo lasciato l'azienda 33 anni fa, già nel 1970 aveva accusato i primi dolori e le prime difficoltà respiratorie. Sottoposto a controlli medici erano stati riscontrati i primi noduli ma nessuno aveva messo in relazione la malattia del povero Gaetano con l'amianto".
È possibile pensare o sperare che il numero dei morti sia chiuso? La certezza non si può avere: altri lavoratori si sono ammalati e altri probabilmente si ammaleranno perché hanno respirato per anni i veleni dell'amianto e, forse, li hanno respirati anche le loro famiglie.
Bruno Zecchetto - Segretario Provinciale dell'UST Cisl si chiede: "non riusciamo a comprendere come mai l'Ausl non abbia pensato di creare un centro terapeutico adeguato per tutti gli altri dipendenti della Sacelit affetti da patologie derivanti dalla lavorazione dell'amianto".
A completare il tragico quadro il fatto che gli operai ammalati devono raggiungere a loro spese Sondalo, in provincia di Sondrio, dove ha sede l'unico Centro specializzato in malattie polmonari.
Da Roma, fino ad ora, è arrivato solo l'impegno ad avviare subito uno studio epidemiologico. Ma gli operai chiedono a gran voce una costante sorveglianza sanitaria anche per le loro famiglie.
La Cisl che appoggia la causa degli operai e delle loro famiglie ha avviato delle richieste al Governo Regionale affinché riesca a trovare urgentemente i fondi necessari alla creazione di un Centro per tutti i lavoratori a rischio di malattie: più di cento sarebbero le persone a rischio che hanno già accusato difficoltà polmonari di varia gravità.